Capitolo 11 pt. 2 - Grigie moralità

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BRAIDEN

Nel corso della giornata, Braiden continuò a percepire il continuo contrasto con i tessuti che indossava. La sensazione di disagio persisteva, poiché ogni movimento, ogni tocco dei jeans e della maglietta, gli ricordava la sua condizione di essere fuori dal suo contesto temporale abituale.

Quando varcò la porta della biblioteca, le cerniere cigolarono appena e Braiden venne avvolto dall'odore familiare di carta antica e legno laccato.

Il suono dei suoi passi si attenuò sul tappeto firahiano che adornava il pavimento, mentre lo sguardo veniva catturato da scaffali alti e intricati, pieni di libri che si stagliavano come sentinellesche collezioni che i precedenti baroni avevano accumulato nel tempo. I dorsi dei libri rilegati in pelle dorata risplendevano al chiarore delle luci, dando alla biblioteca un tocco di opulenza. Alcuni dei volumi rari e pregiati erano esposti in vetrine, proteggendo con cura i tesori più delicati della collezione.

A differenza delle altre stanze, la biblioteca era avvolta da una luce soffusa di lampade a olio che creava un'atmosfera di calda intimità. Poltrone e divanetti in pelle erano stati disposti strategicamente nella stanza, offrendo luoghi invitanti per immergersi nelle pagine di un libro o per contemplare le opere appese alle pareti.

I ritratti degli antenati del barone Daviston guardavano dall'alto, fissando Braiden con sguardi silenziosi ma penetranti, fondendo così il passato con il presente.

«Ancora tu? Che fai, mi pedini per caso?» esordì una voce dal fondo della stanza.

Braiden strabuzzò gli occhi, seguendo quella voce fin troppo familiare per non sapere a chi appartenesse. «A mia discolpa, posso dire che le biblioteche mi hanno da sempre incuriosito.»

Katherine stava stravaccata su uno di quei divanetti, con le gambe incrociate e un foglio di pergamena stretto tra le mani. Dall'incontro che aveva avuto con lei quella mattina si era cambiata e fatta anche una doccia a giudicare da come ora apparivano i suoi capelli.

«Un principe topo di biblioteca, quali altri segreti nascondi?»

Braiden abbozzò un sorriso sghembo. «Non credo tu li voglia davvero sapere.»

«Mettimi alla prova.»

Braiden indugiò per un momento, poi si sedette sulla poltrona di fronte a Katherine. «Cosa fai?»

Katherine sbuffò. «Be' tanto vale dirtelo» disse cauta, come se si stesse guadando attorno nella stanza. «Mi sono intrufolata nello studio del professore e ho preso in prestito la profezia». Questo lo aggiunse a bassa voce, in tono pacato.

«Quindi sei anche una ladra» la punzecchiò. «Quali altri segreti nascondi?»

«Spero che non lo dirai al barone» replicò Katherine, stupita del fatto che lo stesse specificando. Katherine lo fissò. I suoi occhi sembravano liquidi, pozze scure di timidezza e soggezione che non avrebbero dovuto avere alcun effetto su di lui.

«Non preoccuparti, non dirò a nessuno del tuo tradimento» rispose, fissandola a sua volta.

«Pensi che la profezia possa avverarsi?» domandò, riponendo in lui un'improvvisa fiducia che risultò finta, presa in prestito. Braiden prese la pergamena dalle mani di Katherine e la riesaminò velocemente.

«Stiamo giocando con forze che vanno oltre la nostra comprensione. Non ho mai sentito di profezie che non si siano compiute. Ma sono pronto a rischiare, per te

Katherine incassò la risposta, annuendo tra sé intanto che riprendeva in mano la pergamena, soppesando l'informazione.

«Cosa ne dici se ci allenassimo in riva al lago? Mio fratello dice sempre che un buon combattimento aiuta a riflettere». Quella proposta gli uscì di bocca senza che potesse controllarla e sapeva per certo che provenisse dalla sua pantera. Aveva un piano, e che gli piacesse o meno doveva attenersi senza opporre resistenza.

IL RISVEGLIO DELLE GUARDIANEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora