Capitolo 6 pt. 1 - La cosa giusta da fare

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Minimizzare le delusioni è come ritenere che non abbiano svolto un ruolo fondamentale

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Minimizzare le delusioni è come ritenere che non abbiano svolto un ruolo fondamentale. Le delusioni arriverebbero in entrambe le circostanze.

KATHERINE

Con il finire di febbraio, il bosco intorno a Palais Daviston aveva ripreso colore. Gli allenamenti proseguivano a un ritmo sempre più incalzante. Tuttavia, l'irremovibilità del professor Davis sul consegnare loro i ciondoli in via definitiva non era ancora discutibile, nonostante i notevoli miglioramenti. Anche la madre di Katherine, Elizabeth, era dello stesso parere, nonostante si fosse convinta di concedere a sua figlia una maggiore libertà, non si sentiva tranquilla a mandarla in giro con un bersaglio sulla schiena.

«Non siete al sicuro quando li portate» le aveva detto durante l'ennesima sfuriata da parte della figlia.

«Ma come facciamo ad avvertire la presenza di un lafyennese se non abbiamo i ciondoli a proteggerci?» aveva ribattuto Katherine, e per poco la forchetta che teneva saldamente in mano non si ruppe. «L'altra volta c'era mancato un tanto così e se non fosse stato per la mia lupa, non me ne sarei mai accorta che quell'uomo aveva un secondo fine.»

In quel periodo, Katherine notò che aveva sempre più difficoltà a gestire la rabbia, motivo per il quale aveva preso a rimanere agli allenamenti del club di nuoto oltre l'orario consentito. La sua coach, la professoressa Thomson, in più di un'occasione le aveva consigliato di rallentare con gli allenamenti, ma non era servito a nulla.

La verità era che solo in acqua si sentiva tranquilla. In acqua tutte le pressioni svanivano. Non nessun regno da salvare. Nessun re fuori di testa che dava lor la caccia. C'era solo lei, lo stile libero e l'acqua che le carezzava la pelle, avvolgendole il corpo come un mantello.

Quella sera, a tavola, i suoi genitori avevano convenuto con il professor Davis che fosse meglio per lei se per un periodo di tempo non determinato si trasferisse a Palais Daviston, rientrando lì subito dopo la fine delle lezioni. Questo perché, secondo il professor Davis, non era sicuro stare restare a casa dei genitori. Palais Daviston era protetto da potenti incantesimi e solo i possessori degli amuleti potevano oltrepassarle, a meno che le difese non venissero espressamente abbassate.

«State scherzando, spero» fu la risposta molto pacata di Katherine.

«No, tesoro» disse sua madre, mentre le passò il piatto di verdure.

Katherine lo prese, ma lo poggiò accanto al bicchiere. «Non ho nessuna intenzione di vivere lì, senza offesa» rimbeccò, girandosi per un attimo verso il professor Davis. «Non riuscirei mai a dormire in quel letto per più di una notte. La casa è enorme e così... lugubre.»

«Apprezzo i cortesi aggettivi che hai scelto, ma qui non si tratta di scegliere il soggiorno in un hotel a cinque stelle per il tuo prossimo viaggio, Katherine. L'altro giorno, Ryan è tornato stremato dopo averti seguita tutto il giorno. Quel ragazzo ha bisogno di riposo, altrimenti ne risentirà anche fisicamente qualora si venisse a uno scontro diretto come quello dell'ultima volta.»

IL RISVEGLIO DELLE GUARDIANEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora