Capitolo 12 pt. 2 - Il prezzo della gelosia

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KATHERINE

Quando arrivarono a scuola, Ryan mugugnò: «Noi vi aspettiamo qui», riferendosi anche a Braiden, che invece aveva già messo il primo piede fuori dall'auto.

«Ehi, non sono mai stato in un liceo» disse, uscendo dalla macchina. Katherine sentì Ryan borbottare qualcosa, ma non se ne curò. Non era necessario che seguisse ogni passo che facesse. Tuttavia, dopo quanto accaduto il venerdì precedente, comprendeva il suo eccessivo senso di protezione. Solo che delle volte lo trovava troppo soffocante.

Katherine, Sophie e Braiden attraversarono l'ampio parcheggio, ormai completamente pieno e seguirono la calca di studenti della Booker, gustandosi le espressioni di Braiden, cariche di disagio mentre cercava di evitare al meglio spallate e zaini che gli andavano a sbattere addosso.

«Ma come fate a sopportare tutto questo?» sbottò Braiden, dopo che andò a sbattere contro l'ennesimo studente.

Sophie rise. «Già stanco del liceo?» gli domandò, ma Braiden non rispose perché la sua attenzione era stata catturata dagli armadietti colorati e pieni di sticker.

«A cosa servono?»

«Per posare i libri e altre cianfrusaglie» tagliò corto Katherine, che nel mentre aveva assunto nuovamente un atteggiamento scontroso nei suoi confronti.

Da fuori l'aula di fisica, fecero capolino le treccine nere di Diana. «Ehi, eccovi finalmente». Diana si interruppe di scatto. «Che ci fa lui qui?» chiese, indicando con lo sguardo Braiden.

«Non avevamo altra scelta» sbuffò Katherine, lanciandogli un'occhiataccia e lui si voltò e le rispose con un mezzo sorriso.

«Be', non può entrare in classe con noi, lo sai vero?»

«Lo parcheggio in mensa, infatti» disse, trascinando Braiden per un braccio, finché non raggiunsero la mensa.

«Adesso te ne starai buono qui, mi raccomando» si assicurò. Braiden annuì e Katherine fece per andarsene, ma poi tornò indietro e poggiò la cartella sul tavolo. Prese il portafogli, porgendo una banconota da venti dollari a Braiden. «Nel caso in cui ti venisse fame» riprese. «Ci sono anche i distributori automatici. Ora vado prima di fare tardi, qualsiasi cosa, torna da Ryan.»

Braiden sorrise. «Ricevuto capo!» esordì e Katherine pregò che non combinasse nulla. Si sforzò di ricambiare il sorriso e poi corse in classe prima dell'inizio delle lezioni.

Mentre tornava verso l'aula di fisica, la campanella suonò per cui affrettò ancora di più il passo.

«Katherine!» si sentì chiamare dalle spalle.

Si girò con una piroetta, eseguendo un movimento quasi teatrale. «Ti ho detto di rimanere lì, Braiden» esordì, bloccandosi di colpo quando scoprì che non era affatto Braiden ad averla chiamata. «Damien» mormorò.

«Ciao. Sei tornata, alla fine» disse il ragazzo, sorridendole.

Katherine si strinse nelle spalle. «Sì... eccomi qua» rispose, cercando di tenere a bada l'imbarazzo che provava in quel momento.

«Ho provato a chiamarti, ma non hai mai risposto.»

«Mi dispiace, ma non è un buon periodo per me» confessò, continuando a camminare a passo spedito verso l'aula, cercando di organizzare i suoi pensieri.

«Volevo parlarti, dopo le lezioni magari» riprese Damien, affiancandola.

«Certo, ci vediamo dopo allora» acconsentì, arricciando le labbra e cercando di non concentrarsi sul ritmo accelerato del suo cuore. Katherine aprì la porta dell'aula di fisica ed entrò spedita destreggiandosi tra quei banchi e sedie disposti in ordine quasi militare. Si andò a sedere al primo posto libero, cercando per tutto il tempo di sforzarsi di non guardare verso Damien.

IL RISVEGLIO DELLE GUARDIANEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora