Capitolo 16 pt. 2 - Dove c'è fuoco

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DIANA

L'energia distorta sembrò intensificarsi nel momento dell'impatto. Diana, Sophie e Richard furono scagliati brutalmente contro i loro sedili mentre l'auto si arrestava con un tonfo sordo.

L'aria si riempì di polvere, pezzi di vetro e fumo e per un momento, tutto rimase immobile.

«State tutti bene?» proruppe la voce di Diana.

«Sì», disse Richard ansimante.

Diana si tamponò il naso, dal quale le usciva un rivolo di sangue, che si asciugò con la manica del giubbotto. «Sophie?»

Richard si sganciò la cintura di sicurezza e con un po' di pressione aprì la portiera ammaccata.

«Sophie?» la chiamò una seconda volta Diana, iniziandola a scuotere. Con un calcio, Diana aprì il suo sportello, e uscì sotto la pioggia, mentre Richard aveva fatto il giro per liberare Sophie.

«Sophie? Sophie, mi senti?» urlò Richard, mentre la spostava dal sedile. La caricò tra le sue braccia, mentre penzolava a peso morto. Le diede qualche schiaffetto sulle guance, ma la guardiana non diede alcun segno.

«Dobbiamo entrare, prima che arrivino» suggerì Diana. Con una spallata, aprirono la porta d'ingresso, iniziando a urlare i nomi degli altri Protettori, mentre Richard adagiava con quanta più delicatezza possibile Sophie su uno dei divanetti della biblioteca.

«Ma insomma, si può sapere che cos'è questo chiasso?» sbadigliò Braiden, dal fondo della stanza.

«Ci sono gli obscül, razza di idiota» sbraitò Diana, e Braiden impallidì. «Vai a chiamare gli altri. Muoviti!»

Braiden corse fuori la biblioteca, ma subito dopo un'altra voce sbucò dalla scalinata principale. «Che succede?» tuonò la voce di Peter. Diana, che nel mentre era accanto a Sophie, priva di sensi, e Richard che tentava di rianimarla, si alzò.

«Ric, tu resta con lei. Peter, dobbiamo andare nell'armeria, gli obscül sono qui» dichiarò.

Un ruggito cupo squarciò il silenzio esterno, facendo tremare i vetri delle finestre come se fossero pronti a frantumarsi da un momento all'altro. Diana sentì il cuore in gola, e guardò subito il suo custode.

«Cos'è stato?» chiese Richard, voltando lo sguardo verso la finestra, dove Peter si era appostato, scostando le tende in broccato damascato.

«Räch!» imprecò Peter in lafyennese, guardando di fuori. «Dobbiamo lasciare questo posto il prima possibile. Vieni, andiamo a prendere le armi.»

«Aspetta, vuoi combattere?» gli domandò Diana, esterrefatta.

«No, ma non avremo altra scelta, temo.»

Dai piani superiori, si udirono dei rumori, e le figure di Braiden, Ryan e Katherine sbucarono dalla semioscurità. «Cos'è stato?» domandò con tono tremante quest'ultima. «Diana!» lo sguardo di Katherine passò in rassegna tutti i presenti, soffermandosi per ultimo su Diana.

«Gli obscül ci hanno attaccati mentre venivamo qui, e Sophie è rimasta ferita.»

Katherine si affrettò a scendere le scale, e la oltrepassò a grandi falcate. «Come sta adesso?»

«È svenuta.»

Nel mentre, Peter richiamò l'attenzione degli altri su quello che stava succedendo fuori. «Dobbiamo prendere le armi.»

«Se è quello che penso, avremo bisogno di parecchie munizioni» apostrofò Braiden e Peter annuì.

Ryan spalancò la porta dell'armeria con gesti decisi. L'interno era illuminato da luci soffuse che facevano luccicare i fucili, le pistole e le spade appese alle pareti. Una vasta gamma di armamenti si stagliava contro i pannelli in legno scuro, creando un'atmosfera che mescolava la solennità con l'urgenza della situazione.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 14 ⏰

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