II-Selva Oscura +parte 2+

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Nora rimase in silenzio a osservare il tronco. Quelle parole, chi poteva mai averle scritte. Intanto la pioggia continuava a scendere copiosamente bagnando il suo corpo. I passi diventavano pesanti con i piedi che affondavano nel fango bagnato. Il vento cercava di portarla via, di non farla andare avanti. Lei resisteva, non poteva fare altrimenti, non voleva ritornare indietro, in quel buio. Sentiva i suoi capelli, bagnati dalla pioggia, tirati via dal vento, ogni passo era una tortura, e il freddo le gelava le ossa. Lei sapeva che non era accettata in quella foresta, in quella selva avvolta dalle tenebre, rimanere lì diventava sempre più pericoloso. Poteva morire congelata, affondare nel fango e non rialzarsi più, oppure venire presa da quel qualcosa che la osservava con impazienza.
La pioggia sembrava perforare la sua carne, il vento diventava sempre più forte e portava sempre più gelo. Nora faticava a muovere le punta della dita, aveva l'impressione che se le avesse mosse troppo velocemente, si sarebbero spezzate come grissini. Le gambe non sembravano neanche più fatte di carne, ma blocchi staccati dal corpo, tanto ormai non le sentiva neanche più. Camminava senza sosta, tenendo testa a quella bufera. Non poteva dire se sarebbe arrivata viva alla fine, o cosa più importante se vi era una fine, un'uscita. La foresta sembrava sempre la stessa, cercava di seguire un percorso, nato dal suo istinto, ma dopo minuti di agonia, le sembrava non aver fatto neanche un metro dal tronco con la scritta di sangue. Però allo stesso tempo avvertiva dei cambiamenti intorno a lei, gli alberi non erano sempre gli stessi e anche la loro posizione cambiava, inoltre se non avesse fatto neanche un passo, per cosa stava faticando altrimenti, e chissà come mai la Cosa non l'aveva ancora presa.
All'improvviso un fruscio diverso dal solito.
Non era il vento, e nemmeno lei. Il rumore proveniva dalle sue spalle. Si fermò e rimase in silenzio in mezzo al nulla. Il vento calò all'improvviso e rimase solo la pioggia che batteva insistentemente sul terreno e sul suo corpo. Girò lentamente la testa all'indietro, verso il rumore.
Un altro fruscio, ma questa volta davanti. Si girò di scatto e questa volta il fruscio aumentò, sembrava spostarsi in continuazione intorno a lei, che non era nemmeno in grado di seguire la sua velocità.
La ragazza cominciò a inspirare ed espirare velocemente, non sentiva più freddo, o almeno non dall'esterno, lo sentiva dentro di sé, Nora aveva paura. Lei non voleva rimanere lì, doveva andarsene al più presto e così cominciò a correre.
Corse a perfidiato senza neanche più seguire una logica, le bastava allontanarsi il più possibile, raggiungendo per puro caso la fine di quella eterna selva. Il vento cominciava a soffiare sempre di più, non le lasciava tregua, e i rovi degli alberi le graffiavano la pelle. Ma non le importava più, ora doveva correre e basta.
SPLAT!
Il suo piede affondò in una pozzanghera, o almeno sembrava esserlo. Si fermò, lasciò che il fiato riprendesse la sua normale respirazione e guardo giù. La pozzanghera infatti non era normale, era sangue.
Non ebbe tempo di muoversi.
Un fruscio e la sua testa rotolò lungo il sentiero.
Di nuovo buio.

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