33. Compiacimento di istinti animaleschi

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All'improvviso qualcuno comparve di corsa da dietro l'angolo, un energumeno con la testona pelata ed una borsa in mano. Era alto e massiccio, con un torace ampio che premeva dall'interno del gilet imbottito nero.

Harry osservò la borsa: era di pelle bordeaux, piccola, con degli strass colorati, chiaramente una borsetta da donna. Un ladro? Un borseggiatore, a quell'ora del giorno, pienamente visibile e a qualche decina di passi da lui? Sembrava finto.

Poi vide qualcun altro correre dietro il grosso uomo pelato, una femmina umana di bassa statura che tendeva le mani come negli inseguimenti dei vecchi film polizieschi, in maniera leggermente ridicola. La situazione non sembrava neanche un po' seria come la facevano vedere di solito in televisione.

«Fermatelo!» Urlava lei, la voce stridula per la rabbia ed il terrore «Fermatelo, ha la mia borsa!».

Il ladro guardò verso Tim ed Harry e per un istante si bloccò, come terrorizzato. Era come una statua, i suoi occhi erano scuri, due buchi come bruciature nella pelle abbronzata, sotto l'ombra di due sopracciglia pesanti e ricce. Poi ricominciò a fuggire. Timothy scattò in avanti a velocità per raggiungerlo

«Fermo! Fermati immediatamente ti ho detto!».

Harry indietreggiò di un passo, indeciso sul da farsi, poi partì anche lui a correre. Il cuore gli martellava in petto come non aveva mai fatto, se non per paura di qualcosa di terrificante. Ma ciò che Harry provava era tutto fuorché paura, più che altro era eccitazione, adrenalina pura iniettata nelle vene.

Tum...

Tum...

Tum, tum, tum.

E di fronte a lui correva il ladro. Una preda che fugge. L'istinto di un cane, di un lupo, o di qualunque altro animale da preda, comandava di inseguire e divorare tutto ciò che scappa perché se la preda fugge, senza neppure tentare di resistere, senza segnalare il proprio vigore, è chiaro che è pronta a soccombere. Questo è il linguaggio della morte.

E il ladro stava scappando.

Ma Harry era veloce, molto più veloce, ed in lui stava risorgendo un istinto animale che è alla base della sopravvivenza, la comprensione del dialogo fra il predatore e la preda che deve morire.

Si piegò verso terra, sentendo i propri muscoli dorsali che si allungavano e quelli delle gambe che si contraevano sotto il peso del torso, poi balzò come un cane gigantesco. Colpì una sola volta, ma con violenta precisione, il dorso dell'energumeno, spedendolo a terra.

Timothy si bloccò, sgommando con le Nike contro il cemento, e guardò Harry con stupore.

Il giovane colpì con un ceffone la nuca del ladro e gli strappò di mano la borsa ansimando

«A voi, signora» disse piano, riconsegnando l'oggetto rubato alla legittima padrona.

La donna gli sorrise con gratitudine

«Grazie molte» mormorò, mentre le sue guance arrossivano lievemente

«Di nulla» rispose Harry, fissando l'omone dolorante steso a terra che si stava rialzando come se stesse facendo una faticosa flessione sulle braccia.

Timothy si avvicinò senza timore

«Bravo l'eroe» esclamò «Bel recupero, dovresti fare il poliziotto»

«Ma se è la prima volta che faccio una cosa simile» si schermì il giovane, con leggero imbarazzo «Io di solito non so fare questo genere di azioni»

Scontramondi - 1. La pietra delle fontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora