6. Draghi?

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Il giovane si alzò e indietreggiò lentamente

«Quanto rimarremo?» chiese

«Quanto sarà necessario»

«Spero che la tua gamba esca bene da questa avventura» gli augurò Harry, stringendosi un po' nelle spalle e abbassando il tono della voce

«Scherzi?» Mark si erse per tutti e due i suoi metri senza problemi, anche se Harry avrebbe giurato di sentire qualcosa che scricchiolava «Non mi da neppure più fastidio. Anzi... » una scintilla di esaltazione, quasi truce nella sua aggressività, attraversò il suo sguardo, propagandosi come un'onda ai suoi lineamenti «Pensa che stasera vado all'Arena»

«Arena? Quale Arena?» intervenne Kate, entrando a passo svelto e ravviandosi i capelli

«L'Arena... quella giù al bodhi, dove combattevano i draghi»

«Cos'è un bodhi?» chiese Harry, ignorando volutamente la parola "draghi"

«E che ci vai a fare?» indagò lei, con un velo di preoccupazione

«Bodhi è un solo un nome per definire quell'albero, quel ficus religiosa, che cresce a qualche chilometro da qui» poi Mark si rivolse a Kate «E ho ricevuto una sfida da un uomo che si sente ferito da qualche mia azione, a quanto pare. Un uomo lupo a dire il vero»

«Davvero» chiese Kate, incredula «Vuole riaffrontarti? Dopo quello che gli hai fatto? Ma è pazzo...»

«Viene con il suo drago» spiegò Mark, aggiustandosi i guanti «Questo è il momento di far tornare il buon Shadow. Non lo vedo da un po'. Spero ci sarete tutti, a vedere questa sfida. Vi assicuro che sarà molto interessante».

L'enorme umano si congedò piegando brevemente la testa verso il petto e sparì dietro una porta che Harry non aveva mai notato.

La giovane donna si rivolse al ragazzo

«Hai mai visto combattere due draghi?» chiese, entusiasta

«No e non so se voglio farlo» Harry si sentì in gola uno strano sapore di menta rancida «Sono un pacifista».

In realtà non riusciva neanche a formulare un pensiero coerente e realistico che contenesse la figura del drago. Insomma... da quando in qua esistevano i lucertoloni giganti? Sputavano fuoco davvero? E se si, lui voleva saperlo? Voleva vederli?

«Bravo il pacifista» Scherzò lei, dandogli una pacca sulla testa.

Lui sorrise beato, scordandosi dei draghi e di tutto il resto: beh, era vero, era proprio cotto a puntino di lei. Però quando la ragazza si allontanò la mente di Harry fu di nuovo investita dai ricordi e il ragazzo dovette andare a sciacquarsi la faccia. Mentre si buttava sul volto l'acqua gelata era concentrato per capire come potessero esistere i draghi. Alla fine si convinse che l'unico modo per comprendere era vedere e per vedere doveva attendere, così smise di pensare coerentemente e, lasciando galoppare a briglia sciolta la fantasia, scese di nuovo al piano inferiore e si sdraiò. Finì per addormentarsi.

Il pomeriggio trascorse per tutti molto velocemente, troppo, come la clessidra che regolava lo scorrere degli istanti fosse stata sottoposta a una gravità di sei volte superiore a quella terrestre.

Alle cinque e mezza del pomeriggio, John svegliò Harry e portò tutti alla famigerata Arena, caricandoli in macchina e scaricandoli mezz'ora dopo. La strada che portava al luogo prestabilito era serpeggiante e sterrata, ricoperta di sassolini, e come se non bastasse John sembrava a disagio guidando l'automobile in quelle condizioni e, sudando freddo, aveva continuato a sterzare anche se non ce n'era bisogno. Quando scese dall'auto, Harry aveva la nausea e nessuna voglia di vomitare guardando uno scontro, ma era curioso di osservare questa famigerata Arena, seppure intimorito, e così si incamminò dietro i suoi compagni.

Scontramondi - 1. La pietra delle fontiWhere stories live. Discover now