30. Raccontare una storia, presentare qualcuno

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Harry lo guardò allontanarsi con lecita curiosità, poi si voltò verso l'enorme dragone dalle squame nere e sorrise con il solo scopo di apparire più simpatico, pensando che fosse una mossa furba apparire più simpatici a qualcuno che pesava almeno un centinaio di volte più di lui.

Shadow fece schioccare la lingua contro il palato e si sciolse le spalle con un movimento rotatorio infossando la testa nel collo, poi rabbrividì e si stiracchiò come un gatto gigante spalancando le fauci spaventose ed inspirando con un rumore roco e graffiante.

Il giovane fu quasi spaventato da movimenti tanto ampi e dalle zanne lunghe quasi quattro centimetri esposte a non molta distanza dal suo volto, ma il drago lo rassicurò guardandolo negli occhi

«Faccio paura, vero?» chiese Shadow

«Un po'»

«Lo so. Faccio paura anche agli altri draghi, quindi non devi preoccuparti per niente... »

«Ah. Davvero?» Harry si sentì appena un po' più rincuorato. Solo un pochino.

Shadow abbassò la testa e serrò le labbra squamose, come per nascondere i denti ad Harry, per riprendere poi a parlare solo dopo qualche istante

«... È perché somiglio a mio padre»

«Ho tanto sentito parlare di tuo padre» si affrettò ad assicurargli l'umano «Ma non so bene la sua storia, se devo essere sincero»

«Se vuoi te la racconto e ti spiego tutto, ma non qui. Questo luogo è stato macchiato dal sangue di esseri maledetti e non voglio rimanere ancora qui» il drago si guardò intorno e si sistemò meglio, con un pizzico di agitazione «E poi l'odore è disgustoso»

«Ascolterei volentieri la tua storia, tanto più che ho già mangiato e non so come trascorrere il resto della mattina»

«Allora monta» disse Shadow, abbassandosi fino a toccare con la gola a terra. Le squame crepitarono alla base del collo, un rumore oscuramente antico, come di una porta di legno marcio spolverata con un panno di camoscio.

Harry non era tanto sicuro di aver capito bene, ma lo sguardo del drago gli tolse ogni dubbio

«Devo salire?»

«Se non hai troppa paura... » Shadow si strinse nelle spalle e il ragazzo ebbe l'impressione che una montagna si muovesse «Puoi salire. Ma solo se non hai paura! Non devi fare niente che tu non voglia»

«Ma no, anzi...» Harry deglutì e sentì un pizzicore doloroso in fondo alla gola.

Mentire così spudoratamente era difficile, specie ora che si ritrovava a fissare terrorizzato la schiena di quell'enorme coso nero e squamoso.

Si avvicinò e mise una mano sulla spalla del drago, sentendo le scaglie fredde e dure, poi si arrampicò e si sedette poco davanti alla base delle ali, poggiando i piedi sulle attaccature delle zampe anteriori.

Il ragazzo guardò verso terra da quell'altezza che gli faceva venire le vertigini. Deglutì e poi spostò lo sguardo dritto davanti a se, concentrandosi sulle scaglie spesse e nere che brillavano di riflessi luminosi riflettendo la luce solare.

Aveva paura: non dell'altezza, non del gigantesco drago, ma di qualcos'altro di assurdo. Avrebbe riso di se stesso per quella fobia inspiegabile, se solo avesse avuto la mente appena un po' più lucida: aveva paura di stare occupando un posto che non gli spettava, di stare facendo un torto terribile a qualcuno... e credeva che probabilmente l'avrebbe pagata cara per questo.

Un uomo normale non deve sedersi mai sul dorso di un drago. Un drago che non gli appartiene.

Era come... desiderare la donna di un altro. E prendersela. Un peccato mortale.

Scontramondi - 1. La pietra delle fontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora