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"Vi sistemeremo qui per un po', se avete bisogno di qualcosa potete trovarci in giro per il reparto o potete chiamarci premendo il pulsante rosso accanto ai letti, vi prego di restare in camera dopo le dieci di sera, dato che è l'orario in cui si spengono le luci - noi saremo comunque disponibili. Per il momento vi serve qualcosa?" domandò l'infermiere. I ragazzi osservarono la stanza, era abbastanza grande da contenerli tutti ma avevano sicuramente aggiunto dei letti in più e li avevano affiancati agli altri per farci stare tutti e dieci, sarebbero stati stretti ma insieme.

"Quando ci verrà restituita la nostra roba?" domandò Kyungsoo, l'uomo si indirizzò verso la porta gesticolando.

"Chiedo informazioni e vi faccio sapere più tardi." rispose uscendo dalla stanza. Tutti guardarono tutti, non riuscivano a realizzare quello che era accaduto. Baekhyun si diresse verso il piccolo terrazzo, aprì la porta del balcone e uscì per prendere un po' d'aria, ovviamente Chanyeol lo seguì. Alcuni ragazzi si sistemarono sui letti e altri uscirono nell'atrio della struttura. Baekhyun fissava il panorama, era tutto completamente desolato, non c'era niente che facesse pensare ad un posto abitato - cosa che in effetti quel posto non era.

Il primario gli aveva spiegato ben poco riguardo quella faccenda, non sapeva o non voleva sapere? La cosa era sembrata strana a tutti. L'indomani avrebbero avuto tutti le analisi, c'era chi era più nervoso di altri ma l'ansia di Baekhyun superava di gran lunga quella di tutti. Pensava solo al fatto che il dottore non gli avesse spiegato cosa sarebbe successo se uno di loro non fosse stato idoneo, se fosse infetto. Tutto ciò non l'avevano pianificato. "Baek." lo chiamò il suo ragazzo, si avvicinò a lui e lo abbracciò. "Andrà tutto bene." cercò di rassicurarlo il più possibile, forse non ci riusciva al massimo perché era anch'esso in ansia. Il dottore gli aveva spiegato che - secondo i loro studi - una persona su quattro veniva contagiata. Non potevano essere tra quei tre loro, vero?

Baekhyun lo strinse forte e affondò la testa nel suo petto. "È da quando siamo arrivati che ho addosso una strana sensazione, oltre a sentirmi disarmato e a disagio io.. ho paura."

"Anche io ma guardaci, siamo arrivati fin qui, abbiamo visto cose orribili. Non può andarci male proprio ora, non dobbiamo avere paura di essere al sicuro." spiegò, accarezzandogli i capelli. "Comunque vada saremo insieme." disse allontanandosi, lo guardò e sorrise, prima di riprendere a parlare gli pizzicò la guancia. "Andiamo a fare un giro per l'ospedale? Ci distraiamo e cerchiamo di scoprire qualcos'altro." concluse, il maggiore annuì, sembrava così indifeso in quel momento, si strofinò l'occhio e porse l'altra mano a Chanyeol. "Questo è il ragazzo che è riuscito a sopravvivere per tre mesi in un mondo apocalittico."

"Sai che non sono mai stato fatto per uccidere, camminare di notte nei boschi e cose del genere? Penso che odierò per sempre la persona che sono stato in questi mesi."

Chanyeol gli prese la mano e insieme uscirono dalla loro camera, l'ospedale era molto grande ma pieno di indicazioni, decisero di andare anche loro nell'atrio e di vedere com'era strutturato quel posto. Non appena arrivarono nella stanza immensa, notarono che le sedie erano tutte vuote, eccetto una. Una vecchietta che lavorava a maglia la occupava, i due si guardarono e si avvicinarono a lei. Dovevano raccogliere più informazioni possibili, non se ne sarebbero stati con le mani in mano, non si sarebbero accontentati di altri miseri 'non lo so'. "Signora, possiamo sederci?"

"Prego." rispose lei, i due presero posto e la guardarono lavorare.

"Quando è arrivata qui, se posso chiedere?" domandò Baekhyun, non voleva sembrare troppo diretto, cercava di fare una conversazione normalissima - chiaramente era una cosa che non faceva da tempo, non era più abituato ad essere formale.

"Da molto, molto tempo. Ero ricoverata qui da molto, poi è accaduto quello che è accaduto, posso assicurarvi di non aver mai visto niente, mi è stato solo raccontato da numerose persone." spiegò, i due si guardarono - probabilmente non era la persona adatta a cui chiedere informazioni. "I miei figli, i miei nipoti, non li ho più visti." continuò, sembrava sul punto di piangere, la sua voce era cambiata. A Chanyeol dispiaceva vederla in quelle condizioni, doveva essere indubbiamente difficile per lei.

"Siamo stati dispersi lì fuori per mesi, anche noi pensavamo di non riuscire a farcela ma siamo arrivati qui, non abbiamo ritrovato le nostre famiglie, magari sono state trasferite, magari sono ancora disperse e purtroppo potrebbero non esserci più, quello che sto cercando di dirle è.. non perda la speranza."

"Che Dio vi benedica tutti e due." rispose lei, portandosi un fazzoletto di carta al naso. Volevano fargli altre domande ma sembrava ancora scossa, riuscivano a capirla, decisero di aspettare e di farle compagnia, di consolarla un po'.

"Posso chiederle un'altra cosa?" domandò di nuovo Baekhyun, lei sembrava essersi calmata.

"Sei molto curioso." ridacchiò, anche Baekhyun sorrise a quell'affermazione.

"Ci tengo molto a scoprire la verità, sa.. ho perso delle persone durante questo arco di tempo e vorrei saperne la causa." disse, lei annuì. "Come mai non vi hanno trasferita e portata in un'altra nazione?"

La sua espressione cambiò, accavallò una gamba e unì le mani. "Vedi, c'è un motivo se noi stiamo qui e non possiamo andarcene, non è una punizione o altro, anzi, veniamo sfamati, curati e accuditi." disse, entrambi i ragazzi annuirono per farle capire che stavano seguendo il discorso. "Quando mi hanno fatto le analisi hanno determinato che sono infetta."

"Lei?" domandò Chanyeol, il cuore aveva cominciato a battergli più forte. "Ha detto di non essere mai uscita dall'ospedale, dopo quello."

"Molte persone infette sono entrate qui, persone morte, persone che non erano più persone, il virus è nell'aria e non c'è modo di contrastarlo. Non mi hanno trasferita semplicemente perché noi persone infette potremmo portare l'epidemia nelle altre nazioni anche solo respirando, non possono correre un rischio simile."

Baekhyun si grattò la nuca, quell'informazione era l'ultima cosa che avrebbe voluto sentire. Strinse più forte la mano del rosso e l'anziana le guardò, poi sorrise. "Grazie per il tempo che ci ha dedicato." disse il maggiore, alzandosi. Come prima si era sentito mancare la terra sotto i piedi, aveva bisogno di sentirsi vivo, di sapere che sarebbe andato tutto bene.

"Non disperarti, guarda." disse lei, indicando con un cenno della testa le loro dita intrecciate. "Non ti serve tornare in città e alla tua vita normale, hai tutto quello che ti serve qui e ora, accanto a te."

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a/n ; c'è il rischio di piangere con ogni capitolo che scrivo ormai

redemption - chanbaekWhere stories live. Discover now