"Tu meriti soltanto l'ergastolo, tu meriti che qualcuno di tolga la vita come hai fatto tu con John, ma quel qualcuno non sarà Iris, puoi starne certo"gli dice Susan con tono sprezzante, un tono che, usato da lei, fa venire i brividi. "Oh,andiamo... merito almeno una bella parola da parte sua" ribatte, e purtroppo sento il suono di quei suoi soliti anfibi che picchiettano contro il pavimento, segno di un suo avvicinamento.

"Tu non meriti niente" parlo, con tono piatto e leggermente udibile, continuando a guardare da per tutto fuorché la sua figura. "Ma allora sai ancora parlare?" cerca di sfottermi avvicinandosi man mano sempre di più.
Sfottermi... non è forse quello che ha fatto per tutta la sua presenza? "La lingua tagliente quanto una lama non l'hai ancora persa" dice al mio orecchio, ed ho un sussulto non appena mi accorgo di averlo ad un palmo dal naso.

"Stalle lontano".

"E ahimè, la tua lingua tagliente è sempre stata il mio punto debole"continua ignorando la voce minacciosa di Yuri, e così, stanca di esser quella debole, stanca di sentirmi buttare pattumiera addosso da una persona nella quale ci vive ormai da anni, alzo lo sguardo, puntandolo istintivamente nei suoi ambrati occhi, che però ormai, mi trasmettono solo astio.

Come già immaginavo, la rabbia, ormai mia migliore amica, si impadronisce di tutta me stessa, e non riesco proprio a star con le mani in tasca così, porto e stringo con forza le mie mani attorno al suo collo, mentre lui sorride e racchiude le sue intorno ai miei polsi, non provando neanche a liberarsi.

Stringo maggiormente, stringo con più forza, stringo perché il mio unico intento è ucciderlo e perché ormai quei suoi occhi, un tempo pieni di luce, non hanno fatto altro che alimentare la mia ira, perché ormai, i suoi di occhi, non mi trasmettano più protezione e tranquillità, una tranquillità e protezione che in realtà non ho mai avuto al suo fianco.

Sento un paio di mani afferrarmi per la vita staccandomi da quello che una volta reputavo davvero la ragione della mia vita, e poi, quelle stesse mani, mi spingono con forza contro il proprio petto racchiudendomi tra quelle braccia che per la prima volta e realmente, mi offrono un po' di calma e riportano persino in me un po' di sangue al cervello e, non riesco a crederci, mi sento al sicuro nonostante il mio nemico sia a due piedi da me.

"Più di una volta ti abbiamo detto di lasciarci in pace, adesso basta coglione!" inveisce Cameron spingendo Justin con aggressività, mentre lui l'unica cosa che fa è indietreggiare e ridacchiare, cosa che mi fa chiudere di scatto gli occhi e mi fa stringere di più al corpo aderito al mio.

Questo mi fa arrabbiare, la sua calma... il suo sfottere, il suo disinteressamento nei confronti di un gran uomo morto a causa sua e il suo accanimento nei miei confronti, desiderando maniacalmente che sia sua di nuovo.

"Ha fatto tutto Mallow"ribatte tranquillo. "Non chiamarmi così !" grido aumentando il più possibile la stretta nascondendomi tra quelle braccia sentendo un improvvisa voglia di piangere e urlare a più non posso.

Ha sempre usato quel soprannome con me, diceva che le mie labbra avevano il sapore dolce e morbido dei Marshmallow ogni qual volta le baciava. Ed anche questa, un altro brutto cazzotto al cuore, era una sua solita cazzata.

Molto probabilmente lo usava solo per intenerirmi in qualche modo anche se lui meglio di me sa che non era uno stupido nomignolo ad intenerirmi ma la sua sola presenza.

"Mallow... questo ormai è il tuo nome, e che ti piaccia o no piccola, lo userò fino alla fine dei miei giorni" e, a mio disappunto, so che farà così perché nonostante lui sia l'emblema della più brutta merda, mantiene sempre le sue promesse, è fedele come un cane per quanto riguarda questo. E sinceramente, era proprio questo a farmi impazzire. "Non ti basta quello che hai fatto?! Non ti basta avermelo portato via?! Non ti basta avermi rovinata?!" urlo staccandomi bruscamente da Einar avvicinandomi a grandi falcate verso di lui, e subito vedo partire gli altri, ma gli faccio un segno intimando a tutti di rimanere dove sono, non voglio che qualcuno si muova in questo schifosissimo posto.

"Non hai paura che un giorno, accecata dalla rabbia, ti faccia fuori? Sarebbe proprio un incubo rivelarsi più debole della ragazza che dici di amare, della ragazza che ad oggi ti odia con ogni cellula del suo corpo e dalla ragazza più pazza e instabile mentalmente che tu abbia mai incontrato che ormai, non desidera altro che tagliarti fuori una volta per tutte... eh?Justin? Sarebbe proprio un incubo per te ed un sogno per me, non credi?" parlo ad un palmo da lui, muovendomi accerchiandolo con i miei passi, per poi bloccarmi proprio al suo front, alzando il mento perché, ora più che mai, mi sento forte ed ho davvero bisogno di scaricarla questa forza.

Justin mi guarda e se ne sta zitto, guardandomi  con rimorso, odio, confusione e rabbia, consapevole finalmente forse del fatto che lui a me non potrà mai più piacere, neanche in un'altra e ancora un'altra vita.

Soy el diablo, pero soy graciosa ( fase di revisione )Where stories live. Discover now