24-Ho bisogno di un altra vita-

7.3K 256 9
                                    

Entro in doccia per liberarmi dei brutti pensieri e quando inizio a spalmarmi il bagno schiuma addosso, mi rendo conto di non aver usato il mio solito ai frutti di bosco e cannella, ma l'unico e inconfondibile bagnoschiuma al muschio bianco di Einar.

Quest'odore riesce a liberare la mia mente da Justin, da quell'uomo e da tutti i brutti pensieri, e viene occupata soltanto da Einar.

Quando esco dalla doccia e mi guardo allo specchio e mi accorgo di avere uno stupido sorrisetto stampato sulle labbra, che mi affretto subito a farlo scomparire.

Mi asciugo velocemente e vado in camera mia, indosso le prime cose che trovo e mi butto sul letto.

"Sono tornata amore mio" dico rivolta al mio amato letto.
"Ah si?". Balzo in piedi e mi porto una mano sul cuore, quando mi ritrovo Einar ad un palmo dal naso.

"Einar, ma che... Cristo! Devi smetterla di entrare così!" quasi urlo. Einar scoppia in una fragorosa risata, facendomi intendere che vuole proprio essere picchiato.

"Angelo, davvero parli con il tuo letto?" chiede cercando di placarsi.

Chi non lo fa?

"Si. E comunque i tuoi genitori non ti hanno insegnato tipo a bussare?" chiedo a mia volta.
"Beh si, ma a me piace spaventarti" risponde scrollando le spalle.
Anche a me piacerebbe ucciderti ma non posso farlo solo perché mi piace.
"Fanculo" mi limito a dire, ributtandomi nel letto. Trattengo la voglia di tirargli un pugno quando fa il giro del letto e si distende al mio fianco.
Ma non ce l'ha una camera?

"Senti coso. Che ne dici di mollarmi un attimo?".
"Perché dovrei?". Faccio scattare i miei occhi nei suoi e reprimo maggiormente questa tentante voglia di picchiarlo senza alcuna pietà.
Perché sennò ti rompo una gamba.
Ecco perché.
"Perché si" rispondo semplicemente, senza nascondere in alcun modo il mio fastidio.

Einar non ribatte, lascia passare qualche momento prima di parlare, lasciando riecheggiare nell'interabstanza un silenzio rilassante. Uno di quei silenzi che mi piacciono, dove pensi a tutto, tranne che alla vergogna.
Ma quando parla avrei preferito di gran lunga avesse mantenuto la bocca chiusa.

"Allora... vuoi parlarne?" azzarda a chiedere, guardandomi dritta negli occhi.
Ma è fuori?
Ma ti pare che ne voglia parlare, razza di idiota?
Quest'ultima sua uscita mi ha lasciato dentro una grande irritazione. Sono consapevole del fatto che era curioso, che voleva chiedere e saperne di più così come vorrebbero anche gli altri, ma lui sa, o meglio, credo abbia capito qualcosa di me. Dovrebbe sapere che ci sono cose che non accetto, e una di queste è la curiosità invadente delle persone.
"Se sei qui con me solo per semplice curiosità, puoi anche andartene anzi, vattene a prescindere" ribatto in mal modo, allontanandomi aumentando la distanza tra di noi.

"Sono qui per passare un po' di tempo con te" ribatte, usando il mio stesso tono scostante. "Sai una cosa, mocciosa? La tua assenza si percepisce un po' troppo" aggiunge, e con mio grande disappunto le mie labbra non riescano a non arricciarsi in un sorriso. Sorride proprio come me, poi mi avvolge con un suo braccio avvicinandosi al mio corpo. Lo lascio fare, perché in questo momento voglio che si avvicini a me.

"Tutto questo per dire che ti sono mancata" alzo lo sguardo e lo guardo negli occhi, ghignando malefica.
"No certo che no" si affretta a rispondere.
"Come no" sbuffo e alzo gli occhi al cielo.

Soy el diablo, pero soy graciosa ( fase di revisione )Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang