42-Le parole non bastano-

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"Perché ti sei fermata?"mi domanda.

"Perché non ho intenzione di mangiare la mia pizza immersa nel puzzo di sushi"rispondo.

Sarebbe come mangiare mentre sono in bagno,e non è il massimo,anzi,fa proprio schifo.

Einar sbuffa e si volta verso il finestrino,come fanno i bambini arrabbiati.

"Se ti do così tanto fastidio perché sei venuto?Sicuramente Susan non ti ha puntato un coltello alla gola"affermo,stanca del suo malumore.

So che il suo cattivo umore è opera mia...d'altro canto ho rifiutato un suo bacio,non che l'avessi ucciso,ma credo che mai nessuna l'avesse fatto.
Per questo è così arrabbiato.

"Mi ha rubato le chiavi della macchina"mi risponde.
Ah...allora avrei fatto la stessa cosa anche io.

"Puoi sempre andartene"continuo.
"Mangia e basta!"esclama spazientendosi.

Sbuffo ed inizio a mangiare la mia pizza,anche se per poco non mi butto tutto addosso,dato che sono in macchina e il cartone è grande quanto gli Stati Uniti.

Mangio e lo guardo,e penso a quanto sarebbe bello essere come gli altri...liberi,liberi di vivere senza rimorso,liberi di innamorarsi.
Liberi di nutrire un sentimento così forte come l'amore,non di reprimerlo...

Ho sempre odiato la monotonia,fin da piccola ho sempre amato distinguermi.Mi piaceva comandare e pestare chi mi facesse un torto o chi se la prendeva con il più debole,in più avevo anche una strana abitudine...
Mi piaceva,anzi,amavo giocare con i coltelli o con le forbici ma non mi sono mai fatta male.
I miei genitori impazzivano ogni giorno,cercavano di nascondermi qualsiasi cosa fosse pericolosa ma io riuscivo sempre a trovarla,non so neanche io come visto che oggi non trovo nemmeno il bagno di casa mia.

Ero una bambina semplice,spensierata e solare,un po' stramba...ma comunque una comune bambina che amava essere distinta.

Invece oggi l'unica cosa che realmente vorrei è essere come tutte le altre mie coetanee.
Vorrei preoccuparmi di avere degli amici,di seguire una dieta,di mettere lo smalto precisamente e di stare attenta alla cura della mia pelle.
Vorrei ridere,riempire le mie giornate con letture o serie tv,vorrei innamorarmi e ricevere una batosta per poi innamorarmi di nuovo,sta volta però della persona giusta.
Vorrei vivere con la mia famiglia,ubriacarmi per la prima volta e essere terrorizzata della droga.
Vorrei aver paura di un arma,non di esserne attratta e vorrei dimenticare tutto ciò che non è legale e tornare a casa ad un orario stabilito per la troppa paura che i miei genitori mi mettano in punizione.

Vorrei anche essere una piagnucolona...ma non posso,non posso essere niente di tutto ciò.

L'unica cosa che posso fare e tenermi stretta le persone a cui voglio più bene e cercare di sopravvivere ogni giorno.

Ogni fottuto cazzo di giorno.

Prendo in mano un pezzo di pizza e poi passo il cartone ad Einar,poggiandolo sulle sue gambe.

Lui si gira e mi guarda disorientato...sa che odio condividere il cibo,ma credo che adesso sia la cosa più giusta che potessi fare,e per una volta,voglio fare la cosa giusta.

"Non ho più fame"affermo quando lui non smette di guardarmi scandalizzato.

In realtà ho una gran fame ma non è importante...io ho sempre fame.

Aggrotta le sopracciglia e continua a guardarmi,poi accenna un piccolo sorriso ed inizia a magiare la pizza.

"È molto buona,ci sai fare"commenta.
"Non l'ho mica fatta io"gli rispondo senza riuscire a trattenere un sorriso.

Soy el diablo, pero soy graciosa ( fase di revisione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora