08-Vamos a bailar-

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Iris pov's

Ignoro i forti crampi allo stomaco e continuo a correre, non riuscendo proprio a smettere di ridere. Era da tempo non ridevo così tanto.
Ed è così strano divertirsi grazie ad una persona che non sopporto.

D'un tratto, due mani si appropriano della mia vita con imminente sicurezza e in tempo di poco mi ritrovo con i bracci stesi lungo la schiena di Einar e piedi in aria. D'istinto chiudo gli occhi, lasciando che l'aria tiepida di Buenos Aires mi accarezzi la pelle.

"Io vi denuncio per atti osceni in luogo pubblico!" qualcuno interrompe questo strano quanto magico momento nostro, e l'armonia che si era creata si spezza improvvisamente. Einar si ferma, mentre io inizio a dimenarmi come un'anguilla e quando lui finalmente decide di mettermi giù, lascia appositamente scivolare lentamente il mio corpo lungo il suo.
Grandissimo stronzo.
Sistemo il mio vestitino e mi schiarisco la gola, per poi alzare lo sguardo dal terreno. Sento le guance pizzicare leggermente, quando mi rendo conto che tra risate e insulti siamo arrivati a destinazione, proprio dove il resto del gruppo ci stava aspettando.
Che grandissima figura di merda.

Mi mostro tranquilla di fronte agli altri, ma la mia sicurezza vacilla quando alcuni scoppiano a ridere, ed Einar si aggiunge alle loro risate.
"Che avete da guardare?" chiedo, scontrosa.
"Niente, Iris. Assolutamente niente" risponde Luke, senza neanche provare a nascondere quel sorrisetto che mi sa tanto di presa in giro.
Vorrei sparire oppure cancellare questo momento. Mentalmente mi appunto di non lasciarmi più andare così tanto con nessuno.
"E allora smettetela di fissarci. Siete inquietanti!" dopo aver urtato appositamente Einar mi incammino verso il ristorante dove abbiamo deciso di cenare. Gli altri a ruota mi seguono mentre la mia irritazione aumenta a dismisura quando Einar continua a ridere.
Ed anche con gusto. Incrocio le braccia al petto e irata mi volto verso di lui.

"Giuro che se non la smetti di ridere ti rinchiudo in una cantina, poi lego, ti ingozzo di sushi verde e viola e poi ti costringo a guardare un programma demenziale come Peppa Pig!" esclamo, puntandogli un dito contro. Poi aggiungo: "Poi ti faccio la ceretta, ti butto addosso vermi e caramelle. Anzi no, le caramelle me le mang..." una mano si posa con forza sulle mie labbra, non permettendomi di finire la frase.

"Che ne dici di chiudere il becco?" chiede Einar, continuando a tenere il suo palmo premuto contro le mie labbra. Metto le mie mani sul suo petto e lo spingo via.
"Se ridi ancora giuro che lo faccio." ribadisco, riprendendo a camminare. Qualcuno sghignazza ancora alle mie spalle, così mi volto nuovamente pronta a minacciare anch'esso ma le mie cattive intenzioni crollano, quando mi accorgo che la risata proviene dal piccolo Alex.

Sorpresa e incantata lo fisso forse un po' troppo a lungo, e quando lui se ne accorge smette subito di ridere e in un attimo il suo viso bianco e liscio si colora di un rosso acceso.
D'istinto sorrido, un sorriso che arriva anche ai miei occhi, ne sono sicura. Ed anche il cuore quando lui ricambia quel piccolo gesto.
Non mi terrai il muso ancora a lungo.
Mi vuoi bene e non puoi nasconderlo.
Non possiamo nascondere un sentimento tanto grande.

"Hey, Iris" una mano si posa in maniera delicata sul mio braccio, così sono costretta ad interrompere il contatto visivo con mio fratello e guardare Emily che scuote davanti ai miei occhi una piccola cassa Bluetooth e il suo cellulare. Sorrido compiaciuta quando preme sul pulsante d'accensione, poi inizia a cambiare canzoni su canzoni tramite il suo telefono, alla ricerca della canzone giusta facile anche da remixare. Emily è la disc jockey del gruppo, è grazie a lei se balliamo su della musica esplosiva. Sa fare molto bene il suo lavoro, anche se non ha tutte quelle sue attrezzature con sè, ma dispone solo di un piccolo cellulare.

Quando Barb prende la mia mano e mi costringe a salire sul bianco marmo della bellissima fontana presente le sorrido, capendo perfettamente ciò che vuole fare. Si muove insicura sotto le prime note armoniose di Vamos a bailar, ma quando anche io compio i miei primi passi, si mostra subito più sicura di sé e si lascia trasportare dal suo talento e dalla voglia travolgente di affermarsi nel mondo della danza. Proprio come un leader e il proprio alunno, complici ci muoviamo a tempo usando gli stessi movimenti.

Soy el diablo, pero soy graciosa ( fase di revisione )Where stories live. Discover now