Anche lui aveva qualcosa di cui parlare con lei, e si trattava di una questione molto delicata che desiderava affrontare in privato. Non gli sarebbe stato d'aiuto chiedere udienza, perché altrimenti sia Alcina che gli altri residenti al castello avrebbero avuto la facoltà di essere presenti; e non era quello che il marchesino desiderava. Decise, tuttavia, di attendere che la principessa finisse il suo discorso, perché gli appariva insensato discutere di più argomenti allo stesso tempo. Da buon diplomatico, quale aveva dimostrato di essere, sapeva come comportarsi in ogni circostanza. Quindi non disse nulla e ascoltò, con una devozione che sentiva nascere nuova dentro di sé, le parole della figlia dei sovrani di Defi.

«Quest'altra persona, però...» Flora non poté evitare di mordersi il labbro: aveva saputo con maestria tenere il segreto e doverlo rivelare era per lei una grande preoccupazione, ma Giampiero le ispirava grandissima fiducia, quindi proseguì. «... Non è quel ragazzo che mi manda sempre i fiori; non è, insomma, colui che tutti credono. Si tratta di un altro, non penso che tu lo conosca, non lo conosce nessuno della corte. Non sto a spiegarti come ci siamo incontrati, non è questa la cosa importante. Ciò che conta è che questa notte ci saremmo dovuti incontrare, ma lui non è venuto.»

La principessa Primavera si interruppe e prese fiato. Lanciò un'occhiata nervosa alla parete del salone, illuminato da coppie di candele ben distanziate tra loro, tremando all'idea che la regina potesse aver origliato le sue parole. Si riscosse al pensiero che non c'era modo che qualcuno la udisse, non senza essere presente; e lì c'erano solo lei e il marchesino.

«Temo che gli sia accaduto qualcosa» sospirò.

«In che modo posso aiutarti?» chiese Giampiero, con tono sinceramente preoccupato. Non poteva non avere notato l'animo agitato della ragazza e si sentiva in dovere di fare qualcosa per lei, non solo come ricompensa a quella dimostrazione di fiducia, ma perché, in qualche modo, sentiva che era giusto prendere le sue parti. I sentimenti di Flora verso qualcuno che non fosse Nicola Lotnevi erano molto più che legittimi, secondo lui, ma sapeva che contraddire Alcina e Tancredi non era saggio e non l'avrebbe fatto; non apertamente, almeno.

Flora gli sorrise, dimostrando quanto apprezzasse il suo interesse, senza cessare di avere una luce seria negli occhi, e gli espose con brevità il punto a cui voleva arrivare.

«Claudio, il ragazzo dei fiori, sa cosa è accaduto. Prima sono riuscita a vederlo per poco tempo, alla presenza delle sentinelle, e gli ho detto di andare da Menta. È una ragazza che vive a Nilerusa, so di potermi fidare di lei: conosce la situazione, ed è tra le persone che hanno premura di aiutarmi a nascondere la verità. Ho bisogno che tu vada da lei al posto mio, perché io non posso lasciare il castello senza essere notata o, peggio, seguita. Non posso permettermi che i miei genitori conoscano la mia rete di segreti. Ti darò le istruzioni necessarie per arrivare da lei. Se tu ti assenterai, non se ne accorgerà nessuno, hai la fortuna di non avere sopra gli occhi di tutti.»

Fissò il suo sguardo in quello del giovane marchese e i suoi occhi chiari quasi si inumidirono nuovamente. Mormorò, con voce sommessa, due parole che mai aveva pronunciato fino a quel momento. «Ti prego.»

Giampiero l'aveva ascoltata con attenzione, colpito dalla rivelazione fattagli dalla principessa Primavera. Non era quindi il popolano di cui tanto aveva sentito parlare? Alcune delle più giovani tra la dame di corte erano ammaliate dal sorriso che contraddistingueva il suo volto, che appariva ai loro occhi come illuminato da un bagliore divino. Eppure, il marchesino lo aveva compreso, era chiaro che ad attirarle era la possibilità di una relazione che le rispettive genitrici avrebbero di certo disapprovato, nulla di più: per loro quel Claudio sarebbe stato solo un divertimento, al pari di qualche servo del castello.

Annuì, disposto a esaudire ogni suo desiderio. Capiva che quanto aveva detto Flora era vero: in ben pochi si sarebbero accorti della sua assenza, che avrebbe potuto giustificare con un pretesto qualsiasi. Aveva intenzione di scoprire cosa fosse accaduto all'amante della principessa e di riferirglielo, senza il timore di incorrere nelle ire di Alcina: la sovrana non gli avrebbe mai estorto una parola.

Selenia - Trono rovesciatoWhere stories live. Discover now