Lea

21.6K 809 124
                                    

Si stavano fissando da parecchi minuti e io non ne potevo più di quel silenzio alquanto imbarazzante. "Allora?" ebbi il coraggio di parlare visto che quei due non si davano una mossa.

Alex al mio fianco sospirò passandosi una mano tra i capelli. "Che ci fai qui?" adesso la sua voce era più rilassata.

"Sono tornata!" esclamò la ragazza aprendo le braccia.

"Perché te ne sei andata?" domandò successivamente Alex.

"Lei deve per forza assistere?" sbuffò indicandomi.
"Vorrei ricordarti che sono qui." sbottai incrociando le braccia al petto.

"Beh, sono pur sempre fatti nostri." si girò completamente verso di me.

"Bambina, vai in casa." mi ordinò Alex e io spalancai la bocca.
"Ovviamente." varcai la porta di ingresso e salii al piano di sopra. Spalancai la finestra per osservarli. Delle bionde ossigenate non ci si poteva fidare. Ovviamente adesso erano tre.

Non c'è due senza tre.

E non c'è Harper senza sfiga.

Li osservai discutere ma da qui su non riuscivo a capire cosa stessero dicendo. Dopo una decina di minuti la bionda gli lasciò un bacio sulla guancia per poi incamminarsi nella piccola stradina buia illuminata da qualche lampione.
Alex rientrò in casa e chiusi di colpo la finestra buttandomi sul letto. Afferrai il mio computer fingendo di guardare una puntata di The Vampire Diaries.

"Harper." Alex bussò un paio di volte alla porta prima di aprirla.

"Chi era?" chiusi il computer incrociando le braccia.

Sospirò. "Lea." si sedette di fronte a me.

"Che ci fa qui?" sbottai acida.

"È tornata."

Alzai le braccia al cielo. "Non c'ero proprio arrivata!" commentai sarcastica. "Perché se n'è andata?"

"Doveva trasferirsi in svizzera con suo padre. Ha preferito lasciarmi un biglietto piuttosto che affrontare la situazione. L'avrebbe fatta sentire peggio." mi spiegò torturandosi le dita.

"E non ha pensato che anche tu potessi soffrire tanto?"

"Non ha importanza." tagliò corto scuotendo la testa.
"Eccome se ne ha!" stavo perdendo la pazienza. "L'hai perdonata?"

"Cosa? Certo che no!"
"Una cosa buona l'hai fatta." alzai un sopracciglio poggiando la schiena al muro.

"Piccola." mi si avvicinò. "Non cambierà nulla."
Sospirai. "Non ne sono poi così sicura." sussurrai.

"Ehi, vieni qui." aprì le braccia e mi ci fiondai dentro. "Ti amo bambina. E il fatto che lei sia qui non cambierà il mio amore nei tuoi confronti." mi baciò la nuca. Annuii leggermente lasciandomi coccolare tra le sue braccia.

"Alex ho fame."

"Sei peggio dei bambini." ridacchiò.

"Vorrei ricordati che mi consideri una bambina." alzai gli occhi al cielo.

"La mia piccola bambina." precisò porgendomi la mano e conducendomi insieme a lui in cucina.

"Ordiniamo delle pizze?" propose e annuii.
"Avvisa i bambini." annuii nuovamente.

Andai in soggiorno dove trovai Joshua e Rachel litigare sul canale da impostare. "Bambini, smettetela." cercai di placarli senza buoni risultati.
"Perché state discutendo?"

"Io voglio vedere Victorius ma Joshua non vuole!" Rachel mise il broncio incrociando le braccia al petto. I boccoli biondi le ricadevano spettinati sulla fronte, era adorabile.

"Mi dispiace Josh, ma io sono nel team Rachel!" esclamai recuperando il telecomando e sedendomi in mezzo ai due bimbi. Impostai il canale e cominciai a guardare Victorius.

"Le dai ragione solo perché è una femmina!" protestò il bambino alla mia destra.
"Non puoi insultarmi questo programma!" lo zittii tirandogli una guancia.

"Ehi ehi ehi, che sta succedendo qui?" Carter spuntò dalla porta d'ingresso.

"Dove sei stato?"

"Con Thomas, cose da ragazzi." alzai gli occhi al cielo.
"Cosa si mangia?"

"Solo a quello pensi." alzai nuovamente gli occhi al cielo.
"Il pasto è una delle cose più importanti e il mio stomaco implora qualcosa di decente da mettere sotto i denti." disse massaggiandosi la pancia.

"Mangiamo pasta e broccoli." mentii.
Risi di gusto osservando la sua faccia disgustata. "Per stasera passo!" urlò sparendo al piano di sopra.

"Non mangiamo veramente pasta e broccoli, vero?" mi chiese la bimba alla mia sinistra. Scossi la testa. "Alex sta ordinando le pizze." riccioli d'oro tirò un sospiro di sollievo.

Il fattorino arrivo in una mezz'oretta circa. Presi al volo dal tavolo 20 dollari e li porsi gentilmente al ragazzo di fronte a me. "Per te può anche offrire la casa." mi fece l'occhiolino squadrandomi dalla testa ai piedi.

"Non ce n'è bisogno!" continuai a porgergli la banconota.
"Come ti chiami?" mi domandò prendendola.

"C'è qualche problema?" Alex spuntò alle mie spalle abbracciandomi da dietro e lasciandomi un bacio sul collo. Il suo fare protettivo, come sempre.

"Assolutamente! Ecco le vostre pizze." ce le porse e io le presi ringraziandolo.
Chiusi la porta a mi diressi in cucina.
"Ferma." mi bloccai di colpo. "Che c'è?" domandai.

Mi baciò il collo cominciando a succhiare. Si staccò dopo un paio di minuti. "Ho marcato il territorio." sorrise soddisfatto del suo lavoro.

Alzai gli occhi al cielo. "Cazzo Alex! E se lo vedono i nostri genitori?"

"Sono fuori tutta la settimana." si avvicinò al mio orecchio. "Nessuno ti si deve avvicinare. Devono sapere che sei solo mia." mi baciò il lobo prima di chiamare tutti a tavola.

Carter appena entrò in cucina sbavò osservando le pizze. "Sei una stronza!" mi puntò il taglia pizza contro.

"E tu sei stupido." ridacchiai tagliando la mia pizza e piegandone un pezzo per poi morderlo.

"Mhh." mugugnò Carter chiudendo gli occhi.

"Mi chiedo ancora come faccia ad avere un fisico del genere."

"So di essere bellissimo!" si vantò e lo sporcai in faccia di sugo. "Così sei ancora più bello."

"E io che speravo di dover badare a solo due bambini." sospirò Alex.



SPAZIO AUTRICE:
il capitolo è leggermente più corto per il semplice fatto che oggi ne avrete un altro!
-Reb

Amore proibitoWhere stories live. Discover now