Festa

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"Vicky è il ventottesimo negozio in cui entriamo!" urlai esasperata.

"Appunto e in questo troveremo il vestito perfetto per te!" esclamò lei trascinandomi per un braccio dentro quel negozio.
Mi lanciò almeno 5 vestiti e me li provai tutti.
Il primo era nero ed era troppo stretto quindi lo scartai subito senza neanche mostrarlo alla mia amica. Il secondo era un tubino giallo. Uscii dal camerino.

"Bocciato." disse e provai il vestito successivo. Era sempre un tubino ma questa volta era nero.

"Non mi piace nemmeno questo. Hai già i capelli neri."

"Ti ricordo che li hai presi tu!" alzai gli occhi al cielo e provai l'ultimo rimasto.
Era un vestitino rosa che mi arrivava poco più su del ginocchio. Era stretto in vita e la gonna era più larga e aveva una scollatura a cuore.
Uscii dal camerino e Vicky mi scrutò dalla testa ai piedi.

"Questo è perfetto!" urlò dalla gioia e qualche cliente le lanciò delle occhiatacce. Rimisi i miei comodi vestiti e andammo alla cassa a pagare.
Sospirai di sollievo quando finalmente uscimmo dal negozio. "Abbiamo finito vero?" le
chiesi e lei scosse la testa. Spalancai gli occhi e sbuffai.
"Mancano le scarpe!" esclamò lei trascinandomi in altri 10 negozi.
Alla fine io presi dei tacchi neri non troppo alti e lei invece dei tacchi blu abbinati al suo tubino blu notte.

********

Casa Parker era affollatissima e non l'avevo mai vista in queste condizioni. Il soggiorno era pieno di ragazzi ubriachi che ballavano e pensavano a divertirsi.

Lola aveva raggiunto mio padre in Inghilterra per lavoro e i bambini erano dalla loro nonna. Alex essendo l'unico maggiorenne era responsabile di ognuno di noi e anche della casa.
Immaginai nella mia mente Alex ripulire tutto il disastro che combineremo dopo questa festa. Sarà esilarante. Ridacchiai tra me e me e andai a sedermi su una delle poche poltrone rimaste in soggiorno.

"Signorina Wilson." Carter si piazzò davanti a me e mi porse la mano. Scossi la testa ma lui mi trascinò ugualmente in pista.
Cominciai a muovere i fianchi a ritmo della musica e alla canzone successiva anche Victoria si unì a noi. Quando terminò Vicky mi trascinò a prendere qualcosa da bere.

"Vodka alla pesca per entrambe." chiese al ragazzo che si occupava delle bevande che ci porse subito i nostri bicchieri. Assaggiai il contenuto e l'alcool cominciò a bruciarmi in gola. Mandai giù tutto il bicchierino e lo poggiai sul tavolo.

Cercai mia sorella tra la folla e la vidi ballare con un ragazzo in mezzo alla pista. I miei occhi poi si spostarono su Alex. Una ragazza bionda ossigenata che pensai fosse Brianna si strusciava su di lui e ficcava la sua lingua nella bocca di Alex. Li guardai disgustata.

"La coppia dell'anno." sussurrò Vicky al mio orecchio facendomi ridere.

"Sono disgustosi." esclamai distogliendo lo sguardo e rivolgendolo verso Clara che ci stava venendo incontro. "Lucy?" le chiesi. Non era con lei e mi sembrava strano, quelle ragazze erano inseparabili.

"Victoria non le permette di venire visto che ha solo 15 anni."

"Sei consapevole che invece noi ne abbiamo solo 16?" le ricordai rivolgendomi alla mia amica.

"Non voglio che si metta nei guai." fece spallucce e raggiunse Thomas in pista.
Alzai gli occhi al cielo e andai a rifugiarmi in camera mia.
Cercai la quiete più assoluta ma con tutto il caos che provocava la musica era impossibile.
Presi un album delle foto di famiglia. Nelle prime pagine eravamo ritratti tutti e quattro, quando ancora mio padre faceva parte della nostra vita. Quando si è risposato non si è fatto più sentire infatti fui sorpresa dopo la morte della mamma della sua decisione di accoglierci nella sua nuova famiglia.

I miei pensieri furono interrotti dall'invasione di uno sconosciuto nella mia camera.

"Hai bisogno di qualcosa?" gli chiesi e lui scosse la testa. I suoi occhi erano rossi. Era ubriaco fradicio.
Si avvicinò a me e cominciai a spaventarmi.
Appoggiò la sua mano sulla mia coscia e lo supplicai di andarsene. Infilò poi la mano sotto al mio vestito.

"Non toccarmi!" urlai.

"Voglio solo divertirmi bambina." detto da quello sconosciuto quel nomignolo risultava ancora più schifoso.

"Levale subito le mani di dosso Jackson." Alex era arrivato nel momento giusto, grazie al cielo.

"Solo tu puoi toccare la tua bellissima sorellina, Parker?" mi tolse le mani di dosso ma non osò spostarsi di un millimetro da me.
Alex lo prese per il colletto della camicia e sussultai.

"Okay amico, me ne vado." si arrese infine lo sconosciuto prima di lasciarmi da sola con lui.

"Stai bene?" chiese avvicinandosi a me.
Annuii. Poggiò due dita sotto il mio mento costringendomi a guardarlo negli occhi. I miei occhi azzurri erano immersi nei suoi e viceversa. "Sicura?" sussurrò ad un centimetro dalle mie labbra e il mio cuore perse un battito. Mi accarezzò con la mano la guancia. Potevo sentire il suo respiro sulla mia pelle.

"Cosa ti importa tanto?" sussurrai e lui non si mosse comunque di un centimetro.

"Non ci tengo ad averti sulla coscienza, bambina." rispose.

"Torna a strusciarti sulla tua troietta." dissi secca.

"Gelosa?" sul suo viso si formò un ghigno.

"Affatto."

"Vedremo." concluse lui prima di lasciarmi sola
nel bel mezzo della stanza e finalmente ripresi a respirare.

Ti odio Alexander Parker.

SPAZIO AUTRICE:
scusate per il capitolo più corto del solito. Oggi ne posterò altri comunque.
-R

Amore proibitoWhere stories live. Discover now