Con te sto bene

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Mordicchiai la punta della matita cercando di risolvere il quesito di matematica. Sbuffai e chiusi il libro con forza.
Presi il telefono e diedi una tregua a quello studio matto di domenica pomeriggio. Avevo un paio di messaggi:

Vicky: "Tu non me la racconti giusta col fratellone ;)" ridacchiai e le risposi con un emoji con la linguaccia.
Aprii l'altro messaggio.

Steve: "Hai da fare oggi pomeriggio?"

La porta della mia camera si spalancò. Mi girai verso di essa e trovai Alex.
"Hai un tempismo perfetto."

"Chi ti ha invitata a uscire?" si sistemò il ciuffo a lato e incrociò le braccia al petto puntando i le sue iridi azzurre nelle mie.

"Cosa ti fa presupporre che qualcuno mi abbia invitata ad uscire?" mi alzai e mi posizionai davanti a lui.

Fece spallucce. "Intuito." fece un mezzo sorriso facendo spuntare due piccole fossette che non avevo mai notato. Avrei voluto bucargliele con il dito ma non mi sembrava il caso. "Vuoi uscire con Steve Parker?" aggiunse subito dopo e spalancai la bocca.

"Come fai a sapere che sia Steve?" domandai. "E non ripetere che sia intuito." aggiunsi alzando un sopracciglio facendolo ridacchiare.

"Volevo portarti in un posto veramente." tornò serio.

"Ah, si?"

"Ma se vuoi uscire con un coglione, prego." indicò l'uscita con un dito.

"Alex!" urlai. "Mi faresti uscire con lui?" chiesi anche se la risposta fosse ovvia.

"No infatti scherzavo." alzai gli occhi al cielo. "Vestiti comoda e pesante. Ci vediamo giù tra 10 minuti." aggiunse prima di sparire dalla mia camera.

Tirai fuori dall'armadio un paio di jeans e un maglione rosso. Mi vestii e portai il beauty case in bagno. Mi truccai come al solito e sciolsi la crocchia cominciando a pettinare i capelli che per fortuna oggi collaborarono.
Presi la giacca e la sciarpa e raggiunsi Alex al piano di sotto.
"Hai fatto prima del solito bambina, mi stupisci." gli regalai il mio dito medio seguendolo nel garage per prendere la sua macchina.

"Ricorda, attenta alla mia bambina 2." mi ricordò mentre chiusi cautamente lo sportello dopo essermi seduta al posto del passeggero accanto al guidatore. "Sissignore."
Accese la radio e cominciai a canticchiare sulle note di "Amsterdam" degli Imagine Dragons.
Lo guardai ogni tanto di sottecchi mentre si concentrava alla guida. I capelli erano sempre spettinati non riuscivano mai a stare a posto. Era adorabile.
A freno questi pensieri Harper.
Mi diedi qualche schiaffo mentale e cominciai a pensare ad altro.

"Dove stiamo andando?" domandai portandomi la ciocca davanti dei capelli dietro l'orecchio.

"Sai che non te lo dirò."

"Peccato, ci speravo." sbuffai e cambiai stazione radio.
Dopo varie canzoni finalmente lo vidi parcheggiare in una grande strada di San Diego. Scesi dalla macchina e fui affiancata subito da Alex.
Davanti ai miei occhi c'era una grande pista di pattinaggio. Portai lo sguardo sul ragazzo al mio fianco. "Te lo avevo promesso." ricordai di avergli detto le prime tre cose che non avevo mai fatto in questi diciassette anni e pattinare era una di queste.

Portò una mano dietro la mia schiena e mi spinse dentro il grande edificio. Ci rivolgemmo ad un signore lì dentro per chiedere i numeri dei nostri pattini.
"Un 43." rispose Alex rivolgendo poi lo sguardo verso di me come per chiedermi quale fosse il mio. "38." risposi e il ragazzo ci portò in un attimo i nostri pattini.

Cercai di stringere i miei il più possibile senza buoni risultati.
"Fai fare a me." si inginocchiò davanti a me e concluse ciò che io non riuscii a fare con i pattini. Mi porse una mano per alzarmi e insieme ci dirigemmo verso la pista di ghiaccio.
"Sei consapevole che io non sappia neanche come reggermi?"

"Per quello esiste la sbarra." me la indicò. "Ma esisto anche io." indicò subito dopo se stesso. Alzai gli occhi al cielo e mi aggrappai al suo braccio appena mettemmo piede in pista.

"Sta tranquilla." mi sussurrò all'orecchio. "Prometto di non farti cadere."

"Sarà meglio per te Parker." lo minacciai e lui alzò una mano in segna di resa reggendomi sempre con l'altra.
Si posizionò davanti a me tenendomi entrambe le mani. Cominciò a pattinare all'indietro mentre io lo seguivo in avanti. "Di questo passo cadrai tu." lo avvisai pensando che potesse sbattere a qualcosa da un momento all'altro.

"Mi sottovaluti bambina." lasciò la presa delle mie mani. "Sono più bravo di quanto tu pensi." cominciò a pattinare e girare intorno a me mentre io restavo ferma immobile al centro della pista per paura di cadere.
Ad un certo punto si fermò a circa un metro di distanza da me. "Vieni qui."

Corrucciai la fronte. "Spero tu stia scherzando."

"Vieni qui." ripeté. Sbuffai e mi avvicinai lentamente a lui. I bambini di 6 anni erano più bravi di me. Non ci furono stranamente incidenti e arrivai sana e salva tra le sue braccia. "Hai visto? Non sei caduta."

"Diventerò più brava di te Parker." gli tirai un pugno leggero sulla spalla.

"Ho i miei dubbi." ridacchiò e riprese la mia mano pattinando lentamente al mio fianco.

Dopo un'ora il nostro turno era terminato e Alex mi portò in un piccolo bar per prendere una cioccolata  calda. Ci sedemmo ad un tavolo nel centro della sala e portai alle mie labbra la tazza bollente. "Tu non prendi nulla?"

Scosse la testa. "Non amo la cioccolata."

"Alexander Parker cosa ti perdi." scossi la testa divertita.

"Alex." marcò per bene il suoi diminutivo.

"Mi scusi Mr. scorbutico." finii la cioccolata e Alex andò a pagare nonostante avessi detto che avrei potuto pagare io per una misera cioccolata.
Tornammo alla macchina e in una mezz'oretta eravamo di rientro a casa. Eravamo arrivati giusto in tempo per la cena. Lasciammo le nostre giacche all'entrata e raggiungemmo gli altri in cucina.

"Bentornati!" ci accolse Lola con uno dei suoi bellissimi sorrisi mentre porgeva a tutti il loro piatto.
Ci sedemmo ai nostri soliti posti. Il mio era a fianco al suo. Lola porse i piatti anche a noi due . Aveva preparato alette di pollo e insalata.

"Ragazzi ricordatevi che a Natale partiremo come ogni anno." mio padre cominciò a parlare. "Mi sono confrontato con Alexander e abbiamo avuto l'idea di andare in montagna. Spero che l'idea vi piaccia." i bambini cominciarono a battere le mani felici. Carter diede subito il suo consenso e anche Abby fece un gran sorriso. Annuii anch'io alla proposta.

"Secondo desiderio esaudito." mi sussurrò all'orecchio.

"Sei diventato il mio genio della lampada?"

"Una specie." accennò un sorriso e cominciò a mangiare.
Sei il genio della lampada migliore del mondo Alexander Parker.


SPAZIO AUTRICE:
nuovo capitolo!
Spero vi piaccia come al solito e buona cena!!
-Reb

Amore proibitoWhere stories live. Discover now