Sto arrivando

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Lisciai i miei corti capelli lisci mentre osservavo la mia figura allo specchio.
Indossavo un jeans e un maglioncino azzurro, capelli naturali e un filo di trucco.
Niente di esagerato, in fin dei conti era solo Steve e dopo oggi non avrei più accettato un appuntamento con lui. Provavo qualcosa per un altro che senso aveva illuderlo?

Erano solo le 16 ma mi aveva chiesto di incontrarci nel pomeriggio. Film e pop corn, nulla di eccezionale per fortuna.
In circa mezz'oretta arrivai a casa sua avendo preso l'autobus. Non ero molto esperta con questo mezzo ma con le sue indicazioni arrivai sana e salva alla piccola villetta che si estendeva davanti ai miei occhi.
Mi avvicinai alla porta e suonai al campanello. In pochi secondi mi fu aperta alla porta e Steve mi accolse all'interno con un sorriso che ricambiai.

"Ho già preparato il film, pensavo di vedere Colpa delle stelle. Le ragazze ne vanno matte." mi disse conducendomi per mano in salone e sedendosi su uno dei divani in pelle facendomi segno di sedermi al suo fianco. Obbedii accavallando le gambe e torturandomi le unghie. Ero nervosa e non sapevo neanche per quale motivo.

"Va benissimo." risposi accennando un sorriso.
"Perfetto." concluse lui prima di schiacciare play.

Dopo una mezz'oretta mettemmo in pausa e chiacchierammo.
"Ci sarai alla partita di domenica?" mi domandò il ragazzo di fronte a me.

Annuii. "Alex mi ha chiesto di esserci."

Sbatté un pugno sul tavolino di fronte al divano . "Non parlare di lui!" urlò facendomi sussultare.
"Mi dispiace." disse subito dopo accorgendosi di avermi fatta spaventare. "Ma mi fa incazzare."

"Perché?" domandai. Questa situazione mi faceva impazzire sempre di più.

"Si è portato la mia ragazza a letto cazzo!" sbraitò alzandosi di colpo dal divano. "Si merita una vendetta." un ghigno malizioso apparve sul suo volto. Mi stava mettendo paura e mi alzai anch'io dal divano.

"Credo sia ora di andare" azzardai camminando lentamente all'indietro.

"E perché mai?" avanzò verso di me afferrandomi per il polso. "Ora che cominciavamo a divertirci."

"Non ho avvisato mio padre che uscissi, sarà preoccupato per me." mentii. Mio padre era fuori per lavoro ma quella era l'unica via d'uscita per andarmene da quella casa.

"Tuo padre è a Boston." cazzo. Come lo sapeva?

"Come lo sai?" domandai continuando ad indietreggiare.

"Non avresti dovuto mentirmi, bambina." mi minacciò sorpassandomi e chiudendo a chiave la porta d'ingresso.

"Non chiamarmi così!" urlai camminando nella direzione opposta. Se non fossi riuscita ad uscire da questa casa avrei dovuto almeno cercare di stargli il più lontano possibile.

"Perché non filmiamo questo momento?" domandò poi Steve e io lo guardai confusa. Eravamo tornati in salone e io adesso mi trovavo esattamente dal lato opposto al suo. "Il fratellone sarà felice di vedere come tocco le sue cose." marcò per bene l'aggettivo sue.

Lo guardai tra il disgusto e lo spavento. "Non vorrai farlo davvero." continuai ad indietreggiare andando a sbattere contro il muro.

"Perché no?" tirò fuori da un cassetto una telecamera e cominciò a manovrarci sopra per accenderla. "Lui l'ha fatto."

"Lea sarà stata d'accordo." azzardai ma in questo momento avrei detto di tutto per evitare qualsiasi cosa.

"Non nominarla!" urlò battendo un piede per terra.

"Mi dispiace." sussurrai impaurita spostandomi dal lato opposto in cui si muoveva lui.

"Perché scappi? Voglio solo farti divertire." sussurrò avvicinandosi sempre di più a me.

"Sono vergine Steve." sussurrai cercando di mantenere la calma.

"Non ti farò male, farò piano piccola promesso." mi sorrise. Quel sorriso in questo momento mi faceva soltanto schifo. Si avvicinò sempre di più a me afferrandomi per il polso.
"Te ne pentirai." sussurrai a denti stretti.

"Sarà la vincita migliore che potessi mai avere." mi corresse lui accarezzandomi una guancia sulla quale era scesa una lacrima. "Suvvia non piangere, vedrai che alla fine ti piacerà." mi asciugò la lacrima mentre io continuavo a guardarlo con disgusto.
"Ti prego." lo supplicai mordendomi il labbro all'interno per evitare di piangere.

"Andrà tutto bene." sussurrò accarezzandomi con una mano la guancia mentre l'altra la spostò sui miei jeans.
"Non toccarmi!" urlai cercando di dimenarmi ma mi tenne stretta per entrambi i polsi facendomi sbattere al muro. Mi lamentai per il dolore facendo comparire una smorfia sul mio volto.

"Non opporti, piccola." sussurrò continuando a tenermi stretta al muro mentre con una mano mi abbassava la cerniera dei jeans per poi sbottonarli. Li abbassò con difficoltà avendo solo una mano a disposizione mentre le lacrime minacciavano di uscire dai miei occhi.

Alex's pov

Gli allenamenti erano appena terminati. Aspettavo Carter appoggiato sul cofano della mia macchina. Lo vidi in lontananza con il borsone in spalla correre verso la mia direzione.

"Un minuto in più e ti avrei lasciato qui." gli dissi mentre lui di tutta risposta alzò gli occhi al cielo.

"Abigail torna a piedi?" domandai. Aveva un corso extra di fotografia il pomeriggio e di solito tornava a casa con noi.

"È da una sua amica." mi avvisò mio fratello mentre lasciava il borsone nel cofano.

"Harper a casa?" domandai successivamente.

"No." rispose lui. "È da Steve."

"È da Steve o è con Steve?" domandai preoccupato.

"Hai sentito bene." rispose secco Carter aprendo lo sportello della macchina.

"Merda!" sbattei un pugno sul cofano della macchina.

"Che succede?"

"Ti spiegherò tutto mentre andremo da Steve." risposi entrando in macchina e mettendola in moto.

"Da Steve?" domandò lui confuso.

"Hai sentito bene." ringhiai partendo a tutto gas. Superai i limiti di velocità esageratamente ma non me ne importava un cazzo.
Se Harper fosse stata in pericolo non me lo sarei mai perdonato. Dovevo andare da lei. Era l'unica cosa buona che mi era rimasta.
Sto arrivando bambina.


SPAZIO AUTRICE:
scusate per l'assenza di ieri ma sono stata molto occupata essendo stata tutto giorno fuori.
Problemi visti ahah e nel prossimo capitolo uscirà tutta la verità.
-Reb

Amore proibitoWhere stories live. Discover now