Questo è per te

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"Tutto questo è successo in una sola giornata?" Vicky spalancò la bocca continuando a girare il suo caffè con un cucchiaino.
Annuii. "Tu stai bene?" mi domandò successivamente.

"Una specie." alzai le spalle mordicchiando la mia ciambella al cioccolato.
"Conta sempre su di me." mi rassicurò poggiando la sua mano sulla mia e terminando il suo caffè.

Pagammo alla cassa e uscimmo dal piccolo bar del centro dove ci incontravamo solitamente. "Ti passo a prendere verso le 4?" mi chiese la mia migliore amica.

Scossi la testa. "Andrò con Alex, me l'ha chiesto."
Sul suo viso comparve un ghigno malizioso. "Hai capito al fratellone." mi fece l'occhiolino salutandomi con la mano mentre camminava all'indietro. La salutai anch'io per poi dirigermi verso casa.

Infilai la chiave nella serratura per poi lasciarla nella piccola coppa sul lato destro della porta.
Appoggiai la mia giacca sulla poltrona e salii velocemente le scale in legno che portavano al piano di sopra. Mi soffermai davanti la porta della stanza di Alex per alcuni secondi, poi mi decisi a bussare. Non sentendo alcun richiamo dall'altro lato appoggiai la mano sulla fredda maniglia della porta in legno e la abbassai lentamente.
Alex stava parlando al telefono con qualcuno e rimasi appoggiata sullo stipite della porta ad osservarlo.
"Ti richiamo." disse notandomi per poi attaccare la chiamata. "Che c'è?" mi chiese poi rivolgendosi a me.

"La felpa ti serve per la partita?" gli chiesi indicandola sul letto.

"Veramente vorrei che ti mettessi questa." disse lanciandomi una maglietta. La osservai attentamente. Sulla parte posteriore c'era il suo numero e il suo nome. "E tu come farai?"

"Io ho la mia." disse prendendo un'altra maglia uguale dal cassetto. "Devi essere pronta per le 15.30"

"Agli ordini!" esclamai uscendo dalla camera per dirigermi nella mia. Tirai fuori una gonna verdone in modo tale da poterla abbinare con la maglia bianca ed essere in perfetta sintonia con i colori della squadra.
Corsi in bagno imprecando varie volte a causa del contatto dei miei piedi caldi con il pavimento gelido.
Riempii la vasca d'acqua calda e mi immersi dentro. Ci rimasi per parecchio tempo infatti l'acqua divenne quasi fredda.
Uscii cercando di bagnare il meno possibile e mi infilai l'accappatoio. Mi asciugai per bene e infilai la gonna verde e da dentro la maglia bianca con il numero di Alex. Ero felice di portarla ed ero felice che avesse scelto che la portassi io.

Sentii bussare alla porta del bagno e aprii. "Hai finito?" mi domandò il mio fratellastro in piedi con solo i pantaloni addosso appoggiato allo stipite della porta.
Arrossii leggermente abbassando lo sguardo per evitare di fissare in continuazione i suoi addominali scolpiti.
"Devo asciugare i capelli." gli feci notare.

"Faccio io." disse prendendo il phon dalle mie mani e inserendolo nella presa accanto allo specchio. Lo accese e cominciò a passarmelo sui capelli mentre io nel frattempo canticchiavo le canzoni degli Imagine Dragons emesse dal mio cellulare.
"Finito." esclamò appena i miei capelli erano completante asciutti.

"Dovrò chiamarti più spesso." gli feci l'occhiolino uscendo dal bagno e portandomi insieme il beauty case e la piastra.
Mi sedetti sulla sedia girevole davanti la scrivania e appoggiai uno specchietto in modo tale da facilitarmi il lavoro.
Passai prima un po' di mascara, la matita e infine un rossetto bordeaux. Infine arricciai i miei capelli con la piastra per i boccoli.

Scesi al piano di sotto e preparai al volo una frittata. Almeno qualcosa sotto i denti l'avremmo dovuta mettere. Chiamai Carter e Alex che scesero in un battibaleno.
"Stavo morendo di fame." esclamò Carter mantenendosi la pancia con le mani e accomodandosi al suo solito posto.

"Brava la mia bambina." mi lasciò un bacio sulla fronte e arrossii più del normale. Gesti simili in pubblico non ne aveva mai fatti.

Tagliai una fetta per ciascuno e porsi loro i piatti. Presi poi una bottiglia d'acqua dal frigo e la poggiai sul tavolo.
Mi sedetti finalmente anch'io al tavolo e mangiai lentamente la mia porzione di frittata.

"Siete pronti?" ci chiese Alex appena terminammo tutti di mangiare. Io e Carter annuimmo e lo seguimmo fuori casa mentre nel frattempo mi infilavo la mia giacca di pelle nera.
Mi sedetti davanti per evitare un discussione fra i due fratelli e accessi la radio per il tragitto da casa-scuola nonostante fosse abbastanza corto.
Arrivammo infatti in circa 7 minuti ed entrammo in palestra. Alex andò negli spogliatoi mentre io e Carter ci accomodammo sugli spalti.
"Dovrebbero arrivare da un momento altro." mi avvisò Carter osservando lo schermo del suo cellulare.
Annuii e rivolsi lo sguardo verso l'entrata da cui fecero ingresso Victoria, Thomas e tutti nostri amici. Si sedettero al nostro fianco e Vicky mi porse due tubetti di pittura.

"Lasciami fare." disse con un gran sorriso spremendosi la pittura bianca sull'indice e quella verde sul medio.
Mi guardai dallo fotocamera del mio telefono e notai che invece di tracciarmi due linee come il resto del nostro gruppo mi scrisse una A bianca sulla guancia destra e una identica verde su quella sinistra.
"Me la pagherai!" la minacciai e di tutta risposta lei si mise a ridere. Alzai gli occhi al cielo e notai come in meno di mezz'ora gli spalti della nostra scuola furono affollati.

Verso le 16.15 fecero ingresso le cheerleader che fecero il loro solito balletto prima di una partita.
"Ma quanto cazzo è corta la loro divisa!" esclamò Clara al fianco di Lucy facendoci ridere.

"Potresti andare a fare tu la cheerleader." propose Peter osservando il mio abbigliamento. Feci comparire una smorfia di disgusto.

"Non le permetterei mai di sostituirmi con queste sottospecie di galline uscite male dall'uovo." si intromise Victoria tirando una guancia di Peter al suo fianco.

Finalmente entrarono in campo i ragazzi. La nostra squadra era verde e bianca mentre quella avversaria era nera e bordeaux.
I ragazzi si muovevano da un lato all'altro del campo e dopo circa una mezz'oretta ci trovavamo 30-36 per la squadra avversaria.

"Forza ragazzi!" esultò Carter alzandosi in piedi insieme a Victoria. Finalmente uno della nostra squadra fece un canestro.
In questo momento la palla era tra le mani di Alex che si dirigeva verso il canestro avversario. Lanciò la palla che roteò intorno al canestro per poi entrarci dentro.
La parte di spalti della nostra scuola saltò in piedi esultando.
Notai Alex cercare qualcuno tra la folla e quando i nostri occhi si incrociarono mi indicò facendomi l'occhiolino. Sorrisi come un ebete.
Sentii alcune ragazze davanti a me esultare perché pensavano fosse a loro ma in realtà si sbagliavano.
Alexander Parker mi aveva appena dedicato il suo canestro.



SPAZIO AUTRICE:
nuovo capitolo!
spero vi piaccia. E no, Alex e Harper non stanno ancora insieme se ve lo steste chiedendo.
Un po' di pazienza ahaha.
-Reb

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora