Capitolo 26: indecisione.

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Non era possibile.
Eppure, le labbra carnose e rosee come in ogni foto che avessi visto, i suoi occhi, così simili ai miei e i capelli biondi e leggermente mossi anch'essi identici alla mia capigliatura.

-Hai visto, Jocelyn?- sorrise beffarda la rossa, che fino a poco tempo fa viveva dentro di me. -Non è poi così difficile dire la verità a questi...- non riuscii a farle finire la frase.
Essendosi avvicinata poco prima, ce l'avevo a portata di mano.
E quando aprii quella sua bocca starnazzante parlando con quella voce superiore e piena di sè, non riuscii a trattenere le mie mani.
Le tirai uno schiaffo talmente forte in viso che Minerva si voltó di lato, per poi guardarmi con un'espressione adirata e il fuoco che gli esplodeva letteralmente negli occhi. -Come hai osato brut- non riuscii neanche a terminare questa frase, ma io non c'entravo nulla.
Anzi.
Mi ritrovai di nuovo le mani tremolanti quando sul suo viso apparve un ghigno e i suoi occhi si puntarono sulle mie labbra.
Dalle sue, colava un rivolo di sangue color cremisi, forse dovuto al ciondolo del bracciale che portavo al polso, ma come se lo fosse procurato non mi importava.
Poi, la sua voce emise un verso misto fra lo stupore e come al solito, alla superiorità.

-Ashley...- Melanie mi si affiancó e mentre la guardavo, notai lo sguardo stupito di tutti gli altri ragazzi. -Il labbro...- disse quasi in un sussurro.
Portai una mano sul punto indicatomi dalla ragazza e quando guardai le dita erano imprgnate di quella sostanza rossa.
Minerva scoppió in una fragorosa risata.

-Merda.- sibiló mia madre. La guardai, mentre stava ancora di fianco a mio padre, che di canto suo non le aveva ancora tolto gli occhi di dosso.

-Che cosa vuole dire?!- esordii Victor. Anche lui si avvicinó e mi tolse delicatamente la mano dalle labbra. -Perchè esce sangue anche a lei?!-
Si voltó nuovamente a fissare la bionda che, secondo il destino, era mia madre.
Minerva stoppó la sua risata e si voltó verso i miei genitori.

-Certo che vostra figlia vi da un sacco di problemi...- sibiló a denti stretti.

Fu improvviso, neanche io me lo aspettavo da me stessa.
Scattai in avanti e le cinsi le mani intorno al collo, facendola sbattere contro al muro, ma ció non le impedì di ridere.
Quanto odiavo il suono di quella risata.

-Avanti, stringi la presa.- disse, con uno sguardo maniacale. -Se soffoco io, soffochi tu.-

-Che vuoi dire?!- finalmente delle parole uscirono dalla mia bocca. -Non credo ai tuoi giochetti, Minerva.-

-Fattelo spiegare da tua madre.- mi sfidó. -Io e te siamo legate ancora Ashley...come ho detto, se io soffoco, soffochi anche tu.-

-Ashley lasciala.- non era la voce di mia madre.
Ne di Victor.
Ne di Melanie.
-Ashley, ascoltami.- ma bensì, di mio padre. Mi morsi le labbra eppure, lasciai la presa sull'esile collo di Minerva, che, ovviamente, continuó a ridere soffusamente.
Mi voltai verso di lui e lo guardai.
Mio padre aveva fatto qualche passo avanti rispetto alla donna che fino a pochi giorni fa mi era sconosciuta e mi guardava con occhi severi e duri.

-Vattene via di qui, Minerva.- mia madre, invece, aveva uno sguardo carico di odio, ira, acidità e cattiveria. I suoi occhi potevano benissimo prlare da soli, senza l'ausilio di parole.
Senza che l'ultraevoluta potesse ribattere, uscii da quello spogliatoio.

-Che cosa voleva dire.- mormorai, prima impercettibilmente. -Cosa voleva dire?!- urlai, verso di lei. -E perchè tu sei viva?!-

-Biba...- cercó di dire.

-Non mi chiamare così!- ormai le lacrime si impossessavano delle mie iridi color nocciola. -Perchè Minerva ha detto così?!-
Avevo alzato talmente tanto la voce che quando finii di urlare, avevo il fiatone.
La fissai e per un momento ci fu il silenzio, mentre Melanie e Victor mi stringevano entrambi i lembi opposti della maglietta, ma senza interrompermi.

-Perchè tu e lei siete ancora legate.- cominció mia madre. -Ed è per questo che io...- si bloccó, quando incontró gli occhi di mio padre, che la incitavano ad andare avanti, carichi di rammarico e allo stesso tempo di rabbia.
-Ed è per questo che io sono dovuta andarmene. Ho fatto in modo che Minerva potesse vivere dentro di te soltanto per...soltanto per...-

-Soltanto cosa?- fu la prima volta che mio padre le rivolgeva la parola, ma anche il suo tono era freddo e distaccato.
Jocelyn, così si chiamava colei che mi aveva dato alla luce, si voltó prima verso di lui e poi di nuovo i suoi occhi saettarono su di me.
Aveva paura di continuare quella frase.

-Soltanto per evitare che la malattia che divora Ashley da quando è nata potesse definitivamente ucciderla.-

Sii Forte. ~Inazuma Eleven Go~Where stories live. Discover now