Capitolo 20: debolezze.

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~Victor's Pov

Se non fossi seduto sulla sedia, forse sarei caduto a terra. Non potevo credere di aver avuto sempre davanti agli occhi l'uomo che stimavo di più al mondo. E gli stavo pure antipatico!

-Adesso capisci la gravità della situazione Blade?- non dissi nulla e mi appoggiai lentamente allo schienale della sedia. Axel era ricattato da Zoolan e lui non poteva fare altro che seguire gli ordini di quello stronzo, altrimenti avrebbero fatto del male ad Ashley. La mia Ashley.
Mi parló poi di un certo Detective Smith, un investigatore che già anni prima lo aveva aiutato in casi del genere e ora stava lavorando in segreto con Axel.
Pensai che quella storia fosse un pesante fardello da portare sulle spalle e all'oscuro di tutti, compresa la mia squadra. Eppure, se c'era di mezzo la mia fidanzata avrei sopportato qualsiasi cosa.

-Perchè ha deciso di tenere all'oscuro anche i suoi ex compagni di squadra?- riuscii a capire meglio quell'uomo, ma aveva ancora un qualcosa di misterioso, che non riuscivo a fargli buttare fuori, forse solo sua figlia ci riusciva.
Dopotutto siamo simili.

-Perchè le cose le faccio meglio da solo.-
Stronzo e sicuro di sè, ma Ashley è veramente tua figlia?

-Prima ha detto che non gli piaccio e penso che la cosa sia reciproca.- inarcó un sopracciglio e le sue labbra serie si trasformarono in un quasi impercettibile sorrisetto -E allora perchè ha deciso di rivelarsi proprio a me?-
Axel mi guardó fisso negli occhi e questa volta non cedetti al suo sguardo.

-Perchè tu ami mia figlia.- sussultai alle sue parole. -Entrambi abbiamo lo stesso scopo e cioè riportarla a casa sana e salva e sono sicuro tu possa aiutarmi.-
Dopotutto, quell'uomo alla fine si riveló quasi sentimentale. L' amore per sua figlia era vero e fino a quel momento mi ero sempre chiesto come fosse il rapporto fra i due, vista la differenza di carattere.
La stessa cosa non si poteva dire del rapporto fra me e lui, dato l'odio reciproco.

-Io la aiuterò, ma vorrei che lei mi facesse un favore...-
Axel si raddrizzó sulla poltrona e per una volta mi stesse ad ascoltare con interesse.

~Ashley's Pov

Erano passate poche ore, ma a me sembravano giorni. Non avevo detto niente a Kinishi ed il segno sul mio corpo ne erano la prova.
Avevo le labbra spaccate ed un occhio nero, mentre il mio collo era segnato da macchie rosse che avevano lasciato le sue mani.
Si accovacció e si mise alla mia altezza, prendendomi il viso fra le mani.

-Il mio capo vuole che tu parli, ma a quanto pare hai perso la voce...- mosse la sua mano in una finta carezza e mi ritrassi al suo tocco, ma poi lui la fece scendere fino alle mie gambe, giocando con i lembi della gonna. -Se non parli, sono sicuro che ci possiamo divertire...- con uno scatto riportó la mano sul mio collo stringendo, togliendomi il respiro. -Quindi vedi di farmi fare il mio lavoro in santa pace, capito troietta?- strinsi ancora di più e cominciai a boccheggiare, ma poi con uno strattone lasció andare la presa.
Abbassai la testa, seduta su quella sedia incominciavo a non sentire più ne le gambe ne le braccia, ero così stanca che quasi stentavo a rimanere sveglia.
Eppure, avevo una voglia di spaccare la faccia a quel ragazzo più di qualsiasi altra cosa.

-La voce ce l'ho...- alzai lo sguardo e lo vid ridere perplesso. -È solo che sto zitta per non respirare, il tuo alito mi ammazzerebbe da solo. Ti consiglio le mentine.-

-Non sei nella situazione da fare la furba con me, brut..-

-E tu non sei nella situazione di farmi parlare.-
Adesso ti faccio incazzare, stronzo. -Il che farà arrabbiare molto Zoolan e tu finirai nei casini, perció nessuno di voi riuscirà a tirarmi fuori niente di bocca.-
Kinishi si avvicinó e mi rimise il bavaglio sulla bocca e poi mi fece guardare dritta nei suoi occhi, tirandomi i capelli.

-Preferisco quando stavi zitta.- lasció la presa e sorrise beffardo, portando la mano sul mio viso. Rabbrividii.
-Vediamo se sarai così taciturna quando porteremo qui anche il tuo caro Blade o magari Hobbes, al mio capo non sta poi così simpatico.- sgranai gli occhi e lui rise ancora di più e mi dimenai, riuscendo ad arrivare a pochi centimetri dal suo viso e a guardarlo incazzata.
Mi tiró uno schiaffo che mi fece letteralmente girare la testa di lato.

-Non ci metto niente ad ammazzarti, quindi smettila di fare la furba.- preso da un attacco d'ira, uscii dalla stanza e forse fu meglio cosi, che andasse a scaricare la rabbia fuori e non su di me.
Eppure, quelle sue ultime parole mi riecheggiarono nella mente per ore, se avesse toccato Victor o Austin sarei crollata...
Mi strinsi per quanto potessi nelle spalle e senza farci quasi caso, incominciai a domandarmi quanto ci avrebbe messo mio padre a trovarmi...

Sii Forte. ~Inazuma Eleven Go~Where stories live. Discover now