Capitolo 8: il torneo.

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Non avevo parlato del mio discorso con Cinquedea a mio padre, mi limitai a dirgli che mi avesse fatto dei complimenti per l'incarico con Victor alla Raimon.
Era passata circa una settimana da quell'incontro spiacevole e quel giorno ci sarebbe stata la partita della Raimon contro la Fiducia Incrollabile.
La precedente partita contro il Collegio Via Lattea, alcuni membri si erano ribellati agli ordini del Quinto Settore e in questa partita, anche Victor avrebbe toccato il pallone, entrando in campo come attaccante titolare.
Era da molto giorni che non lo vedevo e, sinceramente, mi mancava. Avevo bisogno di sentire la sua voce, di vedere i suoi occhi color ambra e profondi, che ti scrutavano con attenzione.
Avevo un costante bisogno di lui.
Io e mio padre uscimmo dalla sede del Quinto Settore, dove un ammasso di giornalisti si spintonava con telecamere e microfoni per avvicinarsi a noi due.

-Principessa! Una domanda, per favore, riguarda la Raimon!-
Li ignorai, poi alcuni si rivolsero a papà, ma anche lui fece finta che non ci fossero.
Mi prese l'avambraccio e aiutato da alcuni servitori, ci facemmo largo nella bolgia ed entrammo in macchina, dove tutto il rumore si attenuó, si sentii soltanto il mio sospiro stanco.

-Non ce la faccio più...- dissi massaggiandomi il punto in cui mio padre mi aveva afferrato prima.
Lui spostó la mano sulla mia gamba picchiettando sulla coscia e mi guardó con un sorriso.

-Tutto questo finirà. Hai la mia parola.- marcó per bene l'ultima frase e subito fui riluttante, ma poi gli sorrisi anche io.
Arrivammo allo stadio della Fiducia Incrollabile e quasi mi persi nell'enorme edificio cupo e moderno, dalle pareti scure e i corridoi interminabili.
Mentre stavamo percorrendo uno di questi, con la coda dell'occhio vidi una figura seguirci, così mi voltai di scatto.

-Che succede, Ashley?- mio padre si avvicinó e mi mise una mano sulla spalla, ma io tenni costantemente lo sguardo nell'oscurità, come per notare qualcosa. Nulla si mosse più...

-No, niente.- riprendemmo a camminare, ma io continuavo a svolgere lo sguardo indietro, sentendo sempre qualcuno che ci stesse seguendo.
Quella sensazione mi pervase per tutto il giorno.
Arrivammo in una grande stanza, spoglia e con le solite pareti scure. Era dotata di una grossa vetrata che dava sul campo e vi erano due imponenti poltrone vicino a essa, dove potevamo vedere la partita io e mio padre.
Osservammo tutta la partita e quando vidi Victor scagliare la palla verso la porta della Raimon, d'istinto presi la manica di mio padre con una forte stretta, guidata dallo stupore.
Gliela lasciai dopo poco, notando che Saber mi stesse scrutando con lo sguardo.
Quando scattó la fine del primo tempo mi alzai di scatto dalla poltrona e mi diressi verso uno dei corridoi, ignorando mio padre che continuava a chiamarmi.
Iniviai immediatamente un messaggio a Victor e mi nascosi dietro una colonna nella galleria.

-Victor's Pov
Che partita assolutamente inutile, nessuno è alla mia altezza. E Arion, quel ragazzino impertinente, perchè non...
I miei pensieri furono interrotti dalla vinrazione del mio cellulare; guardai il display e notai fosse un messaggio di Ashley. Subito fui pervaso da un'improvvisa e strana emozione, che non saoevo spiegarmi. Era come se in tutti quei giorni di assenza, mi fosse mancata ed in fondo, ci soeravo che si facesse viva.
Voleva incontrarmi nella galleria, in quel momento.
Senza degnarmi di scusa alla squadra, mi diressi proprio lì, in quel corridoio buio e tenebroso.
Mi addentrai nella galleria degli spogliatoi, ma non vidi nessuno; poi, d'un tratto, sentii il mio colletto tirare e d'istinto misi le mani sui fianchi di lei e la sentii sussultare.

-Ashley's Pov
Eravamo a pochi centimetri di distanza, lui poneva le sue mani sui miei fianchi ed io rimasi appesa al suo colletto.
Sentivo il suo respiro sul mio collo e mi scatenó un brivido lungo tutta la mia schiena.
Mi ricomposi subito, pensando a cosa dovessi dirgli e staccandomi da lui con le mani. Lo spazio tra quelle due colonne era talmente ristretto che i nostri corpi si toccavano ancora

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