Capitolo 7: Cinquedea.

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Ero tranquilla nella Sala Grande del Quinto Settore, accanto mio padre seduto sul suo 'trono'.
Davanti a noi, una grossa slide proiettava la partita contro la Raimon e i Cavalieri Oscuri, precisamente quando Riccardo Di Rigo evocó il suo spirito guerriero.

-È strabiliante che un giocatore comune possa aver evocato uno spirito guerriero.- ammise Saber, che nel mentre spense il proiettore.

-Ha evocato il suo spirito in una situazione davvero difficile, ma è riuscito a possederlo per soli 2 minuti.- si intromise mio padre e Saber lo guardava attentamente. -Non ha abilità che un Imperiale addestrato non abbia già. Non è una minaccia.-
Sapevo che stesse dicendo tutto questo per proteggere quel ragazzo ed in più per dare una possibilità alla Raimon di vincere il campionato.
Il 'Cammino Imperiale' o meglio conosciuto negli anni precedenti come Il 'Football Frontier.'
La Raimon aveva vinto per molti anni consecutivi questo torneo e questa fu una delle cause della nascita del Quinto Settore e del calcio regolamentato.

-Ashley?- mio padre mi diede uno strattone alla spalla. Ero talmente presa dai miei pensieri che non mi accorsi che mi stesse chiamando. -Cosa dovevi mostrarmi?-

-Oh, sì...- mi avvicinai ad una piattaforma digitale trasparente e con un movimento della mano apparve un file con un altro video. Poi cominciai a parlare:
-A quanto dice l'Imperiale Blade e da come mostra il video un altro ragazzo della Raimon ha le capacità di evocare uno spirito, anche se non del tutto. Si chiama Arion Sherwind è del primo anno, non si sa molto su di lui, non ha mai giocato in alcuna squadra prima di questa. Insomma una 'new entry' nel mondo del calcio.- mi voltai, appoggiandomi alla piattaforma digitale con una mano e mio padre mi sorrise. Più volte mi aveva detto che fosse orgoglioso di me e della mia forza che dimostravo in quelle situazione, a reggere la mia parte e aiutarlo in questa specie di 'missione suicida' per salvare il calcio. Perchè suicida? Bhe, per mio padre non giocare liberamente a calcio e regolamentarlo contro ogni sua volontà, era come un suicidio. Eppure, era l'unico modo per impedire che si espandesse questa regola.

-Allora pare che nella Raimon ci siano più sorprese di quanto pensassimo.- affermó Saber, tenendosi come al solito la mano sulla visiera del suo cappello.

-Ci vuole forza d'animo per evocare uno spirito guerriero, tutto qui.- aggiunsi io.

-E lei, Principessa, ha una potente forza d'animo?- una voce che non era ne quella di Saber, ne di mio padre. Dall'oscurità di fianco a me, apparve la vera mente del Quinto Settore, l'inventore si questa amministrazione: Gyan Cinquedea. Subito rimasi pietrificata dallo stupore, ma poi mi rivolsi a lui con tutta sicurezza.

-Sono il solo e unico capitano della squadra Monte Olimpo e come vede sono una ragazza. Se non fossi dotata di una buona forza d'animo, a quest'ora non sarei qui.- aggiunsi un sorriso finale.

-È molto sicura di se stessa.- Cinquedea si rivolse unicamente a me, senza degnare mio padre o Saber.

-Ho avuto un buon maestro.- a questo punto fissai mio padre con un sorriso, ma poi mi girai verso il capo del Quinto Settore con serietà.
Gli diedi le spalle e mi sedetti sul 'trono' di fianco a mio padre, che mi mormoró un "brava" talmente piano che lo sentii solo io.

-Tralasciando le sue doti calcistiche, avrei bisogno di parlare con lei signorina.- mio padre si irrigidii.

-Perchè vuole parlare solo con mia figlia, signore?- intervenne. Lo sapevo che non se ne sarebbe stato zitto di fronte a lui, non si fidava e neanche io.

-Avró modo di discuterne con sua figlia. Vuole seguirmi?- quel sorriso beffardo sul volto non mi piacque per nulla. Mi voltai verso mio padre, ma io non potevo farci nulla, avrei destato troppi sospetti se non avessi fatto cosa mi fosse appena stato ordinato.
Scesi le scale che portarono al corridoio principale e seguii Cinquedea sino al suo uffico, con almeno cinque dei servitori del Quinto Settore dietro di noi.
Entrai e mi sedetti su una delle sedie girevoli poste davanti ad una scrivania in legno nera, dove dietro si sedette lui e mi fissó dritta negli occhi.

-Lei sa bene che l'incarico alla Raimon glielo ho affidato io personalmente- incominció. -Ma purtroppo non sono soddisfatto del materiale che tu e quel moccioso di Blade mi avete riportato.- strinsi i denti per non rispondergli a tono.

-Mi dispiace, noi...- alzó una mano interrompendomi.
Ashley, trattieniti.

-Non ho finito di parlare.- continuó con il sorriso in volto. -A questo proposito, ho fatto in modo che Blade si trasferisse dalla sua attuale scuola, alla Raimon.-

-Ed io?-

-Non posso trasferirla alla Raimon, essendo la figlia del Grande Imperatore e attuale capitano del Monte Olimpo.- si alzó dalla sedia e venne di fianco a me, poggiandomi una mano sulla spalla. Seguii i suoi movimenti con la coda dell'occhio.

-Ma si ricordi, Principessa, che qui comanda qualcun'altro e la sua testardaggine potrebbe giocarle brutti scherzi. Non si prenda gioco di me, finirebbe nei guai, mia cara.- mi morsi il labbro, stringendo i pugni.

-Signore, suo figlio Quentin vorrebbe...- un servitore stava parlando, quando qualcuno irruppe nella stanza.
Oh no, vi prego, lui no.

-Padre, io mi rifiuto di andare ancora una volta a svolgere incarichi per te da quel..- Quentin fu zittito da uno sguardo di fuoco del padre, facendogli notare la mia presenza nella stanza.
Non capivo il motivo di quel gesto e poi, perchè Cinquedea dovrebbe tenere nascoste le cose?

-Ah, c'è la Principessina.- disse, con un tono a metà fra la malizia e il fastidio.

-Seguimi figliolo, parliamo da un'altra parte.- affiancó suo figlio poggiandogli una mano sulla schiena. -Per quanto riguarda lei, signorina, si ricordi di quello che le ho detto.-
Voltai lo sguardo, ma quando la porta si stava per chiudere lasciandomi da sola in quel silenzioso studio, Cinquedea disse alcune parole che mi fecero rabbrividire.
-Non vorrà mica che qualcuno a lei caro si faccia male seriamente, Principessa.-

Sii Forte. ~Inazuma Eleven Go~Where stories live. Discover now