Capitolo 19: ricatto e verità.

2K 116 43
                                    

~Axel's Pov

Il mattino seguente, dopo una notte completamente insonne, inforcai i corridoi peggio di una furia.
Arrivai davanti all'ufficio di Zoolan e trovai la porta aperta, come se mi stesse aspettando: i miei sospetti si fondarono quando dentro, vi trovai anche Cinquedea, in piedi di fianco al barbuto seduto sulla poltrona.

-Dov'è mia figlia?- sentii i passi di Austin arrivare dietro di me, per poi mettersi anche lui di fronte ai due.
Zoolan sembrava compiaciuto, mentre Cinquedea stranamente volgeva lo sguardo altrove e non lo incrociava mai con nessuno dei presenti.

-Non si preoccupi, non le torceremo un capello.- sapevo che Zoolan stesse mentendo, lo potevo capire nella sua voce e in fondo a quell'uomo piaceva far del male alle persone.
-Quanto a lei...- un servitore del Quinto Settore richiuse la porta dietro di noi, facendo sussultare sia me che Austin. Il blu mi lanció uno sguardo misto al nervoso e la preoccupazione, ma se in quel momento avessero provato a toccarci non so come avrei reagito, non ero consapevole delle mie azioni.

-Pensava di fregarci Blaze?- sgranai gli occhi quando lo sentii parlare e capii che sapevano già tutto da tempo. Si alzó e si avvicinó a me, arrivando a pochi centimetri dal mio viso con sguardo minaccioso, ma io continuai a fissarlo con determinazione e non mi feci intimorire. -Se vuole il bene di sua figlia Ashley, dovrà fare tutto quello che diciamo, compreso il suo maleducato secondo.- spostó lo sguardo proprio su Austin. Per un momento abbassai lo sguardo e strinsi la mascella per non stampare un pugno in faccia a quell'uomo.
Stetti fermo, un movimento sbagliato e mia figlia sarebbe stata in pericolo.

-Ci siamo capiti, Blaze?-
Bene, adesso lo uccido.

-Si.- lo riguardai negli occhi. -Ma si ricordi che tutto quello che faró, sarà soltanto per mia figlia e non per un uomo come lei.-

-Victor's Pov

Provai a chiamare Ashley più volte, ma non mi rispondeva e si poteva dire lo stesso per i messaggi. Qualcosa non andava, ne ero sicuro.
A mio rischio e pericolo nel pomeriggio ritornai alla sede del Quinto Settore, che ormai conoscevo come il palmo della mia mano, dirigendomi verso gli uffici.
Un servitore mi fermó subito.

-Dove pensi di andare, ragazzino?-

-Devo parlare con l'Imperatore.-

-Non è disponibile.-

-Non era una richiesta.- a quel punto il ragazzo, che sono sicuro non avesse tanti anni in più di me, mi prese per l'avambraccio spingendomi, ma mi dimenai dalla sua presa.

-Non obbligarmi a utilizzare le maniere forti.- disse lui, ma l'aria non era assolutamente minacciosa e mi scappó una risatina. Amavo stuzzicare le persone fino a farle infuriare.

-Sto morendo di paura.- mi avvicinai a lui, ma fummo interrotti dalla porta dell'ufficio che si aprii.

-Smettetela.- l'Imperatore indicó poi l'altro ragazzo. -Tu, vai a sbrigare le feccende che ti ho richiesto almeno un'ora fa.-
Che acido.
Poi mi guardó. -E tu...entra nell'ufficio e smettila di fare tanto il gradasso, non sopporto le persone come te.-
Non fosse il padre della mia ragazza gli avrei spaccato la faccia.
Entrai in quella stanza e sulla scrivania vi erano alcune foto, ma che non riconobbi subito chi fosse immortalato.
L'Imperatore smosse una sedia davanti alla sua scriviania e poi si diresse verso la poltrona di fronte a me.

-Siediti.-
Riluttante feci come mi disse e fu la prima volta che mi sentivo intimorito dalla sguardo di qualcuno.

-Perchè sei qui?-
Ma tua figlia da chi ha preso la simpatia?

-Devo parlare con Ashley.-
Alex Zabel sospiró pesantemente, mentre con una mano giocherellava nervosamente con una penna. Ero sicuro che qualcosa non andasse, tutto era troppo strano...

-Mettiamo le cose in chiaro.- riprese a parlare, non distolse mai lo sguardo da me. -Tu non mi piaci e non mi sei mai piaciuto, ma la stessa cosa non posso dire di Ashley.-
Quando sposeró tua figlia ci trasferiremo il più lontano possibile da te, ho deciso.
-Se lei si fida di te, io mi fido...-

-Io non so perchè mi stia facendo questo discorso, ma l'unica cosa che vorrei è vedere Ashley e poi me ne andró.- l'Imperatore aveva un'aria stanca, ma rimaneva comunque composto e signorile. Se non fosse così antipatico, si potrebbe dire che la sua postura assomigliasse a quella di un medico.

-È proprio questo il punto. È stata rapita.-
Mi cascó il mondo addosso e quasi sussultai. Non potevo capire come potesse essere così calmo in una situazione del genere. -So che lei ti abbia parlato di Zoolan.-
Quel bastardo.

Ci fu un silenzio che duró per non so quanto tempo, mentre realizzavo la cosa.

-Come puó essere così calmo a dirmi una cosa del genere?!- fu l'unica cosa che mi uscii dalla bocca.

-Devo esserlo dopo le cose che ti sto per dire.-

-Non posso stare qui con le mani in mano dopo che...-

-Pensi che sia facile.- lo vidi serrare la mascella e si appoggió alla scrivania con i gomiti, facendomi sentire quella sensazione di piccolezza e nullità davanti alla su figura autoritaria. -Stai parlando di mie figlia, Blade. L'unica cosa che mi sia rimasta al mondo e farei di tutto pur di farla stare bene e proteggerla. Ripeto, tu non mi piaci affatto, ma mi servi. Ritieniti fortunato che non ti abbia dato una lezione quando ho saputo che le avessi messo le mani addosso.-
Mi richiusi nelle spalle e per la prima volta nella vita sentii di star arrossendo un pelo.

-Mi scusi.- non riuscivo più a sostenere il suo sguardo.

-Il fatto che tu voglia il suo bene quanto me ti fa guadagnare punti. Ma adesso stai zitto e lascia che ti spieghi tutta la verità.-

Sii Forte. ~Inazuma Eleven Go~Where stories live. Discover now