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Jungkook si ritrovò davanti all'istituto come ogni mattina, c'erano pochissimi studenti visto che era molto presto.
Il corvino si voltò salutando Jin che ricambiò con un sorriso da dentro la macchina dopodiché riparti lasciandolo solo con i suoi pensieri.
Sbuffò passandosi una mano sul viso.
"Speriamo che oggi ci sia" pensò il ragazzo amareggiato e stanco mentre lentamente si dirigeva verso l'entrata dell'istituto.
Erano passati quattro giorni da quella delicata conversazione e di Serena neanche l'ombra.
Era come scomparsa, sia Rea che Jungkook avevano provato a chiamarla e a mandarle messaggi ma ne all'uno ne all'altro rispondeva.
Jungkook si sentiva in colpa, pensava che l'assenza della ragazza era dovuta alla sua forse troppa insistenza.
Rea aveva provato a rassicurarlo dicendogli che forse non si era sentita molto bene e inevitabilmente nella testa del ragazzo iniziò a balenare anche l'idea che il patrigno della piccola le avesse messo le mani addosso.
Questa possibilità lo faceva ribollire dalla rabbia sopratutto perché si sentiva impotente davanti a tutta quell'orrenda situazione.
Ma naturalmente questa poteva essere solo una di tante possibilità.

Strisciò i piedi fino al suo piano con la rassicurazione che sarebbe stato da solo per un po' di tempo visto che la maggior parte dei suoi compagni di classe arrivava sempre dieci minuti prima dell'inizio delle lezioni e vista l'ora ne mancavano ben venti.
O almeno così credeva che sarebbe accaduto.
Infatti quando alzò il viso verso la sua classe si immobilizzò e rimase sorpreso da ciò che vide.
Serena era in piedi che fissava l'interno dell'aula, dava le spalle al ragazzo e infatti non si era accorto della sua presenza. Jungkook rimase immobile a fissarla attentamente, sembrava quasi che non la vedesse da anni.
I morbidi capelli color caramello della ragazza lo attiravano come il miele per le api, avrebbe tanto voluto affondarci le dita, poi i suoi occhi si soffermarono sul formoso corpo della ragazza coperto dalla divisa della scuola e il suo cervello partì per un'altra dimensione...
Quando Jungkook si accorse dei suoi pensieri poco consoni arrossì e si tirò uno schiaffo mentalmente, guardare così una ragazza non era da lui. L'influenza di Namjoon stava avendo un brutto effetto su di lui, anche se in verità il ragazzino era sempre stato molto attratto dall'aspetto fisico della più piccola forse perché era diversa dalle altre ragazze.

Serena decise di non entrare in classe ma di dirigersi in fondo al corridoio andando verso i bagni, questo bastò a Jungkook per risvegliarsi dai suoi pensieri.
Il giovane idol la seguì curioso, mantenendo sempre una certa distanza tra di loro per non farsi scoprire.
Da un lato era sollevato nel rivederla finalmente a scuola dall'altro invece era preoccupato perché vedeva la ragazzina davanti a se camminare in modo frenetico e ansioso. Tutto ciò non era da lei.
Naturalmente Jungkook non poté entrare nel bagno delle ragazze così si appoggiò allo stipite della porta aspettando che Serena uscisse per parlarle.
La mora iniziò a cercare qualcosa nello zaino e questo Jungkook lo capì dal continuò spostamento di libri al suo interno. Alla fine la ragazza tirò fuori una scatoletta di metallo colorata da toni caldi.
Il giovane non vide cosa ci fosse al suo interno ma notò che Serena ci armeggiò molto e con un po' d'impaccio.
Passò qualche minuto prima che la ragazza rimise tutto a posto nel suo zaino e uscendo così poi dal bagno.

Appena vide Jungkook balzò indietro spaventata mentre anche lui sembrò esser stato preso alla sprovvista nonostante sapesse che la ragazza stesse uscendo in quel momento.
Rimasero per un po' in silenzio, il corvino cercava insistentemente un contatto visivo mentre Serena faceva l'opposto.
Era spaventata.
<è il tuo nuovo hobby?> gli chiese lei con un sorriso nervoso mentre lui fece spallucce.
<potresti rimanerne sorpresa> gli rispose lui.
<non lo metto in dubbio> ammise lei sincera.
<non ti sei fatta vedere per quattro giorni...> iniziò lui cercando il suo sguardo.
<non sono stata molto bene> si affrettò a dire la ragazza continuando a fissare il pavimento.
<sarebbe educato se tu mi guardassi mentre ti parlo> disse con tono freddo facendo sussultare la più piccola.
<penso che sia meglio tornare in classe> Serena cercò di sviare quella situazione scomoda cercando sorpassarlo ma lui le afferrò il polso bloccandola.
<Jungkook lasciami> lo pregò lei con tono sofferente mentre lui non accennava a lasciarla.
<no, finché non mi spieghi cosa sta succedendo> continuò lui con tono sempre più arrabbiato.
Si stava alterando fin troppo entrambi ne erano consapevoli, Serena incominciava ad averne paura mentre Jungkook era deciso a non lasciarla andare, non questa volta.
<non è né il luogo né il momento per parlarne> lo rimproverò lei sperando di riuscire a farlo ragionare me lui era irremovibile.
<Jungkook mi fai male!> urlò a quel punto la ragazza quando lui le strinse il polso.
Jungkook stranito, d'altronde non aveva fatto più di tanto forza, l'attirò a sé e le alzò la manica del braccio che le stava tenendo scoprendo così un livido verdastro ricoprirle l'intero polso.

Entrambi si ammutolirono, Serena si vergognò di sé sentendo gli occhi pizzicare mentre con la coda dell'occhio vide l'espressione del ragazzo mutare in tristezza con ancora un velo di rabbia.
Jungkook dal canto suo sentì le gambe farsi molli mentre immaginava quali altri orrori poteva avere sul corpo la più piccola che tanto bramava. Sentì che quello era il momento giusto, è vero dopo quello che aveva visto era a pezzi anche lui ma di sicuro non avrebbe aspettato la fine delle lezioni.
Così delicatamente le abbassò la manica e lentamente fece unire le loro mani.
<vieni con me> le sussurrò iniziando a percorrere i corridoi scendendo le scale e assicurandosi che nessuno li vedesse uscirono dall'istituto.
Serena non fece resistenza e si lasciò guidare dal calore della mano del più alto.

Camminarono per dieci minuti in silenzio, lui con il cappuccio alzato, lei con il capo sempre chino.
Arrivarono in un parco abbastanza vicino all'agenzia di Jungkook ,dove il ragazzo spesso ci passava il tempo tra una pausa e l'altra. Era molto tranquillo e poco frequentato la mattina, il posto giusto per loro.
Il corvino fece sedere Serena su una panchina abbastanza isolata dopodiché si accovacciò tra le sue gambe tenendo le loro mani sempre unite.
<ora mi puoi guardare, per favore> le chiese dolcemente lui facendole stringere le palpebre per trattenere le lacrime.
Alzò piano piano il viso facendo incontrare i loro sguardi.
Jungkook quando vide i suoi occhi lucidi sentì una morsa allo stomaco ma decise di non cedere continuando a sostenere il suo sguardo ma un particolare attirò la sua attenzione.
Il suo occhio destro ,che era coperto da una ciocca di capelli, sembrava essere cerchiato.
Il corvino pregò che non fosse quello che stava pensando ma purtroppo per lui aveva ragione.
Con movimenti lenti le spostò la ciocca mora dietro l'orecchio scoprendo così la pelle torturata che aveva colori tendenti al verde e al violaceo.
Il suo cuore perse un battito mentre la rabbia cresceva in lui, nonostante ciò decise di metterla da parte aveva già fatto abbastanza casini per quel giorno.
Delicatamente le accarezzò la guancia mentre la più piccola chiuse gli occhi tremando sotto al suo tocco.
Quando i loro sguardi si rincontrarono il labbro di lei iniziò a tremare mentre lui la strinse a sé in un caloroso abbracciò che dopo poco fu ricambiato con fare bisognoso.
<va tutto bene, ora ci sono io qui> le sussurrò lui mentre lei cadde in un pianto disperato e straziante.
Rimasero così per molto tempo mentre attorno a loro la gente continuava la vita normalmente.
Il contatto che entrambi bramavano tanto finalmente si era compiuto, ma nessuno dei due avrebbe mai pensato che il tutto sarebbe avvenuto in quelle circostanze.

Coffee //J.k. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora