Inizia a buttare cuscini, sedie ed altro a terra, cercando di intralciarmi la strada.
"Ti prenderò Tamara! Il mio secondo nome è Fulmine!" grido raggiungendola.

Gli salto praticamente addosso, nel bel mezzo del salotto. Cadiamo a terra e subito salgo a cavalcioni su di lei, prendo il primo cuscino che trovo e la massacro.

"Basta, dai basta ti prego!" mi supplica lei tra le risate.
"Eh no bambolina, qui comando io!" dico ridendo anche io.
Ad un certo punto sento due mani attorno alla vita che mi alzano di peso, recuperandomi da quella battaglia che stavo decisamente vincendo.

Davis mi butta sulla poltrona e io subito cerco di sfuggirli, ma lui me lo impedisce.
"Sappi che non ci sarà sempre il principe azzurro, non scapperai al tuo destino" dico a Tamara, con voce seria, molto seria.

"Tigre stai calma" mi dice Davis tra le risate.

Smetto di dimenarmi, faccio un grosso respiro e incrocio le braccia sotto il seno, chiudendo gli occhi e girando la testa di lato. "Sono calma" dico.

Mi osserva per capire le mie intenzioni e sospira, lasciandomi libera.
Faccio per saltare giù dalla poltrona per accanirmi ancora su Tamara, ma Davis si alza di scatto e mi guarda minaccioso.
"Okay Okay, sto buona" alzo le mani in segno di resa, poi mi lascio cadere e metto il broncio incrociando le braccia al petto.

"Piccola stellina, non piangere" mi prende in giro Susan.
"La stellina te la infilo in culo, stupida" borbotto offesa, facendogli poi la linguaccia.



Dopo cena esco fuori in giardino per fumarmi una sigaretta, ed avere un attimo di tranquillità.

Devo ammettere che la crew di mio fratello è meglio di quello che pensassi, sono bravi nel ballo e sono anche molto simpatici.

Tutti, eccetto Cassidie, ovviamente.

Tolgo le scarpe e metto i piedi a mollo.
Ogni tanto ho bisogno dei miei momenti.

"A cosa pensi, angelo?". Mi volto di scatto, accorgendomi che l'appartenente di quella voce è Einar. Così mi rigiro indifferente, e punto il mio sguardo sull'acqua cristallina della piscina.

"A niente" rispondo secca. Lui mi osserva e aggrotta le sopracciglia ma non aggiunge nulla, si limita solo a sedersi accanto a me.

"Dove sei stata oggi?" mi domanda, dopo qualche minuto di silenzio. Lo guardo stranita, ma se è lui quello che è sparito per tutto il giorno... adesso cosa vuole?

"Cazzi miei".
"Dove sei stata oggi?" incalza, facendomi innervosire.

Ora lo picchio.

"Ma cosa ti interessa?" gli chiedo, innervosita.
"Mi interessa" risponde.
"Perché?" chiedo subito.

"Mi interessa e basta!" urla, lasciandomi di stucco. Decido di non rispondere, non merita una risposta.

"Quindi? Cosa hai fatto oggi?" domanda per la terza volta.

"Einar, non sono affari tuoi" rispondo, sbuffando subito dopo.
Alza gli occhi al cielo e sbuffa a sua volta.

"Vuoi dirmi cosa ci facevi in centro? In ciabatte?" mi chiede. Mi volto velocemente in sua direzione, cos'è? Uno stalker?

"Ma cosa sei? Un maniaco?" dico, con voce più acuta del solito.
"Ero in centro e ti ho vista, tutto qui" ribatte, stringendosi nella spalle.

Soy el diablo, pero soy graciosa ( fase di revisione )Where stories live. Discover now