Affrontò la salita con calma, seppur dentro stesse urlando come una fanciulla in pericolo di vita. Fu costretto a velocizzare il ritmo quando sentì dei rumori provenire dalla porta d'ingresso.

"Oh porca puttana."

Con la brezza che gli sferzava addosso e con la paura che gli stringeva lo stomaco, Armin fece appena in tempo a lanciarsi (letteralmente) dentro la stanza, che l'ospite chiuse la porta e se ne andò.

Armin si accarezzò le braccia e il sedere doloranti e si mise in piedi, appoggiandosi al davanzale della finestra.

«Dio...»

Armin mise a fuoco la stanza e per poco non si prese un infarto quando notò Eren. Si sentì un idiota per aver pensato anche solo per un attimo che il castano stesse dormendo, che quello che vedeva non fosse sangue e che la camera fosse perfettamente in ordine.
Ovunque c'erano oggetti per terra ed Eren era steso in una posizione innaturale e il lenzuolo sotto di lui era macchiato di rosso.

"Dio, fa' che questo sia solo un incubo..."

A malapena riuscì ad avvicinarsi ad Eren e sfiorare i suoi capelli bagnati di sudore gli provocò un'emozione così forte che evitare di cadere in ginocchio gli sembrò impossibile.

Armin cominciò a scuoterlo, con le lacrime che premevano, cercando di scendere, ma che lui, coraggiosamente, stava respingendo.

Dopo pochi minuti, Eren aprì di poco gli occhi, accennando un lieve sorriso nel riconoscere, nonostante la vista sfocata, gli occhi azzurrissimi del ragazzo.

«Mi sei mancato» sussurrò quasi impercettibilmente, mentre Armin, tirando su col naso, si alzò e si sporse quel poco che bastava per poggiare le labbra sulle sue.

In teoria non aveva il diritto di farlo, non stavamo più insieme: si erano promessi di essere felici l'uno senza l'altro. Ma evidentemente entrambi avevano capito che ciò non era possibile.

Eren si ritrovò a ricambiare il bacio, seppur a malapena avesse la forza di tenere gli occhi aperti.

Quando il biondo si allontanò dal più alto, gli domandò dove potesse trovare oggetti utili alla medicazione.

Seguendo le confuse indicazioni di Eren, Armin raggiunse il bagno e, il più in fretta possibile, prese dai pensili fasce, disinfettante e, fortunatamente presente, anche un integratore di vitamine.

«Riesci a metterti in piedi...?»

«Non... lo so...»

Il castano fece leva sul corpo del più basso per alzarsi e, appoggiandosi a lui, si diresse vero il bagno, dove il biondo lo fece sedere su uno sgabello.

«Facciamo un bagno e medichiamo le ferite, okay?»

Non voleva chiedergli nulla, ma aveva notato come si toccava il didietro e aveva anche notato la sua nudità (come avrebbe potuto non notarla). E, seppur cercasse di convincersi del contrario, sapeva benissimo quello che era successo. Non aveva bisogno di alcuna spiegazione.

Ed Eren aveva notato negli occhi del biondo quella scintilla di curiosità.

"So che muori dalla voglia di fare domande, ma non riuscirei a..."

Il castano non era capace di dare spiegazioni. Non avrebbe potuto farlo senza scoppiare a piangere e urlare: gridare così forte da perdere la voce.

Eren, seduto sullo sgabello, a malapena rispondeva agli stimoli che il ragazzo più basso gli lanciava, tanto era immerso nel terrificante ricordo ancora così vivido nella sua mente.

Armin aveva riempito una bacinella d'acqua e lì immergeva la spugna, per poi passarla con delicatezza sul corpo del più alto.

Alla fine del bagno, dopo avergli asciugato il corpo, il biondo cominciò a medicare le ferite, nonostante non fosse molto esperto, in quanto aveva da poco avuto il privilegio di vedere coi suoi stessi occhi. Però ci tentò comunque, e, anche se in maniera sommaria, ci riuscì.

Alla fine dell'operazione, Armin si decise a chiedere.

«Eren...? Mi vuoi dire per bene cosa è successo? Non voglio costringerti a parlare, per carità, ma... non posso aiutarti se non-»

«Lo so, Armin» sospirò, passandosi le mani sul volto esausto e scombussolato.

«Fatti portare in stanza.»

Armin aiutò Eren a sollevarsi e lo condusse nella camera, facendolo sedere sul letto ancora sporco di sangue e bagnato di sudore e lacrime.

Il castano guardava un punto fisso davanti a lui, inquieto, mentre il più piccolo gli si sedette accanto, profondamente ferito, seppur non fosse stato la vittima di quell'atto ignobile e crudele.

Armin non disse nulla. Si limitò ad aspettare, con lo sguardo rivolto verso il pavimento.
L'attesa non fu molto lunga. Passarono cinque minuti circa quando Eren schiuse le labbra per lasciar udire quella poca voce che gli era rimasta.

«Zeke ci è... venuto a trovare. Si stava comportando bene, più o meno. Sembrava che volesse davvero recuperare un rapporto civile, sia con me che con mio padre. E invece...»

La voce gli si bloccò in gola e Armin si sentì morire quando vide gli occhi del più alto inumidirsi.

«Avevo lasciato la porta socchiusa... e lui è entrato. Aveva un coltello in mano e io mi sentivo... impotente. Poi è successo e io...»

Un singhiozzo lo interruppe bruscamente. Venne seguito da un altro e un altro ancora.

Parlare in quello stato gli pareva impossibile e il biondo preferì restare in silenzio e stringerlo tra le sue braccia, con la dolcezza e il conforto che solo lui sapeva trasmettere.

I capelli di Eren, che Armin vedeva più lunghi rispetto a com'erano tempo prima, gli coprivano gli occhi e ricadevano sparpagliati sulla spalla del biondo.
Armin accarezzò quei sottili e robusti fili castani e, con la coda dell'occhio ammirava quel volto che tante volte aveva baciato e che fremeva dalla voglia di toccare ancora.
Voleva asciugargli le lacrime, sfiorargli il petto con le dita, stringergli i capelli, stare stretto nella morsa delle sue braccia, con le gambe attorno ai suoi fianchi, gemendo il suo nome e...

Armin chiuse gli occhi e si lasciò sfuggire un lieve sospiro.

«...Armin?»

«Mh?»

Il biondo voltò il viso verso Eren, trovandosi col naso a poca distanza dal suo, tanto da poter percepire intensamente l'uno il respiro dell'altro.

Le guance di Armin si colorarono di rosso e si accesero ancor di più quando Eren pronunciò le parole che il biondo voleva sentirsi dire con tutto il cuore.

«Voglio fare l'amore con te.»

I'll show you the world [EreMin] IN REVISIONEWhere stories live. Discover now