3 ~ That Horseface...

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Erano le 8:00 del mattino.

Armin dormiva ancora, il che era strano, essendo una persona che amava svegliarsi presto.

Eren, invece, guardava il soffitto, pensieroso, sveglio ormai da ore.

Jean, intanto, correva per il corridoio, infastidendo i pazienti.

Quando raggiunse la stanza di Eren, bussò, dando tre tocchi sulla porta.

Eren alzò gli occhi al cielo infastidito.

«Chi è?!»

Jean si schiarì la voce.

«LUKE. IO SONO TUO PADRE» e scappò via, tra i rimproveri delle infermiere che cercavano (invano) di calmarlo.

Jean prese, allora, a bussare insistentemente alla porta di Armin, che, intanto, a causa del gran baccano, si era svegliato.

«JEAN, LASCIAMI IN PACE!» urlò irritato.

Ma Kirschtein non si diede per vinto e continuò a bussare, ridacchiando.

Eren, riconoscendo le urla dell'amico, uscì dalla stanza, dirigendosi verso la porta di Armin.

Quando intravide Jean bussare, fece una smorfia.

«Si può sapere cosa sta succedendo?» esclamò Eren avvicinandosi a Jean.

«AAAARMIIIIN APRIMIII!»

«SEI FASTIDIOSO JEAN, SMETTILA!»

«Oi!»

Jean si voltò, incrociando lo sguardo di Eren.

«E tu saresti quello nuovo? Cosa vuoi?»

«Smettila di importunarlo.»

«Non lo sto mica importunando. E poi, che te ne frega!»

«Tu smettila e basta. Si sentiva dalla mia camera che urlava di essere lasciato in pace.»

Armin deglutì. Non gli piaceva quando la gente litigava, soprattutto se la causa era lui.

«EREN, LASCIA PERDERE!»

Eren avrebbe voluto, ma proprio non ce la faceva a lasciar perdere. E il sorrisetto che Jean si era stampato in faccia lo irritava sempre di più.

«NO ARMIN, NON LASCIO PERDERE UN CAZZO!»

Armin sospirò, frustrato.

«EREN, SUL SERIO, NON IMPORTA!»

«Perché te la prendi tanto, eh dannato?»

«Forse perché tengo al mio amico, cavallo?»

Armin arrossì leggermente e sorrise, accarezzando la porta con una mano.

Jean, invece, faceva tutt'altro che sorridere.

«COME-MI-HAI-CHIAMATO?!»

Eren incrociò le braccia, alzando le sopracciglia.

«Cavallo. Conosciuto come "equino".»

Il tono di Eren era altamente provocatorio, e Jean da tempo non si trovava faccia a faccia con un individuo simile. Tutti quelli che aveva visto passare per l'ospedale, vivi o morti, erano tutti degli smidollati.

Jean prese Eren per il collo della maglietta.

«COME OSI, BRUTTA TESTA DI CAZZO?!»

«Sarò una testa di cazzo, ma brutto no, eh!» disse Eren, alzando un sopracciglio, ironicamente offeso.

I'll show you the world [EreMin] IN REVISIONEWhere stories live. Discover now