17 ~ Protect me by yourself

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Eren aveva agguantato il colletto della maglia di Jean e lo guardava con aggressività.

Hanji intanto cercava freneticamente qualcosa in tasca. Doveva assolutamente averlo portato. Non poteva non averlo portato.

«Sei masochista, no? Quindi un calcio nelle palle dovrebbe farti piacere» disse Jean, appena prima di dare una ginocchiata ai gioielli di famiglia del castano, che chiuse gli occhi con forza e arrossì leggermente quando il dolore percepito si trasformò in piacere travolgente.

«JEAN, NON ISTIGARLO!» strepitò Hanji, mentre cercava di infilare l'ago della siringa nel tappo. «Perché è così duro, merda!»

«HO UN FOTTUTISSIMO TIZIO CHE PESA IL DOPPIO DI ME ADDOSSO, CHE CAZZO DOVREI FARE?»

«CERCA DI SPOSTARTI, NO?»

Solo in quel momento, Armin si rese conto che Jean era dimagrito. Sapeva che il ragazzo soffriva di anoressia nervosa, ma nell'ultimo periodo sembrava essere tornato in carne.

Possibile che la vicinanza con Eren e i continui scontri con lui avessero influenzato negativamente la sua salute mentale e quindi la sua malattia?

O era forse dovuto al fatto che Armin considerasse più il nuovo arrivato che lui?

Improvvisamente, il biondo si sentì terribilmente in colpa. Nonostante il caratteraccio della Faccia da Cavallo, i due erano sempre stati abbastanza amici e la sola possibilità di essere la causa dei sui mali era abbastanza da fargli percepire sulle spalle il peso di un macigno.

Che Jean potesse provare dei sentimenti romantici nei suoi confronti, Armin l'aveva sempre intuito, ma aveva sempre preferito far finta di nulla, perché non voleva rovinare un'amicizia ed era troppo codardo per affrontare i problemi a testa alta. Da questo punto di vista, lui ed Eren erano uguali.

E adesso, proprio davanti ai suoi occhi, il ragazzo che amava stava perdendo il controllo di sé stesso, riempiendo di violenti pugni il volto dell'altro che, sotto di lui, incassava i colpi, con gli occhi serrati.

Jean aveva una gran voglia di piangere, ma non l'avrebbe mica fatto, non davanti ad Armin: non voleva apparire debole; ma nemmeno davanti ad Eren: non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione.

Nel vedere il naso di Jean sanguinare, le labbra spaccate e i suoi occhi tumefatti, Armin non poté fare altro che mettersi in piedi e urlare.

«EREN SMETTILA! GLI FAI MALE!»

Jean sbarrò gli occhi, aggrottando le sopracciglia.

«NON. OSARE. AVVICINARTI.»

Il biondo si fermò, obbedendo al comando del più alto, mentre il castano, nel sentire la voce del più basso, parve riscuotersi.

Allontanò le mani dal volto di Jean e le guardò, sgranando leggermente gli occhi alla vista della grande quantità di sangue.

«BLOCCAGLI LE MANI!» ordinò Hanji, riuscendo finalmente a riempire la siringa di liquido.

Approfittando dell'esitazione di Eren, Jean gli bloccò le mani, mentre Hanji spostò rapidamente il castano, liberando il ragazzo sotto di lui, e, dopo avergli tappato la bocca con una mano, gli iniettò la sostanza.

Eren rilassò i muscoli, fino a quel momento contratti, e chiuse gli occhi, senza percepire più alcun suono o movimento.

Hanji lo sorresse, evitando che potesse cadere all'indietro.

Armin era corso da Jean e lo stava aiutando ad alzarsi.
Suo malgrado, il ragazzo accettò l'aiuto e col dorso della mano si asciugò un rivolo di sangue che gli usciva dal naso.

I'll show you the world [EreMin] IN REVISIONEWhere stories live. Discover now