Redemption | Jason McCann

Epilogo

Tre mesi dopo...

Da quel fatidico giorno, Sienna aveva cercato di andare avanti come meglio aveva potuto, ma non ci era riuscita. Chase le era stato vicino, ma il sostegno dell'amico non si era rivelato sufficiente.
Non riusciva ad accettare che l'uomo che amava se ne fosse andato via così. Non era giusto, pensava: quella pallottola spettava a lei; era per lei che lui era giunto in quel casolare ed era sempre per lei che era morto.

Ogni volta che chiudeva gli occhi riviveva quella scena straziante: Jason a terra, disteso in una pozza di sangue, che le confessava di amarla con le poche forze che gli erano rimaste e Chase che la trascinava via di peso, in preda alle lacrime. Non era così che si era immaginata il loro primo ed anche ultimo "ti amo".

Aveva trovato la sua redenzione, ma gli era costata la vita.

Non era così che dovevano andare le cose; Jason si meritava di vivere, vivere una vita normale lontano dall'oscurità del suo passato. Meritava una seconda occasione nel mondo.

Non aveva potuto nemmeno dirgli addio, organizzargli un funerale e dargli una degna sepoltura. Era stata tentata di tornare in quel luogo, ma le sembrava troppo. E adesso, probabilmente, il suo corpo era stato cremato per poi diventare cenere. Cenere, come quel che rimaneva del cuore della ragazza.

Una cosa era certa: Jason non era stato l'unico a morire, quel giorno; qualcosa era cambiato in Sienna, si sentiva vuota, debole. La sua anima se ne era andata insieme al ragazzo dagli occhi magnetici.

Perfino i suoi genitori si erano preoccupati per lei, dopo le rare telefonate che si erano scambiati, avevano capito che c'era qualcosa che non andava. Ovviamente, non aveva detto niente dell'esistenza di Jason a loro, per lei era difficile pure pronunciare il suo nome a bassa voce, figurarsi parlarne con sua madre e suo padre, coi quali non era mai andata tanto d'accordo. Comunque, i coniugi Cooper, allarmati per lo stato d'animo della loro unica figlia, le avevano proposto di tornare a casa, dove avrebbe potuto prendere l'abilitazione da psicologa in un ambiente più idoneo e familiare. Il problema era che, adesso, lei non era più sicura di voler fare la psicologa perché le ricordava troppo ciò che aveva perso; era con le sedute che aveva conosciuto Jason, era così che era cominciato tutto e la bella ragazza pensava che se, quel giorno, non avesse varcato la soglia di quella stanza del carcere le cose sarebbero potute andare diversamente per entrambi. Probabilmente le loro strade non si sarebbero mai incontrare, ma sarebbe stato meglio così: adesso Jason sarebbe potuto essere ancora vivo e Sienna non si sarebbe sentita in mille pezzi.
Inoltre, nonostante tutto quello che era successo, nonostante il dolore, nessun posto era, per lei, casa sua quanto lo era Atlanta. Ogni angolo di quella città, a cominciare dal Delirium, le ricordava ciò che aveva condiviso con lui e, per quanto doloroso fosse, voleva ricordare. Non sarebbe mai scappata dai suoi ricordi.

<<Almeno vieni per il Ringraziamento, non vorrai startene tutta sola nel tuo appartamento?>> le aveva detto sua madre, durante una telefonata. Stare da sola, al momento, era tutto ciò che voleva, ma pensava che se fosse andata a trovarli per le festività e avesse fatto finta che andasse tutto bene loro avrebbero smesso di farle pressione per trasferirsi.

<<È una buona idea, così ti potrai distrarre un po'>> aveva commentato Chase in merito al breve periodo fuori città che stava per affrontare.

Non ho bisogno di distrazioni, ho bisogno di lui, avrebbe voluto replicare, ma si era limitata ad annuirgli col sorriso più falso che avesse mai fatto.

Quello era il giorno della sua partenza; le aspettavano quattro ore di macchina, ma non aveva alcuna fretta di partire, il tempo aveva perso di importanza per lei.
Finì di fare la valigia, mise la giacca e prese le chiavi uscendo da quell'appartamento che per lei era stato un rifugio negli ultimi tre mesi.
Percorse la strada che divideva il suo palazzo dal parcheggio e fece per aprire l'auto.