Capitolo 20

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Sienna era preoccupata.
Non sapeva più nulla di Jason dal giorno del suo licenziamento, quindi da tre fottutissimi giorni.
Lui l'aveva salutata con un veloce bacio sulla guancia e una pacca sulla spalla, dicendole che si sarebbero visti presto.

Sì, ma presto quanto?

Lei gli aveva mandato un messaggio quella sera stessa, per sapere cosa avesse intenzione di fare ora che era rimasto senza lavoro.
Più che altro, la sua preoccupazione era che il biondo ricadesse nella trappola di quel Tom, al quale, se ne fosse stata capace, avrebbe volentieri rotto l'osso del collo.

Jason però non aveva risposto, anzi l'aveva completamente ignorata. Inizialmente si sentì un po' offesa -si erano pur sempre baciati, e peggio, erano andati a letto insieme-, ma poi pensò che, forse, il ragazzo sentiva solo il bisogno di starsene per qualche tempo da solo, a riflettere sul da farsi.

Non ne poteva più di aspettare che il ragazzo le inviasse qualche segnale, e soprattutto, non ne poteva più di fare avanti e indietro dal magazzino dove teneva la sua borsa per controllare sul suo cellullare se lui le avesse finalmente scritto, inventandosi ogni volta, con i colleghi, una scusa sempre più idiota per la quale abbandonava il bancone o il servizio ai tavoli.

Quindi, stanca, una volta finito il suo turno, prese le sue cose e uscì di gran spinta dal locale pieno di gente.

<<Hai fretta stasera?>>
Ci mancava anche Chase adesso.
Era arrabbiata con lui perchè era colpa sua se Jason non era più lì con loro, con lei, adesso.
Era colpa sua e della sua fissazione per lei, se, ora come ora, non aveva più notizie del biondo.
Tuttavia, non glielo fece notare. In fin dei conti, Chase aveva fatto ciò che chiunque altro avrebbe fatto udendo la loro conversazione.

<<Sono piuttosto stanca Chase, tutto qua>> rispose accennando un sorriso poco convinto.
Il ragazzo annuì e le sorrise a sua volta, <<A domani allora, risposati>> disse prima di tornare al suo lavoro e lasciarla, così, finalmente libera di andare.

Il suo vero intento, infatti, era quello di andare a casa di Jason. Forse, una volta davanti ai suoi occhi, lui le avrebbe dato le spiegazioni di cui necessitava.

***

Il quartiere in cui era situato il piccolo appartamento nel quale, solo pochi giorni prima, avevano consumato il loro primo -e sperava non ultimo- rapporto sessuale, era immerso nel silenzio della notte.
Poche luci filtravano da sotto le tapparelle abbassate, per il resto... buio totale, tanto che dovette lei stessa trovare un'illuminazione alternativa utilizzando la torcia del suo cellulare, vista la mancanza di lampioni in quella via.

Una volta giunta davanti al portone, suonò il campanello con su scritto Smith, cognome dell'altro ex galotto.

<<Piccola sei in ritardo, ti aspettavo un'ora fa. Dove cazzo sei stata?>>

Okay, quella non era affatto la voce di Jason.
Un po' titubante se presentarsi o tornare immediatamente a casa, Sienna decise di tentare.

<<Ehm, scusami, in verità cercavo Jason. Sono una sua collega, cioè... ex collega>>

Silenzio.
Dopo qualche secondo, la voce tornò a parlare.

<<Jason non è in casa>> rispose freddamente.
E allora dove diavolo era?
<<Oh, capisco. Sai dirmi dov'è?>> domandò, tentando ulteriormente di cavarne qualche informazione in più.
<<Nah, non lo vedo da due giorni. Sarà con qualche puttana qua e là>>

Interessante.

Sienna scosse la testa, poi ringraziò prima di tornare alla sua auto posta qualche metro più indietro.

Redemption | Jason McCannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora