Capitolo 17

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Era passata una settimana dal furto e, fortuna per Jason, nessun agente si era più fatto vivo al locale. Probabilmente avevano deciso di archiviare il caso, dando la priorità a casi più importanti; Atlanta era una città che brulicava di delinquenza, e di rapine nei locali se ne sentiva parlare ogni giorno.

Ma il biondo non poteva nemmeno dirsi del tutto sollevato; sentiva gli occhi dei suoi colleghi puntati sulla sua pelle, quegli sguardi silenziosi che lo accusavano, senza però averne le prove concrete. Era chiaro che dovesse fare attenzione ad ogni sua mossa per riconquistare la loro fiducia, per riconquistare la sua fiducia.

Sì, perché, seppur non lo desse a vedere, era consapevole che Sienna nutrisse ancora qualche dubbio sui fatti accaduti quella sera e l'opinione che la bella ragazza aveva di lui, per Jason, era fondamentale. Era l'unica cosa che lo motivasse ad essere una persona migliore e a non commettere gli stessi errori del passato. Gli era capitato, a volte, di chiedersi come sarebbe stata la sua vita se quel giorno, preso dalla rabbia e dall'odio, non avesse afferrato quel coltello e non si fosse scagliato su suo padre ripetutamente, fino a quando non aveva esalato il suo ultimo respiro: se ne sarebbe andato da quella casa, magari avrebbe frequentato il college e adesso avrebbe un lavoro in un ufficio più che dignitoso, invece di servire in quello squallido pub.

Sorrise. Lo squallido pub non era poi così male, perché grazie a quel lavoro poteva vedere Sienna praticamente tutti i giorni, il ché era l'unico motivo per il quale avesse insistito tanto a farsi assumere da Alan. Odiava ammetterlo, ma si era sentito perso senza la rossa i mesi successivi alla fine del suo tirocinio in carcere. Lo odiava perché questo significava che aveva bisogno di lei e ciò lo rendeva vulnerabile, quando per anni si era sempre ostinato a non ammettere a nessuno che gli servisse aiuto.

Poi, i suoi pensieri andarono a sua madre. Forse, se non avesse fatto quello che aveva fatto, sarebbe morta a causa delle continue violenze a opera del marito. E sebbene avesse passato cinque anni della sua vita in prigione e non vedesse la donna che lo aveva messo al mondo da altrettanti anni, preferiva saperla serena lontana da lui e da quella maledetta città, piuttosto che sepolta sotto terra a causa di quel bastardo.

Strinse i pugni lungo i fianchi, il sangue gli ribollì nelle vene e ancora una volta giunse alla conclusione che aveva fatto la cosa giusta. Niente e nessuno gli avrebbe mai fatto cambiare idea.

Stava pulendo lo stesso punto del bancone da mezz'ora, immerso in quel monologo interiore, quando il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da una voce alle sue spalle.

<<Tu ed io dobbiamo parlare>>. Jason si voltò e vide Chase intento a fissarlo con sguardo truce, quasi lo stesse sfidando. Sulle prime pensò di tirargli un pugno, come aveva fatto con Tom, perché, di fatto, non lo aveva mai sopportato con quella sua aria da ragazzo per bene il cui unico scopo era quello di entrare nelle grazie di Sienna, ma capì che reagire di impulso non avrebbe fatto altro che compromettere ulteriormente la sua posizione. Quindi, si mise a braccia conserte e, guardando il moro dalla testa ai piedi, gli chiese: <<E cosa mai dovremmo dirci?>> con un cipiglio che era un misto tra il divertito per la faccia tosta che l'altro aveva usato e l'incuriosito, perché voleva sapere fin dove lo stronzetto si sarebbe spinto.

Chase lo esortò a seguirlo nel ripostiglio, lo stesso in cui qualche giorno prima Jason e Sienna avevano fatto una meravigliosa pomiciata che sarebbe potuta anche diventare qualcosa di più, se non fosse stato per Trent ed il suo maledetto sgrassatore.

<<Mi dispiace amico, ma non sei il mio tipo>>, disse Jason sbeffeggiando l'altro. <<Sai, non gioco in quella squadra>>.

Il viso di Chase si fece rosso di rabbia. <<Ascoltami bene>>, esordì con fare minaccioso, <<Primo: non sono gay -beh, questo era ovvio, altrimenti non sarebbe ronzato in torno a Sienna come le api sul miele. Un bruciore, simile alla gelosia si formò nel petto del biondo a quel pensiero -Secondo: tu ed io sappiamo la verità>>.
<<Che verità?>> domandò Jason con fare annoiato; le sue chiacchiere lo stavano facendo addormentare.

Redemption | Jason McCannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora