Capitolo 25

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<<E quella scena in cui la ragazza saliva in soffitta?>> chiese Chase.
Sienna si asciugò le lacrime che aveva agli occhi per il troppo ridere, prima di rispondere. <<Non capirò mai la stupidità dei personaggi nei film horror: se c'è un demone in casa tua scappi, non vai a controllare>> sentenziò.
L'amico le lanciò un'occhiata serio. <<Avresti fatto la stessa cosa.>>
La rossa scattò all'istante sulla sedia sopra la quale era seduta. <<Questo non è vero!>>
<<Non resisteresti alla tentazione, sei troppo curiosa>> osservò lui con tono ilare, ma allo stesso tempo saccente così da punzecchiare la sua amica la quale non poteva negare quella affermazione. Si morse il labbro più forte che poté; la verità era che Chase la conosceva meglio di chiunque altro e più volte a causa della curiosità che faceva parte del suo essere si era ritrovata, poi, in situazioni scomode, nulla, però, di così grave che non avesse potuto gestire.

Abbassò lo sguardo sulla superficie in legno del tavolo al quale stavano consumando un pasto poco salutare ma decisamente gustoso: era stata proprio quella stessa curiosità -oltre al suo buon fiuto per le menzogne- ad averla spinta a seguire Jason, quella sera, facendole scoprire quello che lei già sospettava.

<<Però è stato divertente!>> esclamò il moro ridestandola, così, dai suoi pensieri intricati.
Sienna gli mostrò un sorriso. <<Puoi dirlo forte!>> disse, infine, sorseggiando un altro po' della sua bibita ed in un attimo l'aria tornò ad essere leggera, riempita solo dalle loro risate.

Dopo aver passato un'intera settimana barricata tra il Delirium ed il suo appartamento, nel quale non aveva fatto altro che autocommiserarsi o fissare il vuoto per ore pensando a Jason, aveva pensato che fosse il momento di darci un taglio e tornare nel mondo dei vivi, tentando di riprendere in mano le redini della sua vita. Era difficile, ma Sienna era più che determinata a riuscirci e chi meglio di Chase poteva aiutarla a tornare alla sua solita quotidianità?

Aveva passato una buona mezz'ora ad interrogarsi, ma alla fine si era decisa a chiamarlo, sperando di poter recuperare il loro rapporto. Lui, dal canto suo, era rimasto stranito ma allo stesso tempo piacevolmente sorpreso nel ricevere una sua chiamata e non ci aveva pensato due volte a raggiungerla a casa sua quando lei gli aveva proposta di passare una serata come ai vecchi tempi.

Erano andati al cinema, perché Sienna si era rifiutata di passare un'ora in più nel suo soggiorno, avevano visto un film horror ed avevano riso come dei bambini per tutta la proiezione guadagnandosi i rimproveri di tutte le persone presenti che non avevano fatto altro che alimentare le loro risate e, infine, si erano recati nel piccolo pub che frequentavano quando non erano in vena del più caotico Delirium.
Chase non le aveva chiesto di Jason e questo Sienna lo apprezzava.

Proprio in quel momento il cellulare della ragazza iniziò a vibrare sul tavolo, ebbe un attimo di sussulto, ma quando lesse il nome sullo schermo non esitò a rifiutare la chiamata. Guardò a lungo l'apparecchio tra le mani dopo averlo fatto: Jason le aveva lasciato una marea di messaggi che, però, erano stati cancellati ancor prima di essere letti, così aveva iniziato con le telefonate, rifiutate ancor prima che potessero iniziare. Era delusa, ferita ed arrabbiata con se stessa; si sentiva una gran stupida ad aver riposto tanta fiducia in colui che non aveva fatto altro che mentirle. Per quello che ne poteva sapere lei, anche tutti gli sguardi, i baci, le carezze, i momenti passati insieme per lui sarebbero potuti essere menzogne, prese in giro, e si sentì ancora più stupida perché, invece, i sentimenti che lei nutriva nei confronti del biondo erano veri, lo erano sempre stati.

<<Era lui?>> la voce dell'amico arrivò ovattata alle sue orecchie e per la seconda volta la ridestò da quei pensieri sempre più fitti e confusi. Alzò lo sguardo verso il volto di Chase; la sua bocca era curvata all'insù e la sua espressione era amichevole; non vi era alcun giudizio nei suoi occhi scuri e profondi.
<<Sì>> rispose Sienna in un sospiro.
<<Ti va di parlarne?>> indagò apprensivo.
Lei scosse la testa. <<Mi dispiace>> mormorò a testa bassa.
Il moro aggrottò la fronte. <<Per cosa, Sienna?>>
<<Per non averti dato ascolto>> confessò sperando che lui non mettesse il dito nella piaga esordendo con un "te lo avevo detto" e, difatti non lo fece; continuò a fissarla imperturbabile. Istintivamente, gli afferrò la mano. <<Non avrei dovuto dubitare di te, sei l'unico su cui possa contare davvero>> quelle parole le fecero male al petto, in parte perché aveva creduto davvero di poter contare su Jason, in parte perché si sentiva in colpa per quello che era successo tra lei ed il suo migliore amico, per averlo messo da parte e non essersi resa conto prima di quanto lui fosse importante per lei.
Chase strinse saldamente la mano di Sienna. <<Ci sarò sempre per te, lo sai>> le disse con affetto. Per quanto desiderasse ancora essere visto da lei come più di un semplice amico gli era ormai chiaro che ciò non fosse possibile; il suo cuore apparteneva a qualcun altro e non importava quanto detestasse quella persona o quanto avesse voluto affrontarlo per averla fatta soffrire, niente di tutto ciò avrebbe cambiato la natura dei sentimenti di Sienna.

Si morse il labbro e, per un attimo, i suoi occhi si fecero colmi di emozione per le parole dette da Chase e l'effetto che avevano scaturito in lei. Poi, come se avesse appena preso la scossa scattò in piedi. <<D-devo andare>> gli disse frastornata.
Il ragazzo si alzò a sua volta. <<Ti accompagno a casa>> si propose, erano usciti con la sua auto e quindi era comprensibile il fatto che volesse accompagnarla.
<<No>> lei scosse la testa e lo fermò, <<Non ce ne è bisogno, sono solo tre isolati e poi non ho fatto altro che stare sul divano per giorni, camminare mi farà più che bene>> aggiunse scherzando in modo tale da smorzare la tensione
Lui serrò la mandibola, non era del tutto convinto di quella decisione, ma non osò contestarla.

<<Ci vediamo domani>> affermò dopo averlo salutato con un abbraccio, uno di quei caldi abbracci che non si davano da tempo. Si allontanò in direzione dell'uscita, quando lui la chiamò facendola voltare. <<Qualsiasi cosa sia successa tra di voi potete risolverla>> le assicurò con un mezzo sorriso, ma solo lui poteva sapere quanto gli era costato pronunciare quelle parole.

Sienna esitò per un istante senza, però, dire nulla e, successivamente, proseguì il suo percorso verso l'uscita del locale.

Camminava lungo il marciapiede facendo attenzione a dove mettesse i piedi, il rumore dei suoi stivaletti echeggiava sull'asfalto. Percorreva la strada distrattamente, ripensando alla giornata trascorsa col suo amico e non solo: era stata bene, fino a quando i ricordi legati a Jason che tanto cercava di seppellire e i pensieri legati ad essi non avevano cominciato a riaffiorare. Dimenticare quel ragazzo sarebbe stato più difficile di quanto avesse creduto. Jason le si era insinuato sotto pelle in un modo in cui nessuno era mai riuscito a fare.

E lo detestava.
Detestava lui per l'effetto che, nonostante tutto, ancora le provocava, ma soprattutto detestava se stessa per avergli permesso di avere una così grande influenza sulla sua persona.

In quel momento si fermò ed alzò il capo, notando, per la prima volta in quella sera, il cielo; una lunga distesa scura e cupa che sembrava preannunciare l'arrivo di un temporale. Si morse il labbro e riprese la sua camminata verso casa, questa volta con passo molto più spedito per evitare di venire travolta dall'acquazzone sempre più imminente. Tagliò in un vicolo che sapeva le avrebbe fatto risparmiare un po' di tempo, quella da lei imboccata non era certo una delle vie più sicure della città, ma aveva fatto quella strada decine di volte e si era abituata a quella scarsa luminosità che proveniva dal lampione in fondo alla strada.

Tuttavia qualcosa, qualcosa in quella sera non andava, e lei lo capì non appena percepì una presenza alle sue spalle che si stava facendo sempre più vicina. Senza voltarsi, strinse maggiormente la borsa intorno al suo braccio, temendo che potesse trattarsi di uno scippatore ed accelerò il passo, cosa che fece anche la persona dietro di lei.

Prima che potesse rendersene conto aveva già iniziato a correre, il cuore le batteva a mille, la pelle le sudava freddo. Corse per arrivare in fondo al vicolo e svoltare a destra, come faceva sempre, quando una figura le bloccò il passaggio.

Sienna si arrestò di colpo. <<Bene, bene, guarda chi abbiamo qui: la piccola spiona.>> La persona che aveva pronunciato quella frase era nascosta nella penombra, tuttavia lei riconobbe quella voce roca e spregevole. Avanzò verso di lei e solo allora riuscì a vedere chi aveva di fronte.
<<Tom>> disse a denti stretti guardando l'uomo in maniera truce; lui era stata la causa di tutti i problemi tra lei e Jason e non poteva far altro che provare disprezzo nei suoi confronti.
<<Vedo che ti ricordi...>> sogghignò in maniera inquietante avvicinandosi ancora di più a lei, mossa che la fece indietreggiare per il disgusto. Nel camminare all'indietro la schiena di Sienna, però, andò ad urtare contro qualcosa, o meglio, qualcuno che la afferrò per le braccia immobilizzandola.

Tom scoppiò a ridere, seguito a ruota dal suo compagno. <<Sei in trappola, carina.>>

Il suo primo istinto fu quello di gridare dal terrore e cercare, invano, di liberarsi dalla presa salda sul suo corpo, ma seppellì la paura riuscendo, con un filo di voce, a chiedere: <<Che cosa volete da me?>>

I due si lanciarono un'occhiata complice. <<Solo dare una lezione a te e al tuo ragazzo>> sghignazzò Tom afferrandola, poi, per il mento e costringendola a guardarlo dritto in quegli occhi piccoli e perfidi. <<Non mi sono mai piaciute le ficcanaso come te.>>

Redemption | Jason McCannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora