Capitolo 23

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CONSIDERAZIONI NEGATIVE
Non staremo a girarci intorno, anzi, andremo proprio dritte al sodo. Ultimamente ci arrivano in gran parte notifiche di commenti riguardanti il sesso e il pene di Justin che ci danno davvero fastidio, in primo luogo perchè significa che non vi arriva niente di quello che scriviamo, in secondo luogo perchè ci impegnamo tanto per ricevere riscontri davvero ridicoli. Preferiremmo di gran lunga leggere commenti su come è scritto il capitolo, su una scena che vi è piaciuta, o anche che vi ha fatto schifo, insomma commenti costruttivi.
Se dovete commentare con delle porcate, allora non fatelo, davvero, logoratevi i polpastrelli per scrivere delle cose sensate e costruttive, apprezzeremmo di più.

Ah, e comunque siamo sempre in due a scrivere, così, giusto perchè qualcuno ogni tanto se lo dimentica.

Buona lettura
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La luna si stava nascondendo dietro le nubi quella sera. Il cielo era scuro e cupo, proprio come lo stato d'animo di Jason in quel momento. La strada di fronte a lui era illuminata solo dai lampioni che incontrava sul suo cammino. Alla tiepida brezza estiva si era sostituita un vento pungente che penetrava fin sotto la cute procurando nel ragazzo la pelle d'oca; ma per quanto avesse voluto attribuire la colpa di quella sensazione poco piacevole alla sola corrente d'aria sapeva di non poterlo fare: l'angoscia che aveva in petto era di tutt'altra natura.

Deglutì e guardò Tom che camminava poco dietro di lui.
<<Non devi starmi attaccato al culo, posso farlo da solo>> borbottò infastidito dalla presenza di quell'uomo che lo seguiva come un'ombra.
Tom fece una smorfia e sputò: <<Credi che mi diverta a farti da babysitter, McCann? Il capo vuole solo che mi accerti che tu porti a termine il tuo lavoro.>>

Già, "lavoro", non appena si era proposto di lavorare per lui, Samuel non aveva avuto alcun dubbio sulla mansione da assegnare a Jason: terrorizzare a morte chiunque fosse in debito con lui così da incentivare le persone che tenevano alla propria vita a ripagarlo nel più breve tempo possibile, perché Samuel non era conosciuto per la sua pazienza.

Il biondo sbuffò. <<Ho detto che lo farò>> asserì cercando di mostrarsi freddo e risoluto e sarebbe riuscito nel suo intento, se proprio in quel momento non fosse iniziato a suonargli il cellulare nella tasca dei jeans. Non c'era nemmeno bisogno che leggesse il nome sullo schermo: poche persone avevano il suo numero e solo una avrebbe potuto chiamarlo. Una chiamata che in altre circostanze lo avrebbe sicuramente fatto sorridere ma che in quel contesto, invece, gli fece tremare le mani.

Tom gli scoccò un'occhiataccia, ma lui la ignorò e prima che se ne potesse rendere conto aveva già premuto l'icona verde.

<<Ehi!>> esclamò una Sienna squillante dall'altra parte della cornetta.
<<Ehi>> Jason per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.
<<Ho appena finito il turno serale e pensavo che potrei passare da te o magari venire a prenderti e andare a casa mia per stare un po' insieme, che dici?>> il biondo sentiva l'entusiasmo e la speranza nella voce della ragazza e pensò a quanto desiderasse poter stare accoccolato sul divano insieme a lei anziché dover passare la serata con qualcuno che puzzava più di un porcile. <<Scusa, ora non posso>> fu la sua risposta, la quale uscì più fredda di quanto avesse voluto e per questo cercò di rimediare con un: <<Ti chiamo domani>> detto nel modo più rassicurante che potesse fare e senza aspettare una risposta da parte della rossa, la quale sicuramente avrebbe iniziato a fargli domande su cosa avesse di tanto importante da fare il lunedì alle undici di sera, agganciò la chiamata.

A quel punto Tom mise la sua pistola in bella vista. <<Sai, sarebbe un vero peccato se la tua fidanzatina non arrivasse a domani>> commentò beffardo. Jason non riuscì a trattenersi per quello che aveva appena detto ed incurante dell'arma da fuoco che aveva tra le mani lo spinse violentemente. <<Prova a parlare ancora di lei e sarai tu quello che non arriverà a domani>> tuonò minaccioso, scaturendo solo una risata isterica nell'altro. <<Wow, non scherzi quando si tratta di lei, vero?>> chiese retoricamente inumidendosi le labbra e scrutando gli occhi del biondo, adesso iniettati di sangue. <<La casa è quella là>> fece un cenno col capo alle spalle di Jason, il quale si voltò per un istante e poi tornò a indirizzare lo sguardo sullo scarto della società di fronte a lui. <<Esegui gli ordini e potrai tornare a giocare al principe azzurro.>>

Redemption | Jason McCannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora