Capitolo 21

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Erano passati diversi minuti dalla fine di quella telefonata tutt'altro che gradita, minuti nei quali Jason era rimasto pietrificato mentre la sua mente viaggiava pericolosamente attraverso una miriade di dubbi e preoccupazioni.

Dannazione!

Sapeva che Samuel prima o poi sarebbe arrivato a lui, ma sperava che ciò sarebbe accaduto più poi che prima.

Tremante, si appoggiò al bancone della cucina passandosi ripetutamente una mano tra i capelli. Non poteva fare a meno di pensare alle parole di quel farabutto. Aveva minacciato di fare del male a Sienna e questo lo terrorizzava a morte.

"Qualcosa mi dice che sei innamorato", aveva detto dall'altra parte della cornetta. Ed era così? Era innamorato di lei? Jason non aveva mai conosciuto l'amore, quello vero e fino a poco tempo prima non credeva nemmeno potesse esistere un sentimento simile, ma adesso stava iniziando a vedere il mondo con occhi diversi e non gli era difficile accostare quella parola di cinque lettere al volto angelico della ragazza.

D'accordo, era innamorato.

Impiegò qualche istante a metabolizzare la cosa, poi l'angoscia tornò a prendere il sopravvento. Non possedeva quella somma, ma c'era in ballo la vita di Sienna e lui doveva trovare una soluzione, anche se al momento la sua mente era poco lucida per poter elaborare un piano.

Quando sentì dei passi echeggiare nel piccolo corridoio che conduceva alla cucina, portò lo sguardo sulla soglia dove Sienna stava facendo il suo ingresso.

<<Ehi>> mormorò lei con la faccia ancora impastata dal sonno.
Jason si prese qualche istante per ammirarla: era bellissima coi capelli arruffati e la sua maglia che le stava extralarge e le arrivava fino a metà coscia. <<Ehi>> rispose di rimando cercando di mascherare l'ansia che lo stava divorando dall'interno. Non aveva acceso la luce quando era entrata e lui era grato di questo; nella penombra i suoi occhi dorati non sarebbero stati in grado di scrutare quelli turbati del ragazzo.

<<Che ci fai sveglio?>> gli chiese.
<<Volevo solo un bicchiere d'acqua>> asserì lui mostrando una disinvoltura che in quel momento non possedeva. Anche se la stanza era pressoché buia riuscì a vedere la ragazza annuire leggermente. Si avvicinò a lei con passo deciso e le afferrò una mano prima di portarla alle sue labbra, Sienna avvampò per quel gesto tanto cavalleresco, ma cercò di non scomporsi. <<Torniamo a letto?>> propose sforzandosi di sfoggiare un sorriso per non destare alcun sospetto.

***

<<Per quanto ancora dovremmo camminare?>> chiese Sienna esasperata. Jason, non volendo continuare a rimuginare su quella minacciosa chiamata che aveva ricevuto pochi giorni prima, aveva approfittato del giorno libero della ragazza per chiederle di uscire e lei aveva accettato senza esitazione. Pensava che l'avrebbe portata al cinema o a mangiare qualcosa, come fanno le persone normali ad un normale appuntamento, ma Jason non era una persona normale e quello di certo non era un normale appuntamento:

Chi porterebbe una ragazza nel bel mezzo del bosco?

Un serial killer, si rispose da sola pentendosene subito dopo. Jason non era un santo e non si era certo dimenticata dell'enorme macchia sulla sua fedina penale, ma era consapevole che non le avrebbe mai fatto del male e si vergognò per aver pensato una cosa simile anche se solo per un breve istante.

<<Ci siamo quasi, pigrona>> la derise scherzosamente lui che proseguiva spedito sulla salita di fronte a lei. Sienna arrestò immediatamente il passo. <<Scusami?!>> alzò la voce di un'ottava ritenendosi offesa. <<Ero una cheerleader al liceo, non sono affatto una pigrona!>> esclamò nell'esatto momento in cui inciampò in un sasso, cadendo in avanti sul terreno umido. Il biondo la aiutò a rialzarsi e dopo essersi accertato che non si fosse fatta male disse: <<Una cheerleader, eh?>> lei sbuffò sistemandosi i capelli prima di tornare a camminare a testa alta, ma con una parte del suo ego ferita.

Redemption | Jason McCannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora