Capitolo 3

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«Lo hai davvero colpito?» le domandò incredulo il ragazzo dai capelli castano scuro in piedi dall'altra parte del bancone.
Sienna scrollò le spalle, le sue dita stringevano la tazza di caffè ancora fumante. «Dovevo pur difendermi» sentenziò la rossa.

Era liberatorio per lei potersi confidare con quello che era il suo migliore amico da anni; Chase era il classico ragazzo della porta accanto: sorriso ammaliante, sempre allegro e con la battuta pronta; all'occasione, però, riusciva ad essere anche un grande ascoltatore e consigliere. Per Sienna quel giovane era l'unico punto fermo della sua movimentata e complicata vita.

Lui scoppiò in una fragorosa risata. «Sei ufficialmente la ragazza più tosta che conosca».
«Credevo che lo fossi già», ribattè la rossa scherzando e osservandosi le unghie con finta superiorità.

Quella era una delle loro classiche conversazioni; riuscivano a passare dall'essere seri allo scherzare in meno di un secondo e, di nuovo, a tornare seri nello stesso lasso di tempo.

Chase alzò le maniche della sua camicia azzurra e poggiò i gomiti sulla superficie in legno scuro, protendendosi verso la giovane. «Come farai per l'università ora che il tuo tirocinio è andato a puttane?»
«Chi ti ha detto che è andato a puttane?» chiese lei di rimando aggrottando le sopracciglia. L'amico la osservò come se avesse detto la cosa più insensata di questo mondo. «Sienna, quel pazzo ti ha quasi uccisa», disse con una certa apprensione nella voce. «Non penserai davvero di rimettere piede lì dentro?» bofonchiò successivamente.

La ragazza si morse una guancia e abbassò silenziosamente il capo sulle sue ginocchia; abitudini che aveva quando non poteva o non voleva rispondere a qualche domanda, e Chase, che la conosceva bene quanto un fratello, questo lo sapeva.
«Mi prendi in giro?!» esclamò tentando di non alzare troppo il tono di voce.
«Senti, nemmeno io impazzisco dalla voglia di stare nuovamente nella stessa stanza con lui, ma devo farlo Chase», provò a spiegare lei. «Non lascerò che un incidente rovini così il mio futuro».
«Incidente? Da quando soffocare una persona è considerato un incidente? Non si soffocano le persone accidentalmente, lo sai questo?». Il tono dell'amico iniziava a non piacerle, tuttavia sapeva benissimo che aveva ragione: Jason aveva tentato di ucciderla intenzionalmente e non esisteva scusa che potesse giustificare quel gesto, tuttavia credeva dovesse esserci un motivo se le era stato assegnato proprio lui come primo caso; chiamatelo destino, fato, o forse le era stato affidato proprio lui perché avevano più o meno la stessa età e una coetanea avrebbe fatto di Jason un ragazzo nuovo. Sienna ripensò alla loro prima seduta, ma subito cancellò quest'ultimo pensiero dalla sua mente. Una coetanea lo avrebbe aiutato solamente ad aumentare le sue fantasie perverse, concluse.
«È un mio dovere aiutarlo» sentenziò infine.
«Perché?» insistette il moro.
«Perché non ho scelto psicologia criminale per vivere nascosta nella paura, l'ho fatto perché desidero davvero fare qualcosa di buono per la società e se riesco ad aiutare Jason a diventare una persona migliore, vuol dire che sto facendo la cosa giusta» spiegò lei leggermente infastidita; capiva la preoccupazione che aveva per la sua incolumità, d'altronde, Chase era sempre stato protettivo e a tratti geloso nei suoi confronti, ma Sienna non era più la diciottenne spaesata e timorosa che aveva conosciuto quattro anni prima, il giorno in cui varcò la soglia di quello squallido pub: il Delirium. Adesso era una giovane donna, forte ed ambiziosa, e niente e nessuno avrebbero potuto mettere in discussione tutto questo.

«E se provasse a farti del male di nuovo?»
Non poteva negarlo: aveva preso in considerazione questa eventualità, sarebbe stato sciocco da parte sua non pensarlo; quel ragazzo aveva ucciso suo padre, quale scrupolo si sarebbe fatto nel riservare lo stesso destino a lei, una perfetta sconosciuta?
Ma ancora una volta preferì dare ascolto alla ragione e ai tre anni di insegnamenti appresi alla facoltà di psicologia, piuttosto che alla paura che subdolamente, si insinuava in lei.

Redemption | Jason McCannDove le storie prendono vita. Scoprilo ora