Capitolo 50

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È successo così velocemente che per un attimo ho pensato di aver immaginato tutto. Sono rimasto bloccato mentre i suoi occhi sono su di me, come se volesse dirmi qualcosa prima
«Stupido che cosa hai fatto? L'hai contaminata!» urlò Leyla mentre io mi misi davanti a lei.
La mia mano trema, mentre cerco di fermare tutto quel sangue che attira tutti.
«Daniel portala via, muoviti!» grida Jonas, mentre io continuo a guardarla scioccato. Mi ritrovo a pochi passi da lei, scaraventato da Leyla che si avvicina a lei minacciosamente.
In un attimo la spinsi allontanandola da Julya, che faticava a tenere gli occhi aperti. Mi buttai su Leyla, pronto a mettere fine alla sua miserabile vita, pronto a vendicarmi per tutto questo.
Invano furono le spinte, i calci e i pugni che Leyla provò a darmi, prima di staccarle la testa.
Sono consapevole che da lì a pochi minuti la mia rabbia mi annebbierà la vista, facendomi dimenticare chi è il nemico e chi mio amico, perché tutti sarebbero morti per causa del mio dolore.
Presi la sua testa gettandola tra i piedi dei neonati che stavano arrivando attirati dal sangue della mia ragazzina.
«Sei finito! Ormai non potrai salvarla, il suo sangue e contaminato.» Urlò il verme di William ridendo.

Sono pronto a mettere fine alla sua vita, e con essa anche alla mia, perché niente ha più senso senza di lei.
Stavo per scattare in avanti, quando Jonas si mise davanti a me.
«Pensa a te!» rispose al mio posto, gettandosi sul corpo di William che cadde a terra.
I denti affilati di Jonas avevano puntato sul suo collo, continuava a muoverlo come si fa con una preda per staccare un pezzo di carne. Mi misi dietro William, che era riuscito ad allontanare Jonas. Quest'ultimo tornò ad essere umano, sapeva di non aver più bisogno della sua forma di lupo. Aveva indebolito il nemico, l'aveva colpito in alcuni punti deboli. La sua mano destra era per terra, il braccio sinistro staccato a morsi, e quel sangue, tutto quel dannato sangue che continuava a scendere.
Mi misi dietro di lui, mentre le mie mani erano pronte a far cessare anche la sua vita.

Quello che successe dopo, in quel momento, poco mi importava. Vedere i miei ibridi inseguire i neonati che si stavano dando alla fuga, era una cosa irrilevante per me.
Ora c'è lei che aveva iniziato a tremare, abituandosi a quel morso letale. Lei, che fra non molto sarebbe morta, e tutto questo per colpa mia.
Non ho saputo difenderla, non ho saputo tenerla lontana da una battaglia che non le apparteneva.
Solo io sono il responsabile.
«Perdonami se potrai, un giorno.» Dissi, sapendo cosa avrei fatto da lì a poco.

C'è solo un modo per farla tornare ad essere la ragazza di prima, un solo modo per non permettere a quel dannato marchio che la trasformi, facendola diventare un neonato per pochi secondi.
Feci uscire i miei canini, pronto a donarle quello che le avevo sempre giurato.
Pronto a farla tornare a sorridere.
«Daniel, no, è infettata!» urlò Jonas alle mie spalle.
Presi la mano di Julya che stava sudando. Non avevo più tempo, pensai tra me.
«Erman!» urlai forte, mentre quest'ultimo comparve vicino a me.
Pieno di cicatrici, cercava di non guardare Julya per resistere al suo sangue che stava facendo gola a tutti i presenti.
«So-no qui.» Disse a denti stretti, mettendo una mano sul naso, come se potesse aiutarlo
«Portaci da Liam, lui saprà cosa fare! Tieni fede alla tua promessa fino alla mia fine! Porta la tua principessa lì e poi prendi il mio posto, hai capito?» urlai, e lui sembrò dimenticarsi del sangue, della battaglia.
Tutto era svanito in quel momento per lui, dopo le mie parole. 
«Hai capito?» urlai di nuovo e lui rispose con un sì pieno di tristezza e delusione.
Mi voltai verso Jonas, che non era d'accordo su quello che avrei fatto da li a poco.
Ma non importava, lei è la mia vita e senza di lei non ha più senso vivere.
«Tieni fede alla tua promessa amico mio! Proteggila fino a che lei ne avrà bisogno.» Dissi a Jonas, prima di puntare di nuovo gli occhi verso di lei.

«Ti amo e ti amerò per sempre, dimenticati di me e vivi la tua vita.» Le sussurrai vicino all'orecchio, prima di infilare i miei canini per iniziare a toglierle tutto il sangue dannato.
Il mio corpo si sentì strano. A tratti mi sentivo forte, ma il mio corpo stava per cedere alla morte.
Continuai fino a che il colore del suo viso non cambiò, era cosi pallida, le sue dolci guance rosse erano sparite.

«Erman, portiamo anche lui.» Fu l'unica cosa che sentii in quel momento. I i miei occhi guardarono il suo viso per un'ultima volta, prima che la mia mente non mi portasse indietro nel passato.

 I i miei occhi guardarono il suo viso per un'ultima volta, prima che la mia mente non mi portasse indietro nel passato

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La prima volta che l'ho vista..

Il giorno che hanno deciso di portarti lontano da me è stato lì che ho capito quanto ti amassi realmente

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Il giorno che hanno deciso di portarti lontano da me è stato lì che ho capito quanto ti amassi realmente.

La mia mente mi trascinò fino a quella notte, dove le nostre anime si riunirono. Dove per la prima volta in vita mia mi sentii un essere umano.

Tutto si era fermato, e ora avrei dato tutto per rivivere di nuovo quell'attimo, quella passione, quell'amore

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Tutto si era fermato, e ora avrei dato tutto per rivivere di nuovo quell'attimo, quella passione, quell'amore.

-Presto, li stiamo perdendo!-

Riconobbi le voci, ma ero così impegnato ad assaporare quei ricordi che decisi di lasciarmi andare, sentendomi sempre più debole. Sempre di più.

«Julya» dissi per l'ultima volta il suo nome.

ETKEN - l'ultimo Principe Where stories live. Discover now