Capitolo 26

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Pov Julya:

Una settimana dopo.

So che non c'è l'avrei fatta. Ne sono sicura, specialmente dopo le sue parole.
Ha iniziato con: "fammi vedere se sai guidare", ed era finita con: "Julya, per un paio di giorni non ci sarò".

« Problemi familiari aveva detto »

Cercai di indagare di più, ma se Daniel mette un muro, è meglio entrare dentro una miniera in cerca dell'oro, piuttosto che provare a farlo parlare.
Presi lo zaino mentre scendevo le scale, uscii fuori dove lui mi stava aspettando. Dio quanto è bello!

-Sei pronta?- chiese avvicinandosi a me

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-Sei pronta?- chiese avvicinandosi a me. Porse la mano verso di me, con le chiavi della macchina che avrei dovuto prendere per andare a scuola. E dire che io non volevo nemmeno prendere la patente, ma ringrazio Yolanda che è riuscita a convincermi.
-Sì, sono pronta per andare a scuola- precisai, ma non ero pronta a lasciarlo andare.
-Julya, ci sono delle regole e voglio che tu le segua. Non fare entrare nessuno a casa, non devi mai dare il permesso di far entrare qualcuno, sono stato chiaro?-
Lo guardai, sentendomi offesa per quella richiesta. Non ero una bambina, non avrei fatto entrare nessuno sconosciuto a casa mia, figuriamoci nella sua.
-Ogni volta che ti chiamo o ti mando un messaggio rispondimi. Fammi sapere che stai bene e che sei al sicuro. E ti prego, almeno finché non ritorno, non andare a lavoro. Non combinare guai e non litigare con nessuno.-
-Va bene, ho capito. È da ieri che mi dici le stesse cose. Non sono una ragazzina- aggiunsi sbuffando.

Le sue mani si appoggiarono sui miei fianchi, ed erano più fredde del solito. Il ghiaccio in confronto a lui non era niente. La sua bocca si appoggiò sulla mia fronte e avvicinò di più il mio corpo a lui.
Lo so, ma non mi piace lasciarti sola qui. Se potessi ti porterei con me- rispose, mentre qualcosa mi diceva che questo viaggio non aveva niente a che fare con la sua famiglia.

C'era dell'altro.

-Vai o farai tardi a scuola.. Ah Julya...-
-Sì, non devo litigare con nessuno. Non devo cedere alle provocazioni. Scuola, casa, come una suora di clausura- risposi alzando gli occhi al cielo.
-Anche, ma ti prego, stai attenta-. Le sue parole uscirono come una supplica, mi voltai per andare verso la macchina, ma mi fermai ritornando da lui.
Non l'avrei rivisto per una settimana. Non avrei avuto la possibilità di sfiorare quelle labbra. Mi alzai in punta di piedi e le mie labbra sulle sue si unirono.

Cercavo certezze, parole! Ma in quel momento sapevo di non averne bisogno. Sapevo che la frase sussurrata ieri non era stata detta tanto per dire. A modo suo mi dimostrava sempre quanto ci tenesse a me. Mi staccai da lui mentre aprii gli occhi.

 Mi staccai da lui mentre aprii gli occhi

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