Capitolo 19

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Daniel:

Starle lontano!

Questa è una frase semplice, facile. Chiunque capirebbe il significato di questa parola. Lo capisce un bambino quando gli si dice di non toccare una cosa. A maggior ragione un adulto. Se poi l'adulto in questo caso ha 1.500 anni, dovrebbe capirlo ancora di più.

Non riesco a capacitarmi di cosa, il mio cervello e il mio corpo, non riescono a capire di queste parole:
Lei / Lontano / Da / Me.

Semplice! Eppure sono fermo vicino alla finestra a guardarla, mentre è fuori con quel professore di scienze che spiega loro qualcosa sulle piante. La guardo mentre è in disparte, guarda ogni tanto verso il professore, per poi tornare a guardare il suo cellulare. Con chi diavolo parlerà tutto il tempo quella ragazzina?

-Professore?-
-Che c'è?- urlo, facendo alzare la testa verso di me a tutta la classe. Un ragazzo che sembra tremare per via del mio sguardo dice: -H-ho finito.-
-Chi ha finito se ne può andare.- Risposi, cercando di rimanere calmo nonostante sia infastidito.
Tornai a guardare verso la finestra, ma lei non c'era più. Se n'era andata, e come se non bastasse, tutti iniziarono ad alzarsi una volta finito. Non avevo intenzione di fare un compito, ma quando l'ho vista fuori, la prima cosa che mi e venuta in mente era di chiedere a quegli studenti di scrivere qualcosa su quello che avevano studiato. Aspettavo con ansia che la campanella suonasse, dovevo sapere dov'era, dovevo parlarle, ma qualcosa attirò la mia attenzione.
Alcuni alluni urlavano per incoraggiare la rissa e decisi di uscire notando la piccola folla.

Iniziai a camminare in mezzo a loro, per vedere chi fossero i due stupidi che stavano litigando.
-Stronza assassina. Dovevi morire!-
-Fottiti! Non sapete un cazzo!-
Rimasi un attimo immobile, incredulo, davanti alla scena.

Lei stava tirando i capelli di una di quelle bionde ossigenate, mentre l'altra provava a darle dei pugni sui fianchi.
-Basta!- urlai, attirando l'attenzione di tutti tranne la sua, che continuava a tenere saldamente i capelli della ragazza.
-Julya, ho detto basta!- dissi vicino al suo orecchio, stringendo le mie mani attorno al suo corpo.
-No, sono stanca! Le solite voci, ma non sapete un cazzo!
Giudicate senza sapere cosa sia successo. Pensate che sia un'assassina? Ok, basta. Ho capito, smettete di ricordarmi ogni dannato giorno, senza sapere cosa vuol dire vivere senza dei genitori!
Vedere morire il proprio ragazzo davanti ai proprio occhi. Lasciatemi perdere!- urlò, mentre le sue lacrime continuavano a bagnarmi le mani. Decisi di prenderla e portarla lontano da quel posto.

Entrammo dentro un'aula, mentre continuava ad agitarsi. Scivolai lentamente a terra assieme a lei, che non aveva smesso di urlare per il dolore che racchiudeva in sè.

-È finito, è tutto finito! Mi porteranno via- iniziò a dire.
-Nessuno ti porterà via! Nessuno- le ripetevo sempre questa parola. Spiegandole che nessuno le avrebbe mai fatto dal male, perché era reale. Non avrei mai permesso a nessuno, su questa terra, di farle del male, nemmeno io stesso. Non so per quanto tempo rimanemmo seduti per terra, ma quando sentii dei passi avvicinarsi mi alzai aiutando lei a fare lo stesso.
-Arriva qualcuno- le dissi, mentre mi guardava confusa.

-Signorina Roder è qui? Figliola, mi dispiace. Questa volta non posso- lei iniziò a camminare in direzione della preside, esibendo un debole sorriso.
-Lo so! Ho visto i loro volti- aggiunse, mentre mi affrettai a leggere nella mente della preside per capire meglio. Vogliono portarla via. Vogliono allontanarla da qui, da me!
Lei si voltò guardandomi con gli occhi gonfi.
-M-mi ha fatto piacere conoscerla professore. Grazie per tutto.- Disse prima uscire con la preside.

Rimasi fermo immobile. L'avrebbero portata via! Non l'avrei più rivista in giro per la scuola, per le vie della città.
« Ed è giusto così »disse qualcuno dentro di me.
Perso tra i miei pensieri mi ritrovai fuori. I nostri sguardi si incrociarono un'ultima volta, mentre dentro di me continuavo a chiedermi se fossi pronto a lasciarla andare lontano da me.

ETKEN - l'ultimo Principe Où les histoires vivent. Découvrez maintenant