Capitolo 12

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Pov Daniel:

-Non è niente

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-Non è niente...-
Erano le uniche parole che dissi, mentre la stringevo a me.Non avrei mai immaginato che mi sarei ritrovato in questa situazione. Le sue urla erano come una scheggia nel petto.
E fidatevi, so cosa vuol dire! Un dolore atroce.

All'inizio la sentivo parlare da sola, ma pensavo che per gli umani fosse normale. Loro cantano sotto la doccia. Per cui, ànche parlare da soli sarà una loro abitudine.
Solo quando le sue parole si trasformarono in urla, tutto cambiò. Non ho pensato nemmeno per un attimo, che si sarebbe spaventata ancóra di più nel vedermi entrare. Era pur sempre nuda.
Ma l'unica cosa che volevo sapere, è se lei stesse bene, che non le fosse arrivato niente.
Entrai dentro, e la vidi respirare a fatica. Continuava ad urlare stringendosi forte la testa.
Cercai di entrare nella sua mente, per convincerla che non c'era niente, ma con lei tutto questo non funzionava. Mi ritrovai a darle delle indicazioni, per poi abbracciarla.

Piange.
Continua a piangere, come se le facesse bene. Mentre resto fermo, carico di rabbia per la situazione. Voglio sapere cos'ha! Cosa le è successo, e tutto questo non posso saperlo se lei non si fida di me.

« L'amore è quel sentimento che ti rende invincibile. Hai paura per lei, hai paura che qualsiasi cosa attorno possa farle del male. »

-Perché sto pensando alle parole di Louis? Cosa c'entrano quelle parole con me?- Pensai tra me, mentre lasciai la presa per alzarmi. Presi un asciugamano coprendola.
La presi in braccio, e le sue guance diventarono rosse. L'appoggiai sul letto, prima di prendere un piccolo asciugamano, iniziando a strofinarle le braccia. Lei non mi guardava, e io, invece, non le avevo mai staccato gli occhi di dosso. Smisi, quando la mia mano sfiorò il suo collo.
-Mi siedo là, nel caso avessi bisogno!-
-No,  ce la posso fare!- rispose, alzandosi in piedi con me.

Rimasi fermo un paio di secondi, per poi uscire dalla stanza senza allontanarmi dalla porta, nel caso avesse bisogno di me. Percepivo il suo respiro, sentendomi frustrato, arrabbiato!
Non potevo sentire i suoi pensieri, non sapevo cosa fare!
Come si agisce in questi casi? Presi il cellulare dalla tasca digitando un messaggio.

Messaggio per Louis:
"Cosa si fa quando una donna è triste?" inviai il messaggio all'unica persona che in quel momento poteva rispondermi onestamente. La risposta ci mise tanto ad arrivare, e per un attimo pensai di andare direttamente da lui, ma non volevo lasciarla da sola.

Messaggio
"Io spero che tu non abbia fatto danni! Ma di solito la si fa ridere. Falla stare bene (e per bene non intendo quello che pensi) falla ridere." Per fortuna aveva specificato "non quello."

Non che io avessi in mente di fare chissà cosa. Per quello ci aveva pensato la ragazza di ieri.
Tornai in me, quando sentii i suoi passi verso la porta, sparendo in direzione del salotto ad attenderla.
-Hai fame?- le chiesi, mentre scendeva le scale.
-I-io, sì- rispose in imbarazzo. Presi la sua mano, portandola verso la cucina.
Avevo scoperto che tutti gli elettrodomestici funzionavano, che il forno aveva un bottone per una luce, ma non sapevo a quale scopo servisse. Che il tostapane ti lanciava indietro le fette, e se non eri veloce c'era il rischio che ti cadessero a terra. Poi che altro? Il microonde! Louis disse che bastava schiacciare... cosa dovevo schiacciare?
-Posso fare da sola!- disse lei, mettendosi al moi fianco, facendo un veloce sorriso.
-So che serve a qualcosa, ma devo ancóra capire a cosa.- Risposi onestamente, visto che non ne avevo mai usato uno fino ad oggi. Introdusse la sua tazza di caffè, che ormai si era raffreddata. Schiacciò un pulsante, mentre all'interno qualcosa iniziò a girare. Rimasi fermo a guardare, non capendo il senso di farlo girare. A cosa servirà mai? Bip, Bip, Bip. Iniziò a suonare, mentre lei tirava fuori la sua tazza fumante. Wow è a questo che serve!
Interessante, pensai, quando in realtà poco mi importava, visto che non l'avrei più usato. Mi sedetti vicino a lei, che guardava le fette che ero riuscito a introdurre in quel tostapane. Naturalmente, grazie a quel sito che Louis mi aveva consigliato di guardare: "YouTube".

Ne presi una mettendo un po' di Nutella. Se c'era una cosa che non era cambiata nei secoli, era proprio questo: dona un po' di cioccolato ad una donna, ed è come se le avessi regalato il mondo.
-Grazie- rispose, e le regalai un sorriso. Ecco, la mia teoria è giusta!.
-Avevo pensato di fare un giro per la città, che ne dici?- le chiesi, e mi fece cenno di sì con la testa, non dando peso alle mie parole. Le chiesi se voleva del latte, ma lei non sembrò sentire. Era persa chissà in quale ricordo. Decisi di provocarla per sentire la sua voce.
-Poi potremmo sposarci in una di quelle cappelle che ci sono qui.-
-Cosa?- disse sorpresa.
-Sto scherzando!- aggiunsi, e lei iniziò a ridere.

- Certo!- rispose, mentre mi gustavo quel momento, ascoltando la sua risata

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- Certo!- rispose, mentre mi gustavo quel momento, ascoltando la sua risata.

"Nella vita incontrerai tre persone Daniel: quella che ti cambierà la vita. Quella che ti rovinerà la vita. E quella che SARÀ LA TUA VITA!"

Le parole di Louis risuonarono di nuovo nella mia testa. Non era per me quella frase. Nessuno ha mai cambiato la mia vita, tantomeno distruggermela. E non ho mai incontrato nemmeno quella che sarà la mia unica ragione di vita.
-Io...- la guardai, vedendo che aveva smesso di ridere. -Tu!- dissi, mentre mi perdevo nei suoi occhi.
-Cioè, io non pensavo che tu dicessi sul serio, sapevo che scherzavi!- aggiunse, e continuavo a guardarla non capendo di cosa stesse parlando.
-Sposarmi! Cioè, intendevo dire che non mi avresti mai sposato, non che tu sia... ecco!- iniziai a ridere come non avevo mai fatto. Era cosi buffa, così goffa nelle sue parole. La mia mano prese la sua, mentre lei sorrideva per l'imbarazzo.
-Forse!- dissi solamente, alzandomi dal tavolo per andare in direzione delle macchina del caffè per prenderne un po'. Dovevo farla ridere, farla stare bene, ma in realtà, quella ragazzina, in un attimo  riuscì a farmi dimenticare tutta la mia vita, e a farmi sorridere come mai nessuno.

ETKEN - l'ultimo Principe Where stories live. Discover now