Capitolo 46

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Pov Daniel:

Ha detto che tornerà.

Sì, lei ha detto così!

Anche se è poco il tempo trascorso insieme, so che lei non mente, so che mi posso fidare delle sue parole

«Cosa fai fuori?» non mi voltai nemmeno, il mio monologo iniziale non ha più senso, se penso che sono ore che sono fermo davanti all'entrata di casa ad aspettarla.
Mi fido di lei, ,ma ho paura. Non avrei mai dovuto lasciarla andare.
«Hai fatto la cosa giusta, lei è forte. Poteva scappare per la paura, invece l'ha presa bene.» Aggiunse Jonas.
«Chi ti ha detto che non l'abbia fatto?» domandai.
«Questo non posso dirlo.» Rispose, e mi voltai di scatto verso di lui.
«Stai scherzando, vero? Tu mi hai chiesto di aspettare, perché sicuramente hai un piano: hai mandato Erman o Enysa con lei?» immaginavo che avesse escogitato una specie di protezione per lei.
«In realtà, no. Ho ragionato come un umano, visto che ha scoperto che il proprio amato non è un umano.»
«Jonas, dimmi che è uno scherzo, dimmi che non l'ho lasciata andare da più di due ore da sola fuori, dimmi che uno dei miei uomini è con lei.»
«E come faccio a comandarli? Ricorda che sono i tuoi uomini.»
«Cazzo!» fu l'unica parola che io dissi, prima di sparire andando a cercarla.
«Controllo nel bosco.» Sentii la voce di Jonas, prima di sentire un ululato.

Mi mossi in direzione della città alla sua ricerca. Passai davanti al locale, davanti alla scuola, al parco. Nei negozi dove andava, perfino al bar dove mi aveva detto che si rifugiava quando era triste, ma niente, di lei non c'è traccia.
Mi diressi verso l'ultimo posto, sperando di trovarla.
Sentivo un nodo alla gola, ma non è la fame, lo so. Arrivai davanti a casa sua e apparve Jonas.
«Ibridi.» Disse.
Entrai dentro prima di trovare il caos. Il tavolo, le sedie, le foto. I quadri per terra, come se ci fosse stata una lotta.
«Julya!» esclamai, sentendo il suo odore che mi portò verso la cucina.
Toccai per terra, dove l'odore a me familiare era ancora presente.
«Vincent e William l'hanno presa.» La rabbia si riversò.
Dei passi verso la porta attirarono la mia attenzione in un attimo, e la mia mano si ritrovò ad afferrare un collo, mentre i miei occhi rossi si posarono sullo sfortunato che cercava di muoversi.
«Dan lascialo, forse sa qualcosa.» Suggerì Jonas.
Lasciai cadere il ragazzo che riconobbi, mentre quest'ultimo iniziò a tossire.
«Bastardo, dov'è? Dove l'hai portata?» provò a dire Baker rialzandosi.
«Ragazzino, non è il momento di fare l'eroe. Dicci dove è Julya.» Ordinò Jonas, mentre la mia mente viaggiava tra i ricordi.

(Scusate piccola premessa. Ci tengo davvero. In questa piccola parte ci sarà descritto una scena di sesso. Quindi finche non vedete la fine del flashback non leggete se siete sensibili o minori. Io vi avviso, poi ognuno è libero di fare quello che vuole.)

Flashback
La mia mente ricordò quella sera, la sua pelle che richiamava la mia. Il sapore della sua bocca.
All'inizio non mi dava fastidio che lei avesse già avuto esperienze. Mi dava fastidio che non fossi io. Ma dentro di me ero certo che sarei stato l'ultimo, perché dopo questa notte la mia anima maledetta è legata a quell'angelo dai capelli neri. Avevo paura che la mia natura venisse fuori, che il richiamo del sangue rovinasse questo momento, e a tratti ho dovuto allontanarmi dal suo collo.
Ma quando sono entrato dentro di lei tutto è sparito.
Mi sono ritrovato a rivivere tutti i posti magici che ci sono in questa terra. Ad ogni spinta e ad ogni suo gemito, la mia mente si immaginava di fare l'amore con lei in un posto diverso.
È riuscita a portarmi nelle isole più deserte e irraggiungibili.
Ogni suo tocco sulla mia pelle fredda si riscaldava. Ogni parola d'amore riuscì ad abbattere una parte della mia corazza, facendomi sentire vivo. Il suo respiro spezzato, il sudore sulla fronte.
Ogni donna con cui io avevo condiviso il letto era stata spazzata via da lei.
Il suo piccolo seno dal quale la mia lingua non riusciva a staccarsi. Fare l'amore con lei non era solo una cosa normale, no. Fare l'amore con lei è stato speciale.
FINE FLASHBACK.

«Cosa diavolo non hai capito? Ti dico che avevo appuntamento qui con lei, ma lui l'ha scoperto e chissà cosa le ha fatto!» le urla del ragazzo mi fecero tornare di nuovo alla realtà, quella stessa realtà che mi ricordava che lei non c'era, che lei era stata presa solo per colpire me.
«Jonas preparati, andiamo in battaglia!» dissi sorpassando il ragazzo, sapendo che questa notte avrei scatenato l'inferno per farla ritornare da me.
«Quale battaglia? Di che diavolo...»
Mi fermai. Avrei potuto cancellargli la memoria, ma non avevo tempo. Dovevo richiamare a me le mie truppe, io non sono come Nolan, io non mi sarei fatto abbattere prima di non riuscire a salvarla.
«Non ho tempo per occuparmi di te, ma di qualcosa e qualcuno...»
«Lo dirò a William, lui ha promesso di farci scappare lontano da te. Tu non la meriti!»
In un attimo fui davanti a lui, e la mia mano afferrò il suo collo.
«Il tuo amico l'ha rapita. Prega che non le sia successo niente, altrimenti tu sarai il primo a morire.» Lo buttai a terra e iniziò a tossire tornando a respirare.
«So dove sono.» Sussurrò, prima che io potessi sparire. Mi fermai a guardarlo, lessi nella sua mente il piano diabolico che quell'arpia aveva in mente. Involontariamente lui aveva sentito qualcosa.
«Se non mi porti con te non te lo dirò. Io la amo.» Rivelò.
Non ero sorpreso della sua dichiarazione, avevo già letto cosa provava per lei. Ma quello quello che non capivo era il perché lei sia andata da lui, lasciando me.
«Sono l'ultimo principe dei vampiri, non ho certo bisogno di te!» dissi a denti stretti.
«Tu no, ma lei sì.» Rispose sfidandomi di nuovo.
«Non c'è amore più vero e più profondo, di uno che sa cosa voglia dire essere amato.» Sussurrai a me stesso, ricordandomi cosa rappresentasse per me Julya, prima di sparire nella direzione dove si sarebbe tenuto il Consiglio.

ETKEN - l'ultimo Principe Where stories live. Discover now