Capitolo 41

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Il cavallo nitrì rumorosamente nell'oscurità.
Non era uno dei suoi soliti nitriti.
Era come un allarme, un segnale che avvertiva qualcosa.
《Cosa?》, urlai passando le mani sul viso.
Mi aveva svegliata quando era ancora notte fonda.
Si agitava e soffiava forte, non riusciva a stare fermo.
Il fuoco era spento, perciò balzava di qua e di là impennandosi.
Mi alzai frettolosamente cercando di avvicinarmi.
Non feci in tempo a guardare all'orizzonte che notai la luce di alcune torce.
《No》, esclamai terrorizzata.
Me lo avrebbero portato via di nuovo.
Avanzai convinta verso il cavallo che continuava ancora ad agitarsi.
Lo afferai per la criniera e cercai di accarezzarlo per calmarlo.
《Dai, vieni, nascondiamoci》
Ci nascondemmo all'interno della grotta dove si sentivano solo i battiti del mio cuore.
Ero terrorizzata.
Volevo scappare da quello che sembrava essere il mio destino senza cavalli.
《Di là, ho sentito qualcosa!》, esclamò qualcuno.
Io mi stringevo a Power e iniziai a tremare.
Dai miei occhi iniziarono a cadere lacrime: ero disperata.
《Non voglio stare senza di te》, mi lamentai senza voce.
Le luci apparsero nitide e la loro direzione era la nostra grotta.
Era la fine, lo sentivo.
Mi strinsi ancora al cavallo, come avessi voluto soffocarlo.
Il rumore dei passi aumentava e ciò che avrei voluto fare era scappare lontano da tutti.
Il rumore aumentò e all'improvviso mi ritrovai la luce puntata negli occhi.
Power si allontanò di scatto e con esso anche io che ero avvinghiata al suo collo.
《Jessica!》, sentii una voce familiare.
Una voce che avevo iniziato ad odiare già da tempo.
La persona a cui apparteneva la voce si avvicinò a me e mi prese per un braccio.
《Lasciami stare, mamma》, urlai.
Power nitrì e sentii il suo voler scappare via.
《Andiamo via, su》, disse cercando di trascinarmi.
《Io non vado da nessuna parte senza di lui》
Piantai i piedi a terra e mi strinsi ancora di più al cavallo.
《Andiamo via con lui e vediamo cosa si può fare》
《È un tranello, lo so》, dissi tra i singhiozzi.
《No che non lo è》, intervenne qualcun'altro.
Era mio padre.
《Va bene》, mi asciugai le lacrime.
《Devo solo sellarlo e verrò con voi》, proposi.
Mio padre e mia madre annuirono.
Così avrei avuto più possibilità di fuggire se fosse stato necessario.
Sellai il cavallo velocemente, anche se era ancora spaventato.
《Buono》, cercai di calmarlo.
Una volta finito, salii su sotto lo sguardo intimorito dei miei genitori.
Risalimmo la stradina e arrivammo alla strada che conduceva al paese.
Qui c'era un'auto della polizia con i lampeggianti accessi, ma senza il suono fastidioso.
C'erano due uomini che stavano parlando tra di loro.
Quando si accorsero di noi, ci vennero incontro.
《Siamo davvero felici!》, esclamarono avvicinandosi a me.
《Dovete essere proprio pazza, signorina》, disse ridendo.
《Io non sono pazza. Io ho solo bisogno di un cavallo, ciò che i miei genitori non hanno capito》, dissi guardandoli.
Mia madre mi guardò di bieco.
Lo feci a mia volta.
Il polizziotto abbassò la testa e andò a parlare dai miei genitori.
《Se mi permettete, è un bel cavallo》, ammise il suo collega.
《Grazie》, dissi sorridendo.
Anche quest'ultimo andò a parlare con i miei genitori.
Il lampione illuminava un piccolo spicchio della strada.
Dopo poco si avvertì un venticello fresco e una serie di brividi percorse la mia schiena.
Lanciai uno sguardo alle quattro persone che stavano discutendo.
Sembrava ne avessero ancora per molto.
Sospirai rumorosamente e mi accasciai sul collo di Power.
Cominciavo davvero ad avere sonno.
《Bene, provate》, suggerì il poliziotto.
Tutti si girarono per guardarmi.
Io mi misi composta a cavallo, pronta a un'eventuale fuga.
Anche Power alzò la testa, le orecchie girate verso di me.
Mi stava ascoltando e stava aspettando il segnale di partenza.
Mia madre mi venne vicino.
《Jessica, quante volte devo ripeterlo ancora?》, disse calma.
Ma io riuscivo a percepire che si sarebbe infuriata da un momento dall'altro.
《Pensavo che la mia fuga vi avesse fatto capire quanto sono importanti per me i cavalli. Non sono mai riuscita a dirvi sinceramente ciò che provo per loro e forse qui ho sbagliato. Il mio non è uno sfizio che prima o poi mi passerà!》, dissi tutto d'un fiato.
Mentre parlavo agitavo le mani in aria.
《Io amo questo cavallo. Con lui ho fatto le cose più strane, ma se mi aveste vista avreste sicuramente notato la mia felicità》, spiegai ancora.
Mia madre sbuffò e fece retro marcia.
Andò verso mio padre, lo prese sotto al braccio e insieme si allontanarono parlando.
Io mi rilassai e così fece anche il cavallo.
《Tranquillo》, dissi accarezzandolo.
Il poliziotto gentile si riavvicinò con aria amichevole.
《E quindi hai rubato questo cavallo?》, disse sul punto di ridere.
《Non l'ho rubato. La nostra è una storia complicata》, dissi seccata.
Il poliziotto annuì e fece un giro completo intorno al cavallo.
Risi quando lo vidi passare dietro al posteriore con paura.
Quando ebbe terminato il giro, prese un taccuino e appuntò qualcosa.
Intanto vidi i miei genitori che tornavano.
Il loro volto era normale: né felicità né tristezza.
Ed era proprio quell'espressoone che mi faceva paura.
Significava l'esatta metà, cioè il nulla più totale.
Strinsi forte le redini e serrai i pugni.
Il peggio arrivò quando mia madre mi si avvicinò per parlarmi.
《Senti, è notte. Perché non ne parliamo meglio domani?》, propose calma.
《E chi mi dice che non me lo porterete di nuovo via? E che non mi rinchiuderete per non farmi più uscire?》, dissi sfacciatamente.
Tutto ciò che era successo mi aveva insegnato a non essere più debole, a essere forte e perché no, anche sfacciata.
《Porteremo il cavallo al maneggio dove siamo venuti a prenderti alcuni giorni fa》
Non mi bastava assolutamente.
Ormai non mi fidavo più.
《E io dormirò con lui, nel suo box》, affermai decisa.
Mia madre sbuffò e portò una mano sulla fronte.
《Va bene, come vuoi》
Si diresse verso il poliziotto scontroso per discutere ancora con lui.
Ancora una volta mi ritrovai con l'ansia addosso.
Odiavo aspettare quando sapevo che le cose si mettevano male.
Quando invece sapevo che era una bell'attesa, era bello.
Perché in fondo è proprio l'attesa la cosa bella.
Mia madre annuì un'ultima volta e tornò ancora da me.
《Chiameremo un van》, disse infine.
《No, non ci entrerebbe mai, ci veniamo a piedi》, affermai.
Il viso di mia madre si contrasse in una smorfia.
Quanto odiava i cavalli?
I poliziotti si misero nella macchina insieme ai miei genitori che presero la loro.
Io spronai Power al galoppo.
Ttaballavo ancora, ma ormai non ci facevo più tanto caso.
Tenevo le redini tese e con le mani cercavo di seguire il movimento del collo.
Era ancora notte fonda, quindi non si riusciva a vedere un granché.
Ogni tanto c'era un lampione della luce che illuminava un pezzo di strada.
Almeno quella poca luce era d'aiuto.
Le due auto ci seguivano e la polizia aveva finalmente spento i lampeggianti.
Per la strada non c'era nessuno e ne fui felice.
Dopo poco arrivammo al maneggio ed entrammo.
Feci delle carezze al cavallo che emetteva respiri affannati.
Scesi e tirai giù le redini.
Lo condussi verso l'ufficio di Miranda.
Dalla porta si intravedeva la luce.
Era lì per noi?
I miei genitori entrarono insieme alla polizia e all'apertura della porta riuscii a scorgere Miranda con una tazzina da caffè in mano.
Mi dispiacque davvero molto che fosse stata disturbata per una sciocchezza.
Quando mi vide s'illuminò.
《Portalo nel box dell'altro giorno e dagli da mangiare del fieno. Cerca di sistemargli il box》, si raccomandò restando nel suo ufficio.
Io annuii e portai Power nel box della volta precedente.
Vi feci un giro all'interno e poi dissellai il cavallo.
Questo sembrava a suo agio e non fu difficile eseguire tutti i movimenti.
Appena tolto tutto l'equipaggiamento, lo poggiai delicatamente fuori dal box.
Poi entrai nel box e diedi un enorme bacio sul collo del morello. Solo allora mi resi conto di quanto fossi stanca.
Andai nel fienile che si trovava più o meno vicino alla selleria.
Mi guardai intorno: c'erano vari sacchi e su di essi delle cartelle con scritto cosa contenevano.
Presi un secchio e una sessola per mettervi dentro un pò di crusca.
Misi per tre volte la crusca nel secchio e lo portai nel box.
Rovesciai il tutto nella mangiatoia.
Power si avvicinò e annusò il tutto.
Dopo poco cominciò a mangiare.
Non lo avevo mai visto mangiare.
Era bellissimo anche nel fare quell'azione.
Vicino alla mangiatoia c'era un beverino automatico.
Così poteva bere quando desiderava.
Uscii fuori e chiusi la porta del box.
Presi tutta l'attrezzatura che avevo lasciato davanti al box e la portai nella selleria.
Notai varie coperte tra tutte le selle e i sottosella.
Ne presi due: una per me e una per Power.
Spensi la luce della selleria e del fienile raggiunsi a passo svelto il box del cavallo.
Aprii la porta e poi la rinchiusi dietro di me.
Power non aveva ancora finito di mangiare.
Provai lo stesso a mettergli la coperta e dopo vari tentativi ci riuscii.
《Okay, ora dovresti essere apposto》, dissi accarezzandogli il collo.
Vi appoggiai la testa dolcemente.
《Ti pulirò domani mattina》
Mi misi a prepare il mio "letto" improvvisato.
Misi la coperta sopra alla paglia e mi ci distesi sopra.
Guardai dall'apertura del box il cielo.
Quella notte c'erano solo due bellissime stelle.
Splendevano più che mai.

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Ciao!❤
Scusate se cambio spesso copertina, ma sono davvero indecisa. Comunque volevo ringraziarvi per i tanti lettori, commenti e stelline! Siete fantastici, continuate così!
Che ne pensate di questo capitolo? Voglio tante stelline e tanti commenti! Ciao❤

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