Capitolo 30

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Ero sdraiata sul mio letto, inerte.
Nessuno avrebbe mai potuto capirmi, o capire la mia passione per i cavalli.
Era passata una settimana da quando avevo lasciato Power addormentato nella radura.
Mia madre ovviamente mi chiese dove ero stata e io le risposi che ero andata a fare una passeggiata con l'aria di un innocente.
Non se la bevve interamente, ma lasciò passare.
Nei giorni successivi tornai da lui, ma stavolta stavo sempre più attenta all'orario.
Il telefono squillò sul tavolo e io mi alzai per andare a prenderlo, interrompendo il mio stato di annullità.
*Vieni al maneggio, così ti faccio vedere una cosa*
Era Elena che come al solito mi mandava messaggi a sorpresa.
E ora cosa voleva farmi vedere?
Qualunque cosa fosse sapevo che si trattava di cavalli e sapevo che mi sarebbe piaciuto.
Tutto ciò che stava facendo per me quella ragazza, era incredibile.
Mi sentivo bene con lei, mi rendeva felice e mi faceva sentire apprezzata.
Ma non avevo capito ancora le sue intenzioni e questo mi faceva preoccupare per lei.
Mi vestii meglio con una maglietta nera e dei leggins dello stesso colore e scesi di sotto.
Guardai l'orario: quasi le dieci, avrei fatto in tempo per la chiamata di mio padre.
《Bob! Il guinzaglio!》, urlai.
Improvvisamente sentii il rumore delle sue zampe che correvano sul parquet di sopra e poi scendevano le scale di marmo per poi arrivare sul pavimento levigato della cucina.
Lo vidi sbucare dietro al mobile e correre con ansia verso di me.
Una volta arrivatomi di fronte, si sedette e rimase con il guinzaglio in bocca a guardarmi.
《Bravo. Sì, si esce, ma fai il buono》, lo pregai.
Quando sentì lo scatto del guinzaglio che si legava all'anello della sua pettorina si alzò immediatamente e si mise in posizione di partenza, guardando verso la porta.
Uscimmo dalla casa chiudendo bene la porta e ci incamminammo con passo lento.
La mia casa si trovava piuttosto in campagna, c'erano poche case ma comunque non era un posto isolato.
I vicini non erano vivaci come ci si aspetterebbe in città.
Loro se ne stavano per i fatti loro ma mia madre li conosceva e ogni tanto si scambiavano verdura, frutta e cose così.
La cosa più bella della mia casa era la sua grandezza: adoravo il campo da salto per Bob e il garage e la soffitta.
Mentre camminavamo a passo spedito a causa dei miei pensieri, Bob iniziò a tirare guardando verso il bordo della strada dove c'erano alcuni cespugli d'erba.
Lo feci avvicinare piano ritirando il guinzaglio.
Bob stava con le orecchie dritte e con la coda tra le gambe, come quando stava attento a non farsi sfuggire nemmeno un moscerino.
Fece un enorme balzo e mi trascinò nell'erba con lui.
Cos'era? Un semplice lucertola...
Bob amava le lucertole, gli piaceva giocare ad acchiapparle.
E io dovevo cadere per colpa sua.
《Eh no! Così non va! Fila dritto!》, lo richiamai scuotendo il guinzaglio.
Proseguimmo la strada per molto tempo, non mi ero accorta che era così lungo il tragitto a piedi.
Arrivammo al maneggio entrambi sfiniti e io restai per un pò di tempo con le mani appoggiate all'arco davanti al maneggio.
Notai che vicino ai box c'era un van per due cavalli, ma all'interno non ce ne erano.
Tutto il resto sembrava tranquillo.
Quando entrai notai la porta dell'ufficio di Miranda aperta.
Che stesse facendo lezione?
Mi affacciai da lontano per guardare meglio e all'interno dell'ufficio, seduto su una sedia, c'era un uomo di spalle.
Proseguii indifferente e passai davanti al lavaggio dove c'erano due ragazze che stavano strigliando e accudendo due cavalli, uno sauro e uno grigio, e che nel frattempo ridevano e chiacchieravano.
Che bella la vita in maneggio.
Si ride, si parla della stessa passione...
Non devi aspettarti domande tipo "E quindi ti piacciono i cavalli?".
Lì ti capiscono tutti, tanto.
《Okay, per oggi può bastare》, sentii dire da dietro ai box.
Mi avvicinai tenendo il guinzaglio di Bob molto corto.
Sbucarono Miranda seguita da Elena che conduceva Cody.
Si vedeva che Elena aveva appena finito la sua lezione e stava tornando con la sua cavalla.
《Buongiorno, Jessica》, mi salutarono le due all'unisono.
Si guardarono velocemente e ridacchiarono.
Risposi al saluto e mi avvicinai con cautela per via di Bob.
《Bob, cucciolo! Da quanto tempo!》, urlò Elena.
Diede le redini a Miranda e corse ad accarezzare Bob il quale rimase fermo godendosi le coccole.
Forse l'avevo trascurato un pò...
Quando si sollevò mi diede un abbraccio e mi guardò con occhi furbetti.
《Qual è la novità di oggi?》, chiesi impaziente.
Elena mi prese la mano, tolse il guinzaglio e lo prese.
Con l'altra mano mi afferrò il polso e mi portò verso Cody.
Appena le fui vicina, quella voglia irresistibile di accarezzarla mi invase e sollevai la mano per farlo. La cavalla rimase con le orecchie dritte, gli occhi non si muovevano.
Poggiai una mano sulla sua testa e l'accarezzai dolcemente.
Sulle mie labbra nacque un sorriso, sembravo una bambina che aveva ricevuto il suo giocattolo.
《Jessica per caso hai visto un uomo in camicia?》, chiese all'improvviso Miranda con ancora un sorriso sulle labbra.
Immediatamente pensai all'uomo nel suo ufficio, magari era lui.
《Ho visto un uomo nel tuo ufficio, ma non sono sicura sia lui》, risposi accarezzando ancora Cody.
Miranda mi fece un cenno con il capo e si diresse verso il suo ufficio.
《Come mai tutto questo?》, chiesi.
Elena strinse il guinzaglio di Bob e fece una risatina.
《Così, dai andiamo a pulire Cody》, propose.
La seguii conducendo Cody al lavaggio dopodiché la lasciai a Elena che la legò ai due venti.
Ora le due ragazze che avevo visto prima non c'erano più.
《Mi aiuti a pulirla?》, mi chiese la ragazza.
Mi avvicinai di più alla cavalla e la accarezzai piano.
Lei era calma, non dava ombra di fastidio.
《Certo che voglio. Cosa devo fare?》
《Tu togli i parastinchi, io tolgo la sella. Tu togli l'agnellino e il sottosella, io la testiera》, mi disse indicando le varie parti.
Poi ritrasse il dito e mi fece un gran sorriso.
Sospirai e le feci anche io un sorriso.
《Mettiamoci al lavoro, questa cavalla deve risplendere》, dissi con entusiasmo.
Elena fece una risata e iniziammo a lavorare.
Dopo aver tolto tutti i finementi notammo quanto la cavalla fosse sudata.
Elena decise così di farle una piccola doccia per rinfrescarla.
Passò l'acqua sul corpo facendo attenzione a non andare troppo sui reni.
La cavalla sembrava divertirsi e si passava la lingua sul muso quando le arrivavano alcune goccioline d'acqua.
《Ora dobbiamo farla asciugare》, mi spiegò la ragazza bionda.
Elena prese la longhina e, con me e Bob affianco, la condusse per tutto il maneggio.
Io intanto guardavo gli altri cavalli e ogni tanto ne accarezzavo qualcuno.
《Ma qual è la sorpresa?》, le chiesi senza più pazienza.
Elena ridacchiò fra sè e si fermò accarezzando Cody.
《Ti ricordi quel puledro? Quello che ti feci vedere un mese fa?》, mi fece ricordare.
《Sì, me lo ricordo》, le risposi.
Poi mi tornò in mente ciò che era successo, quello che stava attraversando la mia migliore amica.
《Elena... allora, cosa farai?》, dissi con tono più o meno allegro per diminuire la tensione.
《Ci sto ancora pensando e... si  vedrà》
Mi sembrò incerta ma decisi di non caricarla troppo di domande.
Annuii e continuammo a camminare fino a quando non arrivammo di fronte a un box dove mi sembrava non ci fosse nessun cavallo, da lontano.
Mi avvicinai un pò, curiosa. 
Sporsi la testa e lo vidi, quella piccola peste.
Il piccolo grigio stava in piedi e scorrazzava per il suo box dimenandosi in tutti i modi.
Ogni tanto cercava anche di scalciare, ma lo spazio era poco e quindi non c'era molta possibilità di caricare.
《Amore, sei cresciuto davvero tanto!》, esclamai.
Elena fece un risolino e si sparse ad accarezzarlo.
《Non ha paura degli umani?》, chiesi curiosa.
Il piccolo non aveva alcun timore, visto che aveva allungato il muso verso Elena e si stava lasciando accarezzare come tutti gli altri cavalli.
《No, non ne ha. All'inizio sì, ma ora no perché si è abituato a noi esseri umani... ora noi siamo la cosa fondamentale per la sua vita》, mi spiegò con aria dolce.
Il sorriso sempre acceso.
Quindi i cavalli riuscivano in un certo senso ad accettare il loro luogo di vita?
《Ma quando verrà addestrato? Sellato e montato?》
《A circa tre anni si inizia la doma. Poi dipende anche dal soggetto, c'è chi apprende subito e chi dopo》
E quindi tutti i cavalli dei maneggi erano destinati ad essere montati.
E Power? Lui era stato addestrato?
Aveva mai avuto una sella sulla schiena?
Sì, altrimenti non sarebbe rimasto nel suo box e non si sarebbe lasciato prendere da Victoria.
Non si sarebbe lasciato montare da me.
《E quindi questo è il puledro?》
Sentii una voce maschile alle spalle, accompagnata da alcuni passi.
《Certo, è figlio di una cavalla da dressage》, spiegò Miranda.
Io ed Elena ci voltammo e vedemmo giungere verso il box l'uomo che prima avevo visto nell'ufficio di Miranda.
Entrambi avevano un enorme sorriso sulle labbra.
L'uomo si avvicinò al box e osservò il puledro, mentre io ed Elena ci spostammo.
《Oh, salve ragazze》, ci salutò continuando a guardare il puledro. 《Buongiorno》, ci limitammo io e la bionda.
Il cavallino era fermo e scrutava quell'uomo alto e vestito bene.
《Sì, direi proprio di sì. Firmo immediatamente il contratto》, decise entusiasta.
Lanciai un'occhiata ad Elena che fece spallucce.
《Vogliono venderlo?》, chiesi in un sussurro.
《Penso proprio di sì》, rispose Elena.
E quindi questo era l'ultimo step dei cavalli nei maneggi, passare nelle mani di altre e altre persone.

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Ciao a tutti!
Che ve ne pare? Mi raccontate qualcosa di voi al maneggio? Ne sarei contenta! Ciao!❤

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