Capitolo 29

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《Era il mio re, quello che rendeva importante la regina》

Guardai l'orologio ansiosa.
Le tre. Bene, avrei potuto fare ciò che più mi piaceva per un pò, andare da Power.
Erano passati alcuni giorni da quando Elena mi aveva confessato i suoi pensieri e la cosa si stava facendo parecchio complessa.
Non potevo capire cosa stava succedendo e cosa sarebbe successo.
Una cosa, però, era chiara: Elena non voleva lasciare i cavalli, assolutamente no.
L'ultima frase mi risuonò come un ordine nella mente, forse era qualcosa che avrei voluto sentire da lei.
Invece, per quanto riguardava la mia vita, sembrava andare benino, anche se avrei voluto sapere di più riguardo quel maneggio.
Chissà come veniva trattato il mio migliore amico...
Lasciai l'immaginazione da parte e mi diressi verso la porta di casa.
Quando fui sull'uscio sentii il mio cane abbaiare.
Mi voltai verso di lui e gli feci un sorriso.
Bob mi venne incontro e strisciò vicino alla mia gamba; mi guardò con i suoi occhi da cucciolo.
《Lo so, non si fa allenamento da un pò... Ma lo sai che ora non posso, e mi raccomando, non dirlo a nessuno》, lo avvisai.
Con lui facevo sempre la parte teatrale; era ovvio che non poteva dire nulla a nessuno ma mi piaceva tanto prenderlo in giro.
Uscii salutandolo con la mano e chiusi la porta.
Sapevo che i miei l'avrebbero scoperto prima o poi, forse sì o forse no, ma era comunque un rischio che stavo correndo.
Un rischio davvero bellissimo.
Sorrisi all'immagine di Power che galoppava nel vento mostrando la sua vera natura, quella parte di lui, la più bella: la libertà.
La libertà è forse la cosa più bella che esista, quella che ti rende speciale, che ti rende inviolabile.
Ma è anche una di quelle cose che ti può essere strappata sotto gli occhi.
E Power ne era un esempio.
Tra i pensieri, arrivai nel bosco e lasciai cadere la bici a terra.
Con piccoli passi, mi diressi verso la discesa e mi affacciai per godere la vista.
Anche se ci mancavo solo da qualche giorno, sentivo la nostalgia di quel paesaggio e soprattutto del suo contenuto.
Ormai l'erba fresca e verde dell'inizio luglio si stava tramutando in erba gialla e secca.
Gli alberi, però, era ancora belli carichi di foglie verdi e i cespugli erano grondanti di fiori e frutti come bacche.
La stagione della secca era ancora lontana.
Poi, in quel mare giallo, spuntò colui che rendeva il paesaggio stupendo, la macchia nera.
Era il mio re, quello che rendeva importante la regina.
Rimasi lì, immobile, a contemplare la sua bellezza.
Solo una folata di vento che portava con sé la brezza marina mi riportò alla terra e mi decisi così a scendere dal mio re.
Appena mi fui avvicinata abbastanza, Power se ne accorse e mi venne incontro trottando.
《Ciao, piccolo》 , gli posai una mano sul collo.
Con una carezza riuscii a sentire i suoi possenti muscoli e per la prima volta me lo immaginai con l'attrezzatura da salto ostacoli.
Un sogno ad occhi aperti...
Lui si che sarebbe stato un bel cavallo da salto in grado di vincere buone competizioni.
Ma forse lui non era fatto per quello, forse lui era fatto solo per essere amato e per amare.
Poi fui attratta da un desiderio più forte: volevo abbracciarlo.
Feci girare piano la mano intorno al suo collo e con l'altra feci lo stesso.
Appoggiai delicatamente il mio corpo vicino al suo collo e misi il viso sul suo manto.
Era così bello, così ispido ma allo stesso tempo soffice.
Il mio cuore ormai era diventato un tamburo come per testimoniare che poteva battere solo per lui.
《Amore...》, riuscii a sussurrare.
Riuscivo a sentire il battito del suo cuore e anche il suo respiro regolare.
Era come se non ci fosse nessuno intorno a noi, eravamo soli, due cuori soli.
Mi staccai di malavoglia dandogli una carezza sulla fronte.
《Facciamo una passeggiata?》, chiesi sorridendo.
Lui mi guardò e spinse il muso verso la mia pancia.
《Va bene, va bene, andiamo!》
Lo condussi dinanzi al masso e gli salii in groppa.
Lo feci partire al passo sfiorando il costato con i talloni.
Quanto mi mancava, pensai sentendo il movimento del cavallo.
Mi aggrappai alla sua criniera e lo condussi verso la spiaggia senza troppi problemi.
Prima di arrivarvi, però, scorsi un albero non troppo alto che nascondeva delle mele.
Così, ci diriggemmo in quella direzione e presi una mela stando sulla groppa di Power seduta.
Mi abbassai sul suo collo e misi la mela davanti ai suoi occhi per fargliela vedere.
Aprii bene il palmo della mano e Power l'annusò curioso.
Con un movimento fulmineo l'afferrò con i denti e la divorò.
Mi fece un pó paura il suo scatto improvviso ma subito mi rilassai.
Continuammo la nostra passeggiata rilassante in riva al mare.
Inutile dirlo, non c'era niente di più bello, di più rassicurante e dolce di lui.
Non sopportavo l'idea di non poterlo avere.
Ero convinta che un giorno tutto quello che avevo creato sarebbe svanito.
Cercavo di non pensarci, di stare nel presente, ma era comunque troppo forte.
Avevo troppa paura del futuro.
Victoria me lo avrebbe portato via di nuovo, ma forse per sempre.
Quel pensiero mi assillava e quando tornai al presente mi accorsi che Power si era fermato.
Sentivo il suo corpo chiuso, paralizzato.
《Che succede?》, gli feci una carezza sul collo.
In tutta risposta nitrì iniziò di nuovo a camminare nell'acqua schizzandola dappertutto, visto che eravamo a riva.
Ora lo sentivo più rilassato.
Possibile che si era fermato per i miei pensieri?
Stava ancora camminando quando mi sporsi per abbracciarlo.
Il movimento del passo era così armonico, così tranquillo... trasmetteva calma ed era rilassante.
Quasi mi faceva annullare i sensi.
Il sole emanava raggi non troppo aggressivi che rendevano la mia pelle più chiara del solito e metteva in mostra il magnifico corpo ben proporzionato di Power. Mi lasciai andare a quella sensazione paradisiaca e di pace, cullata dal dolce passo del cavallo morello.

*****

Per cosa viviamo?
Perché dobbiamo vivere?
A volte la vita non ha un senso e se non ce l'ha, a parere mio, è perché stiamo sbagliando qualcosa.
Ci sono spiriti liberi che non amano essere dominati e comandati, ma se dai uno sguardo alla loro vita sono i primi ad essere sottomessi.
Un esempio? I cavalli.
Nessun cavallo desidera essere comandato, sono tutti spiriti liberi.
Eppure, si fanno cavalcare dagli uomini, saltano gli ostacoli per loro, fanno reining per loro, cadono, si fanno male, muoiono per loro.
È vero, una delle risposte più immediate è che loro sono prede e pur di non farsi uccidere farebbero di tutto.
Ma in realtà c'è dell'altro, credo.
Ci sono persone in grado di capirli, persone che vivono solo per loro, per i cavalli.
I cavalli non sono stupidi, non si fanno sottomettere così.
A parer mio, sanno interpretare i sentimenti delle creature che li circondano.
E sanno scegliere bene a chi affidarsi.

*****
Aprii gli occhi di colpo.
Ero ancora in groppa a Power che nel frattempo si era sdraiato sulla pancia.
Senza fare troppo rumore, mi tirai su e scesi da lui.
Eravamo nella radura, lontani dal mare.
Il sole era tramontato e non era più caldo come prima.
Guardai il volto di Power: gli occhi serrati e il labbro a penzoloni, stava dormendo.
Bene, abbiamo dormito assieme, pensai.
《Continua a dormire sereno, amore. Ci vediamo》, gli sussurrai.
Piano, mi alzai e mi diressi verso la bici pensando frettolosamente a quale scusa avrei dovuto preparare.

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Ciao!❤
Cosa ne pensate del capitolo?
Come va?
Siccome ultimamente sono molto triste per la mia passione proibita volevo chiedervi se vi andava di raccontarmi un pò le vostre giornate al maneggio, se avete un cavallo, che disciplina fate, cosa fate negli allenamenti, come è la vostra vita al maneggio...
Sapete, mi sento meno sola, quindi se abbondare ancora meglio. Grazie mille se lo farete❤❤


PowerWhere stories live. Discover now