Capitolo 26

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Quando scesi di sotto dopo la doccia mia madre mi inondò di domande.
Domande tipo "Dove sei stata?" "Come sei caduta?"...
Ma per fortuna furono anche domande a cui seppi rispondere senza confonderla o darle filo da torcere.
La notte era passata più o meno tranquilla, senza sogni o incubi.
Eppure pensavo che ne avrei fatti di incubi, come spesso accadeva quando le giornate erano così tormentate.
Il mio viso sereno poteva dare la conferma di aver fatto un buon riposo, il cuscino invece no.
Non era al capo del letto, come di solito dovrebbe essere, ma alla fine del letto.
Avevo fatto una guerra col cuscino?
Probabile, pensai risistemando il letto.
Quando scesi al piano di sotto perfettamente pulita e vestita per uscire, trovai la cucina senza alcuna anima viva all'interno.
A quanto pare non avrei dovuto usare le scuse di riserva con mia madre.
Mi diressi verso il frigo dove presi il latte per preparare i cereali.
Latte freddo, ovviamente; per una come me non c'era bisogno di scaldare il latte, come tutti fanno normalmente.
Io lo bevevo freddi anche d'inverno.
Il calore era decisamente l'ultima cosa che mi serviva.
Odiavo il caldo d'inverno e forse anche d'estate, ma purtroppo l'estate è fatta di caldo, quindi dovevo sopportare.
Stavo già mangiando i cereali quando il telefono di fronte a me emise il suono delle notifiche.
Lo presi e lessi il messaggio che mi era arrivato da Elena.
*Ciao, stamattina vieni al maneggio, c'è una cosa che vorrei farti vedere*
Quando si trattava di certi messaggi da parte di Elena non sapevo se essere curiosa o preoccuparmi.
Di Elena mi fidavo molto ormai; lei mi stava praticamente aiutando in tutto, nella mia strana paura che mi stava passando alla mia malinconia per l'impossibilità di stare con con i cavalli.
Non sapevo proprio come ringraziarla, perché lei mi stava davvero aiutando molto.
Prima di conoscere lei, di conoscere il maneggio, le notti le passavo solo piangendo e nessuno s'importava di me.
Ma lei era riuscita a farmi tornare il sorriso con la sua gentilezza e la sua capacità di insegnare agli altri ad essere felici.
Tra i pensieri mi avviai con la mia bici verso il maneggio.
Osservai il paesaggio intorno a me: l'estate lo aveva riempito di colori e l'erba ormai sembrava essersi dipinta di arancio, bruciata ormai dai forti raggi del sole.
Già mi immaginai l'inverno: i prati ricoperti di neve soffice come quei pochi alberi che c'erano intorno alle poche case sparse nella campagna; quei dolci e delicati fiocchi di neve che danzavano in aria e Bob che faceva di tutto per prenderli e mangiarli...
Sì, era proprio il ritratto dell'inverno precedente.
Mi era piaciuto un sacco, soprattutto perché mia nonna giunta dalla città vicina mi aveva portato un enorme poster di un cavallo morello.
Solo nel momento in cui ci pensai, mi accorsi di quella strana coincidenza.
Mia nonna mi aveva regalato il poster con il cavallo morello e io avevo conosciuto Power, un morello.
Bè, la mia vita era fatta troppo spesso di coincidenze che non potevano avere uno scopo definito.
Sospirai alla considerazione che avevo appena fatto e mi accorsi di essere appena arrivata dinanzi al maneggio.
Lasciai la bici a terra ed entrai al passo aspettando che Elena sbucasse fuori da qualche parte.
Nel maneggio c'erano poche persone e quelle poche stavano pulendo i loro cavalli nel lavaggio.
Sentii il rumore di due ragazze che parlavano.
Riconobbi subito la voce di Elena, piena di gioia e squillante.
L'altra era una voce che non avevo mai sentito: raffinata e bassa che solo qualche volta nella conversazione saliva di un tono.
Ma la cosa che la distingueva da quella di Elena era la mancanza di felicità.
《Dai, ora che ne hai trovato uno, andiamo di lá》.
La voce di Elena si faceva più vicina, le ragazze stavano uscendo dalla selleria.
Mi voltai per guardare la "nuova", se così era, arrivata.
Rimasi sconcertata quando la vidi.
Era una bellissima ragazza dalla carnagione chiara e la pelle liscia.
Il viso era a dir poco angelico e i suoi occhi castano chiari, quasi dorati, si intonavano perfettamente con i capelli biondi illuminati dal sole.
Le labbra erano piene al punto giusto ed erano stranamente e perfettamente rosse.
Il colore era sicuramente naturale, non c'erano segni sbavature.
Era troppo bella, mi fece quasi diventare timida di fronte alla sua bellezza e provai invidia da subito.
《Jessica! Sei arrivata!》, urlò Elena.
Si avvicinò a grandi passe a me, mentre la ragazza rimase al suo posto.
《Cosa volevi farmi vedere stamattina?》, chiesi in tono troppo duro.
Quella ragazza faceva venire un'invidia pazzesca e non sembrava affatto buona.
《Lei è Rosalie e ha diciotto anni. Oggi farà la sua prima lezione e volevo farti vedere come era》, disse aprendo le labbra in un enorme sorriso.
Giusto, la ragazza era slanciata abbastanza da dimostrare diciotto anni e ed era anche magra al punto giusto.
Era vestita con una maglietta e pantaloni da equitazione e sfoggiava un paio di stivali neri fantastici.
Provai ancora una volta invidia perché era ciò avevo sempre desiderato; avevo sempre desiderato di essere vestita da cavallerizza perfetta ed era un desiderio che una come me non poteva far avverare.
Digrignai i denti istintivamente e feci un sospiro concentrandomi su Elena che ora mi guardava con espressione incerta.
《Ciao, Rosalie》, ebbi la forza di dire.
《Ciao》, disse la bionda guardandomi come se fosse in cima ad una montagna e io un burrone.
La sua voce era affilata come una lama.
《Okay... Jessica, perché non andiamo di là?》, chiese Elena guardando a destra e a sinistra.
Annuii e seguii Elena sui suoi passi.
Ci eravamo allontanate verso la parte sinistra dei box e, una volta arrivate, Elena si girò e piantò i piedi a terra.
Aveva un'espressione disperata.
《Cosa c'è che non va?》.
《Mi hai fatto venire qui per lei?》, chiesi alzando un sopracciglio.
《Sì, perché lei oggi avrà la sua prima lezione. Volevo farti vedere come funziona》.
La guardai sorpresa.
Chi altro avrebbe potuto organizzare tutto quello?
Lei, solo lei, Elena, la ragazza più altruista al mondo.
《Oh... bé, grazie》.
Cercai di non sorridere per non far scoprire di essere comunque dolce in fondo, ma il sorriso saltò fuori dal nulla.
《Sapevo che ti sarebbe piaciuto!》, esclamò saltellando.
Mi prese la mano e mi trascinò dall'altra parte dei box dove c'era Rosalie che aspettava.
《Rose perché non andiamo a sellare il cavallo?》, chiese Elena con aria allegra.
《Sì》, si limitò.
Che vocina che aveva, ma sicuramente non era una di quelle che non avevano voglia di pulire e sellare cavalli per paura di sporcarsi.
Ci diriggemmo verso i box ed Elena si fermò davanti a quello di Little Prince.
《Cavalca Little?》, chiesi ad Elena nascondendo un pó della mia allegria.
Lei annuì con un sorriso.
Mise la capezza al cavallo e con la longhina lo portò fuori.
《Bene, la prima cosa da fare è pulire il cavallo, per riattivarlo. Per il manto bisogna utilizzare due spazzole: striglia e brusca. Per la criniera criniera e la coda il bruscone o il pettine. Per i piedi il nettapiedi》, le spiegò facendole vedere tutte le spazzole e indicando le varie parti del cavallo.
Rosalie si avvicinò e prese la striglia che usò come Elena le aveva spiegato.
Usò tutte le spazzole correttamente e poi Elena le insegnò a sellare il cavallo.
Ebbe qualche problema soltanto nell'allacciare il sottopancia e chiudere le cinghie della testiera.
Miranda era già andata al centro del campo con una corda e un frustino mentre Elena insegnava a Rosalie come condurre il cavallo.
Quando entrarono nel campo, Elena chiuse il cancello e si posizionò di fianco a Miranda.
《Fai un giro sulla pista conducendolo》, disse Miranda.
Rosalie sembrava a suo agio, senza avere timore.
Sembrava quasi che non avesse il cavallo dietro di lei.
Una volta fatto il giro della pista, Miranda arrivò da lei e strinse il sottopancia.
Little Prince fece per morderla visto che quel l'azione gli dava fastidio.
Poi Miranda fece salire Rosalie prendendo la gamba sinistra e dandole tre spinte.
Rosalie salì immediatamente e si mise in sella.
Non sembrava affatto una ragazza che non era mai salita su un cavallo.
《Bene. Ora sistemiamo le staffe》, disse Miranda.
Tolse una alla volta i piedi di Rosalie dalle staffe per regolare la lunghezza e poi li rimise di nuovo dentro.
Fece un nodo alle redini e disse a Rosalie di reggersi sul collare del cavallo.
Miranda legò la corda alla testiera del cavallo e lo fece camminare il circolo.
Rosalie non sembrava spaventata, ansi, era felice, entusiasta e sembrava voler dire "evviva, ci sono".
Miranda le diede delle dritte riguardo la postura anche se la ragazza se la cavava molto bene.
《Per stabilire a che mano siamo bisogna far sempre riferimento alla mano interna. In questo caso stiamo lavorando a mano sinistra, perché la tua mano interna è la sinistra》, le spiegò.
Miranda aveva una voce molto chiara e squillante e mi sembrò da subito una brava insegnante.
Elena stava accanto a Miranda e di tanto in tanto aggiungeva qualche informazione riguardo la posizione e riguardo al trotto.
"Sìììì" rispondeva Rosalie ogni volta che Elena le diceva qualcosa.
Era come se volesse dire che le cose che le stavano insegnando le sapeva già.
Mi irritava parecchio quell'atteggiamento.
《Ora devi alzarti e sederti sulla sella mentre il cavallo è al passo》, disse Miranda con voce seria.
Si stavano sicuramente preparando per il trotto.
Rosalie eseguì il comando perfettamente.
Prorpio mentre Rosalie eseguiva, Miranda lanciò Little Prince al trotto.
Rosalie fu sballottata in tutte le direzioni, ma solo all'inizio: dopo prese il trotto e riuscì a battere la sella magnificamente.
《Brava, su e giù, su e giù》, le suggerì Miranda.

La lezione passò a suon di trotto e alla fine Rosalie era davvero stanca.
Quando scese non camminava molto bene per via dei dolori.
Quando stava per arrivare dinanzi al cancello con il cavallo, la chiamai.
《Rosalie... fa molto male?》
La ragazza alzò lo sguardo verso di me e mi fissò per qualche minuto.
Quasi stavo per abbassare la testa per evitare il suo sguardo, ma quando mosse il labbro restai ferma.
《Più o meno, direi di sì》, rispose con la sua voce ferma e quasi stridula.
Poi proseguì con Little Prince verso i box.
Dietro di lei arrivarono Miranda ed Elena.
《Questo è ciò che fanno fare la prima lezione》, mi informò Elena con un sorriso.
《Faticoso direi. Ma è comunque ciò che voglio》, feci una risatina.
Anche Elena rise un pò.
《Ma... perché Rosalie rispondeva così? Intendo come se già sapesse tutto》, azzardai.
Elena guardò da un altra parte e si morse il labbro inferiore.
《Ehm non lo so, dovresti chiederlo a lei. Ora devo aiutarla a pulire il cavallo, scusa》
Non finì la frase che era già andata via.
Girai lo sguardo verso il tramonto e riuscii a intravedere il mare.
Cosa poteva nascondere Elena?
Perché Rosalie era così?

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Ciao a tutti i miei cari lettori!
Beh? Che ve ne pare di questo capitolo?
Cosa pensate di questa Rosalie? Fatemi sapere, dai! Non vedo l'ora!❤



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