Capitolo 27

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Rosalie fu accompagnata da Elena a pulire Little Prince e io le seguii.
Volevo investigare, sapere di più su quella ragazza che sapeva andare bene a cavallo nonostante fosse la sua prima volta.
Non ero mai stata a cavallo per davvero, quindi non potevo sapere quanto tempo occorre per diventare più o meno "bravi".
《Bene Rosalie, sei davvero brava》, Elena le fece i complimenti.
Poi si voltò verso di me e accennò un sorriso.
Non lo ricambiai all'istante ma poi riuscii a sciogliermi.
《Ora puoi portarlo nel box o, se preferisci rimanere ancora un pò, nel paddock》, la informò la mia amica.
Per la prima volta mi fermai a guardare i capelli delle due.
Elena li aveva molto più scuri, era un biondo cenere il suo colore.
Rosalie, invece, li aveva molto chiari, quasi color platino.
Ecco sembrava quasi una Barbie, bellissima ma non dolce e carina con tutti.
Forse dolce non lo era con nessuno perché da quanto notavo nemmeno con Elena aveva stretto una vera e propria amicizia.
《Lo lascio nel box, gli dò qualcosa da mangiare》, disse la bionda con un entusiasmo che tradiva la sua espressione.
Elena la lasciò con un sorriso e poi si diresse verso Cody.
Mi oltrepassò rivolgendomi un sorriso e la sua solita espressione felice.
Giunta da Cody la accarezzò fino alle orecchie lasciandole piccoli bacetti sul muso.
La cavalla teneva le orecchie dritte, ma il suo sguardo era rilassato.
Mi avvicinai alle due e mi fermai a pochi metri dal box, dove Elena era appoggiata.
《Non hai notato che la ragazza è molto brava per la sua prima volta?》, le chiesi con aria disinvolta.
《È perché le piace》, suonò naturale.
La guardai per vedere i suoi occhi ma con un movimento fluido distolse lo sguardo.
A quel punto mi voltai e incominciai a camminare verso la sottoscritta per intervistarla.
La bionda accarezza il cavallo e di tanto in tanto guardava dall'altra parte.
Quando le fui abbastanza vicina sentii il mio cuore accelerare.
Non avevo paura di lei ma della sua reazione, di ciò che mi avrebbe risposto.
Non sapevo bene come cominciare il discorso ma intanto i minuti passavano.
Improvvisamente la ragazza si voltò verso di me guardandomi dritta negli occhi.
Finalmente, ciò che volevo che accadesse era proprio quello.
Quando una persona ti guarda negli è una cosa stupenda: capisci tutto, tutto ciò che ha dentro, i suoi stati d'animo, le sue sensazioni... è come una lettura.
Ma quegli occhi non dicevano cattiveria, era altro.
《Cosa vuoi?》, disse preoccupata come se avessi scoperto tutto.
《Volevo solo chiederti una cosa...》, risposi impacciata.
Ero ancora assorta nella lettura.
《Allora?》
Nella sua voce una filo d'impazienza.
《Volevo chiederti come fai ad andare così bene a cavallo se è la tua prima volta》
Rosalie distolse lo sguardo dai miei occhi e guardò il cavallo.
Con la mano lo accarezzò tra le orecchie.
《Non sono affari tuoi》
La sua voce si era alzata di un'ottava.
《Ragazze che succede?》, chiese Elena da lontano.
《Nulla》, rispose la bionda senza guardarla.
Poi prese la longhina, aprì il box e legò Little Prince che aveva le orecchie dritte, in ascolto.
Mi allontanai per far uscire il cavallo e richiusi il box.
Si diresse verso i paddock ovviamente e io decisi di seguirla.
Quando passai dinanzi ad Elena lei mi bloccò mettendo una mano sulla mia spalla.
《Per favore non tormentarla troppo, ha un brutto carattere ma basta non urtarla》, mi raccomandò.
Io non riposi e ripresi l'inseguimento. Giunte al paddock, Rosalie sganciò la longhina e Little Prince si mise a correre dappertutto.
Intravidi un sorriso sulle labbra di Rose che mi contagiò.
Mi sistemai sulla staccionata dove si era seduta anche Rosalie.
《È bellissimo》, mi lasciai sfuggire.
《Hai completamente ragione》
La guardai: sorrideva ancora.
《Come è nata la tua passione?》, azzardai.
Stavolta anche lei mi rivolse lo sguardo.
《Perché ti interessi tanto di me?》
Alzò un sopracciglio e il suo sorriso si trasformò in una linea piatta.
《Perché... Beh perché tu sei davvero bravissima e alla prima lezione non tutti riescono a battere la sella》, spiegai.
Mi guardò un secondo prima di sparire con gli occhi all'orizzonte.
Tirò un sospiro di sollievo e i tratti del viso si fecero più dolci.
《Tu non mi piaci, ma non è una novità, non sono molte le persone che mi piacciono. Però tu hai qualcosa di speciale, che mi piace, forse è la tua forte volontà》, alzò un sopracciglio.
Per quello che avevo capito, Rosalie mi avrebbe rivelato, se non tutto, qualche particolarità.
《Allora?》, chiesi impaziente.
《Beh... quando ero piccola amavo i cavalli e facevo equitazione. Montavo all'inglese e quindi facevo salto ostacoli. Avevo perfino una cavalla, si chiamava White. Era perfetta per me, non mi deludeva mai e tra di noi c'era il massimo rispetto.
I miei genitori avevano il terrore dei cavalli e non lo accettavano, ma non potevano di certo opporsi.
Io e White facevamo tante gare fino a quando, un giorno, cadde subito dopo l'ostacolo. Io finii schiacciata. Mi ritrovai in ospedale senza sapere chi ero. I miei mi raccontarono che ero caduta dalle scale e avevo subito un trauma. Non sapevo più nulla sui cavalli, i miei genitori li fecero sparire dalla mia vista. Poi, crescendo, ho incontrato una ragazza che mi ha raccontato di quando facevamo equitazione e da lì è ripartito tutto》
Raccontò tutto come se stesse rivivendo la scena.
Quando ebbi il coraggio di guardare i suoi occhi, notai che si stavano velando di lacrime.
《Mi dispiace per la tua storia passata, ma ora si è risolto tutto...》, cercai di rassicurarla.
Dagli occhi sgorgarono due grossi goccioloni di lacrime che le rigarono il viso angelico.
Forse non si era ancora risolto tutto, o forse non voleva più sentirne parlare.
Da una parte avevo tanta voglia di guardare di nuovo nei suoi occhi per capire la ragione, dall'altra avevo timore di comprendere tutto quel dolore che molto evidentemente toccava anche a me.
Le persone sono l'unica difficoltà da superare, sono le persone i veri problemi.
Non capiscono, non si rendono conto del male che possono causare.
Le passioni sono quelle emozioni che si vivono soltanto facendo qualcosa e quel qualcosa si tramuta molto spesso in una ragione di vita.
È così difficile da far comprendere alle persone?, mi chiesi.
《Non importa, però. Ora sono qui e sono più che felice》, cercò di fare un sorriso.
Per confortarla, le poggiai una mano sulla spalla e quando si girò per guardarmi le feci un sorriso.
Non contraccambiò e così rimisi la mano a posto.
《Se non è troppo chiedere... White...》, non finii la domanda che Rosalie portò le mani al viso coprendosi gli occhi emettendo dei singhiozzi.
Cercai di dirle che non era stata mia intenzione ferirla ma dalla mia bocca non uscì nemmeno una parola.
Ero troppo fortificata e dispiaciuta.
Quando riprese fiato cominciò di nuovo a parlare.
《White è uscita indenne dalla caduta. Lei stava benissimo. Ma i miei genitori hanno voluto punirla. Non so ancora perché esiste quel luogo...》, pronunciò l'ultima frase con rabbia.
Se avevo capito bene l'avevano portata lontana da lei, in quel posto orribile in cui meritano di andare solo le persone, non gli animali.
I cavalli... loro non fanno nulla per meritarsi cadute dopo gli ostacoli, non fanno nulla per meritarsi la morte dopo uno sbaglio.
L'idea del salto ostacoli mi stava ronzando nella mente come una mosca fastidiosa che desidereresti uccidere.
《Poverina... tu non sai quanto mi dispiace...》, mi tremava la voce.
Saltai giù dalla staccionata e mi posizionai di fronte a Rosalie che si stava asciugando le ultime lacrime.
《Qualsiasi cosa sia successa, sappi che non è colpa tua. Sono stati i tuoi a volerlo. Non tu!》
Alzò il viso e mi mostrò i suoi occhi dorati trasformati in un colore rosso che si estendeva per tutto l'occhio.
Ora finalmente capivo cosa provava: rabbia, frustrazione, tristezza... paura.
《Andrà tutto bene, vedrai. Questa volta eviterai ciò che è successo in passato, non essere preoccupata》, la incoraggiai.
Lei alzò un sopracciglio stupita.
《Come fai a sapere che ho paura?》
Come facevo? Non lo sapevo nemmeno io.
Con un semplice sguardo si può capire di tutto di una persona, ma ci sono persone che non resistono a occhiate persistenti.
《Talento, credo》, ridacchiai sperando di tirarle su il morale.
Forse ce la feci perché tirò su un bel sorriso che contagiò anche i suoi occhi i quali si riempirono di una luce intensa.

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Heilà, non sono morta! Anzi scusate tantissimo per il terribile ritardo, ma tra la scuola e il pensare mi sono persa.
Bé, che dire, vi piace il capitolo? In questo mi sono descritta particolarmente per gli occhi, perché io tendo molto a guardare le persone negli occhi. Trovo che così si possano scoprire tanti dettagli di quella persona e non solo di che colore sono i suoi occhi! E allora? Quale parte vi ha colpito di più di questo capitolo?
Aspetto ansiosa i vostri commenti, baci❤

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