Capitolo 40

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Continuammo a camminare ancora per poco.
Subito trovammo una strada in asfalto che conduceva a quello che si direbbe un piccolo paesino di campagna.
Sembrava piccolo e sopra i tetti delle case basse volavano i gabbiani.
Il sole splendeva, ormai eravamo nella piena mattinata.
Quando Power mise gli zoccoli sull'asfalto si sentì quel suono bellissimo che sembrava il tremolio della terra.

Pian piano ci avvicinammo al paesino ed entrammo all'interno.
Le case erano piccole, quasi tutte dipinte di giallo.
Qua e là c'erano delle panchine e solo qualche anziano vi sedeva.
Da precisare che ogni volta che incontravo qualcuno per la strada, questo si girava a fissarmi incredulo.
Che non conoscessero i cavalli?
《Non siamo i benvenuti, mi sa》, dissi a Power.
Da un vicoletto sbucò un gruppo di ragazzi.
Ne erano cinque o forse quattro.
Erano davvero alti, ma avranno avuto la mia stessa età.
Uno, vedendomi, diede un pugno al suo compagno.
Quando ci incontrammo io voltai lo sguardo dall'altra parte.
《Che bel cavallino》, disse uno di loro.
Io mi voltai per istinto e notai che questo si era avvicinato con un sorrisino malizioso.
Era il più alto tra tutti e aveva i capelli scuri come la pece.
Già a guardarlo capii che non era qualcuno di buono.
Si avvicinò ancora e provò a mettere la mano sul manto di Power, ma lui non glielo permise spostandosi violentemente.
Iniziai a preoccuparmi.
《Che c'è? Hai paura?》, disse facendo una risatina.
Tutto il gruppo rise insieme a lui.
Io intanto cercavo di accarezzare Power per calmarlo.
Il cavallo faceva dei piccoli balzi in avanti e cercava di impennarsi.
Il ragazzo tentò di toccarlo di nuovo.
《Sta' fermo!》, esclamai furiosa.
Power fece un altro balzo e ci mancò davvero poco per finire a terra.
《Jonas, lasciala stare》
Un urlo eccheggiò nella piccola stradina del paese.
I ragazzi si girarono per capire da dove proveniva la voce.
Anche io lo feci.
La voce era di qualcuno che avevo già visto.
Occhi scuri come il cioccolato: era Jasper.
Si avvicinò a noi lentamente.
Power sembrava essersi calmato, ma il suo respiro era affannoso.
《Dai andate via》, disse seccato tirando uno schiaffo sulla spalla del ragazzo sfacciato.
Il gruppetto andò via ubbidiente.
《Cosa ci fai qui con lui?》, enfatizzò la parola "lui".
《Ti racconterò tutto, ma devi promettermi che non dirai nulla a nessuno》, proposi.
Lui annuì sospirando.

《Certo che l'hai combinata proprio grossa》, disse ridacchiando.
《Ma come siamo spiritosi》
Lui rise di gusto.
《Come farai ora?》, chiese tornando serio.
Io arricciai le labbra e accarezzai Power.
Stavamo girando per il paese, Jasper me lo stava mostrando.
《Bé, direi proprio che me la caverò》, feci spallucce.
Io camminavo su Power mentre lui camminava a piedi di fianco a noi due.
《Allora, sai andare a cavallo?》
Feci una strana espressione e misi le labbra in uno strano modo.
《No, in realtà no》, feci un sorrisetto come per scusarmi.
《Ma questo tu già lo sai, te l'ho raccontato al maneggio... quel giorno...》
Accarezzai il collo di Power.
Ero diventata improvvisamente nervosa al ricordo di quello che era successo.
Ma i nitriti strazianti non volevano più scomparire dalla mia mente, ormai.
Il cavallo sembrò percepire il mio nervosismo e lo sentii irrigidirsi.
《Scusami, non volevo》
Jasper sembrò volersi giustificare.
Anche lui aveva notato ciò che provavo.
《Tranquillo》
Continuammo a camminare finché non arrivammo in una piazzetta.
Era circolare e al centro c'era una fontana a volte dalla quale zampillava l'acqua.
Tutt'intorno c'erano dei piccoli negozietti, ma nella piazza non c'erano molte persone.
E quelle poche erano solo vecchietti che facevano un giro.
《Comunque io devo andare al maneggio, mi dispiace》
《Mi raccomando: acqua in bocca》
Mentre lo dicevo lo speravo anche,  in un certo senso.
Il ragazzo annuì e si voltò per andar via.
《Ah, se hai bisogno puoi contare su di me》, fece l'occhiolino.
Io sorrisi e lo salutai con la mano.
Questo sorrise a sua volta e si girò continuando a camminare.
Il mio stomaco cominciò ad urlare di aver fame.
L'unica soluzione era comprare qualcosa da mangiare.
Mi diressi con Power verso una specie di negozietto.
Scesi da lui ed entrai con lui all'interno del piccolo locale.
È vero, nei negozi non si possono portare gli animali in generale.
Ma sapevo che lui non avrebbe fatto nulla di male.
Quando entrai, il cassiere rimase sbalordito.
Sollevò un dito e mosse le labbra come se avesse voluto dire qualcosa.
Poi arrivò una donna che non sembrava affatto sbalordita.
《Prego, buongiorno》, disse lanciando un'occhiataccia al cassiere.
《Grazie》, mi limitai.
Mi diressi nelle varie corsie.
Forse, per la prima volta nella storia, un cavallo era entrato in un negozio.
Lui era abbastanza curioso e annusava le varie cose, ma non osava prendere nulla in bocca.
Per lui avevo già delle carote, ma era meglio prenderne altre.
Per me presi solo due cose: acqua e un panino.
Andai con Power alla cassa e pagai tutto.
《Sì, è qui. È con lui, se vi sbrigate riuscirete a rintracciarla》, sentii la donna bisbigliare.
Mi voltai per guardarla: stava parlando a telefono.
E sicuramente parlava di me.
Riattaccò e si spaventa vedendomi.
Il mio cuore si riempì di rabbia.
La guardai davvero nel peggiore dei modi.
《Sai, i cavalli sono degli animali molto forti. Per quello che hai fatto lui potrebbe ucciderti》, quasi urlai.
La donna e il cassiere mi guardarono impietriti.
Il cavallo di fianco a me sbuffò e strofinò la testa vicino al mio braccio.
《Hai ragione, dobbiamo andare》
Dovevamo andare davvero, dovevamo assolutamente scappar via.
Appena fuori, misi tutto nello zaino e mi catapultai direttamente sulla groppa del cavallo.
Feci un salto enorme, forse per la paura.
《Dai, corri!》, lo spronai facendo pressione con le gambe.
Sapevo che sarebbe stato molto più difficile senza sella e senza redini, ma dovevo muovermi.
Il cavallo partì al galoppo, prima irregolarmente e agitato, poi stabilendosi.
Io mi tenevo forte alla criniera e cercavo di tenere la schiena indietro e di stare rilassata.
In quel momento ripensai ad Elena e a ciò che mi aveva insegnato.
Mi mancava davvero tanto.
Avrei voluto averla lì con me e non separarmene.
Era diventata in così pochi mesi qualcuno di troppo speciale per me.
Sì, era importante.
Nessuna persona era stata così importante come lei per me.
Ma non potevo definirla migliore amica...
Non era una migliore amica, era molto di più, era come una sorella.
I miei occhi si riempiono ancora di lacrime ma queste non ci vollero molto a cadere.
Il vento le strappò tutte dai miei occhi, una ad una.
Cercai di non pensare più a nulla e mi ressi forte a Power.
Arrivammo nel boschetto.
Sembrava tutto tranquillo e una cosa era certa: non sarei più andata via di lì.
Ero abbastanza sicura del fatto che non mi avrebbero trovata.
Chi avrebbe cercato in un bosco?
Scesi da cavallo e presi delle carote dallo zaino.
Le mangiò con appetito e poi se ne andò libero per la piccola radura mangiando qualche ciuffetto d'erba.
Io mi sedetti nella piccola grotta grotta e ne approfittai per mangiare.
Com'era bello lui.
Selvaggio e libero, come il vento.
E nessuno sarebbe stato capace di modificare la sua natura.
Io ero più che felice di quel concetto.
Ed ero ancora più felice del fatto che lui accettasse solo me.
Il che significava che evidentemente ero una specie di specchio per lui.
Sorrisi tra me e appoggiai la testa sul braccio perdendomi nel suo galoppo energico.
Risi quando sgroppò dimostrando la sua forza ed energia.
Si accorse di me e si voltò raggiungendomi al trotto con le orecchie dritte.
Arrivatomi vicino emise un sonoro nitrito.
《C'è energia in tutto ciò che fai》, dissi guardando i suoi occhi verdi.
Erano stupendi, davvero avrei potuto restare lì ad ammirarlo per l'eternità.
Lo abbracciai e sentii la sensazione più bella del mondo.
Sentivo il suo respiro e il suo cuore battere.
《Che ne dici se giochiamo un pò? In spiaggia?》, chiesi ridendo.
Cominciai a correre seguita da lui e mi lanciai verso il bosco, in direzione della spiaggia.
Ovviamente stavo attenta a non inciampare tra le radici degli alberi.
Ogni tanto mi giravo indietro, ma ero sicura che lui era ancora lì.
Arrivammo in spiaggia entrambi con il fiatone.
Io ridevo a perdifiato e lui correva intorno a me.
Era il paradiso più totale.
《Dai! Seguimi!》, lo incitai.
Lui trottava dietro di me e ogni tanto galoppava, ma non mi superava mai.
Mi fermai di colpo e anche lui si fermò agitando la testa.
E ora, con quel movimento della criniera, sembrava un uragano.

Giocammo per tutto il pomeriggio.
Power mi rincorreva anche nell'acqua poco profonda nel mare.
Io ne approfittai per farmi un bel bagno nell'acqua calda.
Il tramonto era imminente e quel colore rosso pieno di sfumature si diffuse per tutto il cielo.
Accarezzai il cavallo sul collo e gli diedi un enorme bacio.
A fine giornata io e Power tornammo alla grotta e diedi una carota al cavallo lasciandogli brucare dell'erba.
L'aria fresca della notte ci avvolse entrambi e io decisi di accendere il fuoco.
Nella preistoria funzionava bene il metodo del fuoco.
Presi delle pietre lì intorno e cominciai a strofinarle tra di loro.
Speravo con tutte le mie forze che quel metodo fosse giusto.
Mi rallegrai quando vidi qualche scintilla.
Misi il tutto sulla legna e questa prese fuoco.
Sorrisi felice e vidi da lontano Power che tornava curioso.
Nitrì e cercò di avvicinarsi, ma poi si allontanò con degli enormi balzi.
《Vieni》, dissi allungando le mani verso di lui.
Il cavallo fece il giro del fuoco e, sempre stando attento, venne da me.
《Bravo, così》
Arrivò da me e lo accarezzai.
Mi sdraiai sulle foglie e anche lui si sdraiò accanto a me.
《E i cavalli non dormivano a terra...》, scoppiai in una risata.
Pian piano presi sonno con il calore del fuoco e l'ultima cosa che vidi furono i suoi occhi verdi.

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Ciao!❤
Come state? Tutto okay?
Io più o meno...
Mi dite come sta andando la storia? Impressioni, errori...
Cosa volete fare da grandi? Io vorrei diventare addestratrice di cavalli o istruttrice, ma solo se si tratta di libertà.
A presto!❤

PowerWhere stories live. Discover now