||Part.III||

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«ERIKA!»

Sentivo urla disperate che si ripetevano con frequenza poco distanti da me.
Frastornata com'ero, non riuscivo ancora a reggermi in piedi, ma di una cosa ero sicura, non ero più completamente paralizzata. Non sapevo spiegarmi come fosse successo, ma nel momento in cui tutto sembrava ormai perduto ed io avevo chiuso gli occhi abbandonandomi a finire lì i miei giorni, invece di andarmene all'altro mondo, ero tornata in forze.
Solo per un secondo in quell'istante avevo pensato a Ryan e a come sarebbe uscito da qui se fossi morta, desiderando di salvarlo, di essere io a proteggerlo per una volta, ed eccomi qui. Viva e vegeta.

«Non essere così preoccupato, la seguirai presto. E' solo questione di tempo. Ringraziatemi, il vostro non sarà proprio un lieto fine da favola, ma morire con l'amata tutto sommato è romantico.»

«Non ho intenzione di morire!»

«Ma allora non state insieme, tu non la ami. E' un peccato, dico davvero.» godeva nel provocarlo.

«FINISCILA!» la voce di Ryan era stracolma di collera. «Erika vivrà, hai capito?»
«Illuso. E' tardi ormai.»
«TI HO DETTO DI FINIRLA MALEDIZIONE!»

Lo scontro era sempre più intenso, ma bastava guardarli con un po' di attenzione per imbattersi nella stanchezza dei loro volti. Per quanto ne sapevo, potevano essere passate ormai delle ore da quando ero incappata in questa brutta situazione, così almeno mi sembrava.

«Fa male riempirsi il cuore d'illusioni, perciò ti farò vedere la realtà per quella che è, basta sfuggirle.»

«Combatti invece di sprecare fiato, mostro!» così dicendo si lanciò su di lui, ferendolo solo di striscio, dopodiché cadde in ginocchio alle sue spalle.

«Attento a quello che dici, ti ricordo che anche lei non è che un mostro, mio caro.»

«LEI NON è UN MOSTRO, E' LA RAGAZZA CHE AMO.» sbraitò «TU NON PUOI PORTARMELA VIA!» aggiunse.

«LEI E' MIA ED IO NON LA LASCERO' MAI ANDARE MI HAI SENTITO?! RASSEGNATI PERCHE' IO NON LO FARO' MAI E POI MAI!»

«Patetico.» ribatté stizzita lei.

Con un ghigno perfido si voltò afferrando Ryan, ormai completamente esausto, per la maglietta, sollevandolo qualche centimetro da terra.

«Ti proverò che non c'è più niente da fare, così ti deciderai a morire una buona volta.» annunciò serio, poi lo lasciò ricadere violentemente sul pavimento.

Sentii un brivido lungo la schiena e uno strano presentimento cominciò ad allarmarmi.

Notai che la chimera si stava dirigendo verso di me, e quando fu abbastanza vicina, aprì le sue norme fauci, da lì uscì una sfera di luce che si catapulto verso di me.

Ci fu un'esplosione assordante e un suono metallico mi travolse.

«Ora è morta per certo.»

«Non può essere... perché l'hai fatto? Non aveva modo di difendersi dal tuo attacco!»

«Tranquillo, non sarebbe comunque mai riuscita respingerlo.»

Ryan non si mosse, rimase in ginocchio con gli occhi puntati sulle fiamme generate dall'esplosione, senza espressione.

«Bene, noto con piacere che ti sei calmato.» costatò lei con un pizzico di soddisfazione nella voce. «Sarò veloce, nemmeno te ne accorgerai.»

Sfoderò gli artigli avventandosi sulla sua gola. Lui non fece alcun tentativo per sottrarsi, non la degnò nemmeno di uno sguardo, era ancora perso nel vuoto.

Another Strange WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora