||Part.II||

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Avevo passato tutta la mattinata a dormire, ero svenuta poco prima di addentare qualsiasi cibo prelibato mia madre avesse potuto preparare, ma nonostante fossi un po' dispiaciuta, sapevo che di certo avrei potuto mangiare anche dopo e che il letto mi avrebbe fatto sicuramente bene più di ogni altra cosa in quel momento. Non appena mi svegliai una strana angoscia si fece strada dentro di me, la preoccupazione di aver immaginato tutte le persone a cui tenevo lì, prima di cadere priva di sensi tra le braccia di Ryan. Scacciai ogni strano pensiero facendo un bel respiro e uscendo da sotto le coperte mettendomi in piedi, sbadigliando almeno cinque o sei volte. Avanzai verso l'armadio a specchio di Noel, avevo indosso una camicia da notte cipria, lunga fin sotto le ginocchia, con un fiocco color sabbia intrecciato dietro la schiena, e i capelli erano raccolti in una bassa coda di cavallo. La stanza di Noel profumava di gelsomino e di peonie, un odore delicato e piacevole.

Aprendo l'armadio, cominciai a cercare qualcosa di più presentabile da mettere per poter uscire dalla stanza e raggiungere gli altri. Trovai un paio di jeans scuri e un top color vaniglia che misi immediatamente. Diedi un'ultima occhiata alla stanza e mentre ero ormai sul punto di aprire la porta il mio occhio si posò su un cofanetto mogano posto proprio in alto sopra l'armadio. Incuriosita da quell'oggetto che sembrava chiamarmi a se in tutto il suo misterioso fascino, decisi di darci un'occhiata. Avvicinai una sedia che si trovava poco distante da me e ci salii sopra per riuscire ad arrivare in cima, una volta preso saltai giù, sedendomi per ammirarlo in tutta tranquillità. Il cofanetto era grande quanto la mia mano, da vicino si potevano ammirare diversi intagli più chiari che formavano delle parole all'interno di un petalo.

La scritta era in greco, non riuscivo a leggere tutta la frase così pensai che magari la magia avrebbe potuto aiutarmi. Con le dita tracciai parola per parola le incisioni desiderando ardentemente di conoscerne il significato, così facendo la risposta appari chiara nella mia mente come un lampo improvviso.

"Piovono lacrime rosse come il sangue su quest' amore maledetto che non ci permette di stare insieme, ma un giorno tutto sarà più semplice e noi ci ritroveremo per sempre."

Aprii il cofanetto molto lentamente, facendo la massima attenzione e al suo interno trovai una bellissima catenina argentata, con un ciondolo a forma di fiore di loto. Al centro del fiore si poteva ammirare una bellissima pietra, un rubino a quanto pareva, a forma di goccia.

Da lasciare letteralmente senza fiato.

D'istinto mi portai la catenina al collo ammirandola in tutto il suo splendore, e solo allora mi accorsi che il ciondolo poteva aprirsi. Ciò nonostante il suo interno era vuoto e un po' mal ridotto. Rimisi tutto apposto e uscii delusa dalla stanza, con la massima disinvoltura ma ancora esterrefatta dalla lucentezza di quel ciondolo così bello.

Un profumo di pane mi riempii le narici, mandando il mio stomaco in subbuglio. Un odore forte arrivò in un attimo, sostituendo l'altro e lasciandomi un sapore dolce in bocca, ma non riuscivo a capire cosa fosse.

Il tavolo era ben bandito, sopra a un'incantevole tovaglia color carta da zucchero con bordi argentati accuratamente ricamati, erano disposti una decina di piatti ricolmi di cibo. Mi avvicinai scossa da un impulso famelico, passando in rassegna ogni portata. L'odore dolce di poco prima proveniva da quelle che sembravano essere una specie di fettine di carne, avevano però un colore ambrato, non normale. Accanto, un piatto contenente degli acini d'uva, anch'essi di un colore poco tradizionale, erano infatti color glicine. Ancora più in là, una torta tutta color granato con delle piccole rose avorio tutte intorno. Alcune pietanze erano troppo strane che si potevano definire indescrivibili, spaventosamente graziose e allo stesso tempo disgustosamente bizzarre, ma forse al mio stomaco non importava poi molto, pur di avere qualcosa al suo interno avrebbe mangiato qualsiasi cosa.

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