||Part.IV||

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«Eika dove sei!? Rispondi!»
«Eika andiamo vieni fuori!»
Qualcuno mi stava chiamando, i miei fratelli erano finalmente qui.
«Dividiamoci. Va da quella parte, io proseguo per questa direzione.»
«Va bene. Tra dieci minuti ci rivediamo qui.»
Erano poco distanti da me, dovevo muovermi ad alzarmi in piedi, ma mi sentivo troppo debole. Feci un respiro profondo e ce la misi tutta per girarmi in modo da trascinare il peso sui gomiti, nello stesso momento mi resi conto di essere tornata nel fitto bosco di prima, circondata solo da alberi. Ad un tratto sentí un tintinnio. Abbassai di colpo lo sguardo, accompagnandolo con la mano destra, portandoli sul mio collo. Ed eccolo, un campanellino argentato su di un nastro rosso sangue legato con un bel fiocco stretto dietro. Era successo veramente? Pensavo di aver battuto la testa quando qualcosa era saltato fuori facendomi cadere e di aver sognato tutto il resto. Mi misi in piedi e diedi un occhiata ai miei vestiti e ai miei capelli, entrambi completamente zuppi. Che cosa potevo dire in mia difesa? Non di certo quello che era successo dato che per poco non ci credevo nemmeno io.
«Erika esci fuori!» era la voce di Kyle. «Ti prego fatti vedere!» Sembrava in pensiero per me. Era la prima volta che sentivo la sua voce tremare come se stesse cercando di trattenere le lacrime. «Ky!» la mia voce era ancora troppo bassa. «Ky! Sono qui!» nascosi la collana in tasca per non ricevere alcun tipo di domande e continuai ad urlare per farmi sentire. Ed ecco che proprio in mezzo a dei cespugli vidi spuntare mio fratello, che non appena mi vide, si lanciò dritto verso di me. «Cosa diavolo.. Dov'eri finita? Perché sei ridotta così? Hai idea da quanto tempo ti stiamo cercando? Perché non sei rientrata in casa prima che il sole tramontasse? Cos'hai in quella maledetta testa vuota?» Devo dire che vederlo così preoccupato per la prima volta mi rendeva un po' felice.
«Ky, io.. Mi dispiace davvero tanto.»
«Sai dire solamente questo? Davvero?»
«Ti prego lasciami spiegare.. Io non riuscivo piú a tornare indietro, mi ero persa. Non pensavo che il bosco fosse cosí grande.. » mi si ruppe la voce e d'istinto portai lo sguardo altrove evitando gli occhi di Ky. «Un animale é spuntato fuori all improvviso spaventandomi. Ho perso l'equilibrio e sono caduta in un piccolo fiume qui vicino.» mentre non stavo guardando si chinó verso di me stringendomi a se con forza. «Guardati, sei un disastro.» si tolse la maglietta. «Meglio se metti qualcosa di asciutto. Torniamo a casa insieme va bene?»
«Si.» Doveva pensare che mi fossi presa un bello spavento per comportarsi così, perché non appena finimmo di parlare mi caricò sulle sue spalle. «Ky, non c'è bisogno so camminare anche da sola.»
«Sta zitta mostriciattolo. Non vedi che nemmeno ti reggi in piedi?»
«Smettila di offendere, brutto idiota. Cosa dirò alla mamma?»
«Tu lascia parlare me e Dav per questo, non preoccuparti. Piuttosto, vedi di non ammalarti, non voglio badare a te per tutto il tempo.»
«Ky, sono felice che tu sia qui.»
L'avevo detto.
«Testa di rapa stai già cominciando a delirare forse?»
«Ehi! Ragazzi!» udivo a stento la voce di Davon raggiungerci da lontano. «L'hai trovata, manomale.»
«Dubitavi di me?» Le spalle di mio fratello erano così comode che stavo per andormentarmi.
Dav e Ky avevano fatto pace, almeno questa storia era servita a qualcosa. Riuscivo a vedere in lontananza le luci di casa finalmente. Tra poco sarei stata al sicuro tra le mie lenzuola.

Another Strange WorldWhere stories live. Discover now